Capitolo 91

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I mesi stavano passando velocemente, io e Clara ci eravamo sposati anche in chiesa, ogni tanto avevamo qualche discussione, e la sua pancia continuava a crescere sempre di più, tanto che non avevamo fatto neanche più l'amore perché avevo paura di fare male alla bambina.
Riuscii a finire di montare il letto della piccola nella sua cameretta che avevo imbiancato con due tonalità di rosa e raggiunsi mia moglie in salotto che era seduta sul divano.
- Il letto è montato. Sembra che adesso non manca più niente -
- Manca soltanto lei, non ce la faccio più! Questa pancia pesa -
Mi misi seduto accanto a lei che appoggiò la testa sulla mia spalla.
- Manca poco ormai amore, sopporta -
- Non vedo l'ora di averla qui con noi -
Gli sorrisi e la baciai.
Dopo qualche giorno che a mia moglie era scaduto il tempo la ricoverarono in ospedale, io passavo le mattine a lavoro sobbalzando ogni volta che il telefono squillava e a 12:00 mi precipitavo da lei per restarci fino alla sera.
Finalmente una mattina ricevetti la chiamata che tanto aspettavo, ero arrivato da poco in ufficio; mia figlia stava per nascere, feci più in fretta che potevo ad arrivare, ma il traffico mi impedì di essere lì nel momento che mia moglie usciva dalla sala parto, mi rassicurò vedere che c'erano i miei genitori, Susanna e mio cognato Mirko.
- Congratulazioni! - Mi disse venendomi incontro ad abbracciarmi.
- È andato tutto bene? Dov'è Clara? -
- È in camera con la piccola Greta -
Gli diedi una pacca sulla spalla ed entrai in camera.
Guardai mia moglie che sembrava esausta ma felice, mi avvicinai a baciarla.
- Scusa amore, non ho fatto in tempo - Dissi accarezzando il suo viso stanco.
- Va tutto bene tesoro - Mi rispose stringendomi la mano.
Mi avvicinai al lettino dove mia figlia dormiva e mi scese una lacrima, toccai la sua piccola manina e una mano si appoggiò sulla mia spalla. Era mio padre.
- Avete fatto un capolavoro - Mi disse sorridendomi.
- Si, lo penso  anch'io - Risposi continuando a guardare mia figlia che dormiva.
- Quando tornerai a casa? - Continuai rivolgendomi a Clara.
- La dottoressa ha detto che se tutto va bene domani, al massimo domani l'altro - Rispose, poi mi guardò, i suoi occhi brillavano.
- Mangerei volentieri un panino col prosciutto, sono 9 mesi che non lo mangio -
Susanna si mise a ridere insieme a mia madre.
- Vado al bar a prendertelo. Tuo fratello l'hai visto? -
- C'è mio fratello? - Mi chiese spalancando gli occhi.
- Si, è qui fuori, l'ho avvisato io dopo che mi hai chiamata - Rispose sua madre.
- Non l'ho visto! Voglio vederlo! -
- Te lo chiamo. Vado a prenderti il panino -
Appena uscito Mirko mi guardò.
- Vai dentro! Tua sorella ti vuole. Pensavo l'avessi vista! -
- No, mi sembrava.... Fuori luogo -
- Non sei fuori luogo. Fai parte della famiglia! Non dire cazzate - Lo abbracciai e mi allontanai.
Finalmente dopo due giorni andai a prendere mia moglie e mia figlia in ospedale, Greta dormiva tra le braccia di Clara, la mise nella carrozzina e si mise seduta sul divano.
- Stanca? - Gli chiesi.
- No, va tutto bene -
Guardai l'orologio, erano le 15:00, troppo presto per iniziare a preparare la cena, mi misi seduto accanto a lei e si avvicinò appoggiando la testa sulla mia spalla.
- Finalmente sono a casa - Mi disse sospirando.
Afferrai il suo viso e la baciai, portai la mia mano sul suo seno che era cresciuto di qualche taglia.
- Cosa stai facendo? - Mi chiese sorridendo.
- Ultimamente mi hai un po' trascurato... Ho bisogno di un po' delle tue attenzioni - Dissi baciandole il collo.
Mi allontanò il viso, si sfilò il vestitino e si mise a cavalcioni sulle mie gambe.
- Abbiamo un'oretta prima che Greta si svegli per mangiare, pensi che ti possa bastare campione? - Mi disse mordendomi il labbro.
- Me la faccio bastare, non preoccuparti -
Accarezzai la sua schiena sganciandogli il reggiseno e mi avvicinai famelico al suo capezzolo. Ogni suo gemito alimentava la voglia che avevo di lei, lo sentivo crescere ad ogni suo respiro.
- Sto impazzendo Clara -
Si sollevò sulle ginocchia e mi sganciai i jeans senza staccare la mia bocca dal suo seno.
Greta mugolò nella carrozzina e poi iniziò a piangere, io e Clara ci bloccammo guardandoci.
- Non ci credo.... - Dissi sconsolato.
La guardai alzarsi e andare da Greta con indosso soltanto dei minuscoli sleep, buttai la testa all'indietro riabbassandola solo quando la vidi sedersi sul divano con Greta in braccio che prendeva il latte dal suo seno.
- Hey piccoletta, lasciamene un po' - Dissi accarezzando il suo piedino.
Aspettai che finisse di dargli il latte impaziente, mi tolsi i jeans e i boxer e mi avvicinai da dietro a lei che stava coprendo Greta.
- Tocca a me? - Sussurrai strusciando la mia erezione sul suo di dietro.
Si piegò in avanti strusciandosi di più, portai le mie mani sul l'elastico dei suoi sleep e scivolai in ginocchio tirandole giù baciando le sue cosce.

VOGLIO FARTI FELICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora