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"Ehi, dove eravate finiti? Vi abbiamo cercato per due ore". Due ore, è possibile che siamo rimasti in quella camera per due ore???
"Se te lo stai chiedendo, siamo rimasti lì per due ore, perché lì il tempo scorre diversamente", mi sento sussurrare all'orecchio da Alex.
Anche se devo dire, con lui, ci sarei rimasta anche di più in quella stanza.
Comunque, se vi interessa, alla fine ci siamo veramente teletrasportati ed è stata una cosa fantastica. Ho sentito una sensazione strana nello stomaco. Devo confessarvi che all'inizio pensavo fosse dovuto al fatto che Alex mi tenesse le mani, ma ho constatato che questa ipotesi era troppo disperata persino per me. Quindi ho attribuito la colpa al teletrasporto.
"Scusate ci eravamo persi"
"Ma se eri con Alex, e lui conosce questo posto meglio di tutti..."
"No, Kat voleva dire, che le serviva  il bagno, ma la fila era troppo lunga, quindi abbiamo girato per la casa cercandone un altro". Meno male che  c'è Alex, se no mi avrebbe fatto il terzo grado, e come avete notato non so mentire.
"Va bene, però adesso andiamocene, mi sto sentendo male", detto questo i due iniziano ad allontanarsi.
Li sto per seguire quando qualcuno mi blocca "La prossima volta inventa una scusa più plausibile". Adesso, se fosse stata un'altra persona, avrei replicato qualcosa; il problema è che a parlare è stato Alex, che per fermarmi mi ha preso la mano,  come posso dirgli qualcosa. Quindi me ne esco dicendo "Sisi, adesso andiamo. Si è fatto tardi".

Drinnn Drinnn
Un giorno farò cadere questa sveglia dal monte più alto del mondo. Ma è possibile che mi deve interrompere sempre sul più bello. Stavo ripensando a ieri sera ed ero arrivata alla parte del teletrasporto!!! CHE RABBIA!!!
"Kat, SCENDI SUBITO!!"
"Sì,  arrivo". Solo mia mamma ha le forze per urlare di prima mattina, ma dico io come si fa. Io a stento riesco ad aprire gli occhi.
In ogni caso, dopo essermi fatta la doccia ed essermi vestita, scendo giù per affrontare il mio secondo giorno di scuola.
"Kat, esci". Cosa???
"Perché? Devo ancora mangiare"
"Certo se vuoi far aspettare il ragazzo che c'è qui fuori, e che è venuto apposta per portarti a scuola, fai con comodo"
"Cosa??? Perché non hai fatto entrare James???"
"Glielo detto, ha risposto che ti avrebbe aspettato fuori. Su,vai".
Così mi fondo fuori casa. Ma da come avrete capito io mi aspettavo James, non certo Alex in una decappottabile nera.
"Ehi, che ci fai qui???". Devo comprare un libro 'Come iniziare una conversazione intelligente e non fare la figura della scema, davanti al ragazzo più bello che tu abbia mai vosto'; se sapete che lo vende, fatemelo sapere.
"Ti accompagno a scuola"
"Ok.... e Lily???"
"Oh, non lo so. Volevo accompagnare anche lei, come ogni mattina, ma non ho voluto"
"Capito..."
"Allora, rimarrai lì impalata un altro po' o vogliamo partire". Mamma, che sorriso!!!!

"Dai, corri, abbiamo fatto tardi. Te l'ho detto che non dovevamo fermarci al bar". Io l'avevo avvisato, ma lui no 'Arriviamo in tempo, non ti preoccupare'.
"Ti preoccupi troppo. Fidati è da un anno che sto qua dentro, nessuno hai mai notato i miei  ritardi. Comunque cos'hai alla prima ora?"
"Non lo so, fammi controllare". Così dicendo estraggo dallo zaino l'orario delle lezioni e noto che alla prima ora ho pozioni con il professor Dracula, così soprannominato da me e e Lily.
"Pozioni, tu?"
"Idem, allora andiamo dalla stessa parte"
"Ma scusami, tu non stai al secondo anno?"
"Sì, ma qui non ci sono i corsi differenziati. Comunque se ci tieni tanto ad arrivare puntuale, stiamo peggiorando la situazione". Così, ci siamo messi a correre. O meglio lui correva, io cercavo di stargli al passo. Fortunatamente, però, siamo arrivati giusto in tempo per l'inizio della lezione.
"Buongiorno prof., scusi il ritardo"
"Sisi, andate a sedervi voi due"
"Visto te l'avevo detto, non ha proprio notato la nostra assenza".
In tutta risposta riceve una smorfia da parte della sottoscritta.
"Ok, oggi faremo coppie miste formate da un ragazzo o una ragazza di prima e di seconda. Ma oggi, non partiremo facendo pozioni, bensì inizieremo con degli incantesimi di base, che verranno evocati dai ragazzi di seconda e continuati dalle matricole. Tutto chiaro?"
In tutta risposta riceve un cenno di assenso da parte di tutta la classe.
"Perfetto. Adesso sul foglio davanti a voi comparirà il nome del vostro partner,  i ragazzi di prima rimangano al loro posto, quelli di seconda si spostino". Dopo quest'ultima parola, sul mio foglio compare in una scritta, in grassetto, confusa il nome di un ragazzo: Thomas Reed.
Vedo avvicinarsi a me un ragazzo, non è niente male. Alto, muscoloso, occhi di un celeste intenso, capelli castani e un velo di barba.
"Sei Katherine Smith, giusto?" mi chiede consultando il foglio che tiene in mano.
"Sì, sono io"
"Beh, allora  piacere di conoscerti, Thomas Reed", si presenta porgendomi la mano. Dopo questa breve presentazione iniziamo il lavoro, in modo da finire il più in fretta possibile. Vedo fin da subito che è molto concentrato in quello che fa, e pochi secondi dopo dalle sue mani partono delle scintille. È bellissimo guardare quello che è stato in grado di creare...
"...ca a te"; aspetta che ha detto, mi sono persa qualcosa
"Scusa non ho capito, mi ero incantata". Perfetto, prima figura di niente: fatta.
"Ho detto che adesso tocca a te"
"Oh, si, certo. Ma mi dovrai spiegare come si fa" dico un po' impacciata. Mi prenderà sicuramente per una sciocca.
"Sì,  allora dammi le mani, poi concentrati su un bel ricordo. Un momento in cui la tua felicità era al culmine". Seguo le sue istituzioni e faccio tutto quello che dice. Nel contatto con le nostre mani avverto una piccola scossa sui polpastrelli, ma non di quelle dolorose, una di quelle piacevoli, che ti fanno il solletico. Chiudo gli occhi. Il ricordo su cui mi concentro è la serata passata la notte scorsa. Il momento in cui entrando in quella stanza ho visto tutti quei colori, il momento in cui tutti i miei sogni sull'esistenza della magia sono diventati realtà.
"Adesso apri gli occhi" mi sento sussurrare. Riaprendoli, noto che sorreggo da sola la bolla di scintille che Thomas aveva creato; ma soprattutto vedo, con piacere, che si è ingrandita notevolmente.
"Sei stata bravissima. Sei un talento innato"
Adesso sono un po' in imbarazzo, e per nascondere il rossore sulle mie guance chiedo "E adesso, come scompare..."
"Lasciala andare", non capisco cosa voglia dire. Non la sto di certo trattenendo. Lui notando la mia incomprensione mi dice "Rilassati, non pensare più a niente, chiudi la mente". E così faccio.
Poco dopo vedo che la bolla inizia ad allontanarsi dalle mie mani, arriva nei pressi del soffitto e scoppia in una serie di scintille, come fuochi d'artificio.



Something Beautiful ||Conclusa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora