Capitolo 10

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Seth aveva trascorso la mattinata a tirare a lucido la casa, pulendo ogni anfratto con estrema cura, cercando di non essere in ansia per l'arrivo di Duke.

Il pomeriggio l'aveva passato ai fornelli, con il telefono perennemente appiccicato all'orecchio.

Già, Seth aveva fatto una cazzata. Aveva pensato di chiamare sua madre, ottima cuoca, per chiederle di spiegargli come si preparassero le lasagne.

Non l'avesse mai fatto!

Sua madre, astuta come una volpe, aveva fiutato qualcosa e gli aveva fatto un interrogatorio spietato, interpretando alla perfezione la parte del poliziotto cattivo, finché non gli aveva estorto le informazioni che voleva.

Alla fine Seth le aveva confessato di aver invitato a cena qualcuno, lasciando che la madre credesse che l'invitata fosse una donna.

Per fortuna sua madre era dall'altra parte della cornetta, altrimenti Seth non sarebbe riuscito a mentirle. Avrebbe tanto voluto poterle parlare liberamente, condividere con lei i suoi sentimenti, ma aveva troppa paura per la sua salute.

Ora era tutto pronto. Le lasagne gli erano riuscite abbastanza bene, aveva preparato anche una torta al limone e aveva comprato del vino per accompagnare la cena.

Quando sentì il campanello suonare, deglutì sonoramente e andò ad aprire la porta con il cuore in mano.

«Chi è?»

«L'uomo che ti farà urlare per tutta la notte» ridacchiò Duke nel citofono.

«Sali, scemo!» disse Seth, sentendosi arrossire.

Aprì la porta di casa e lo aspettò sulle scale, nervoso e felice allo stesso tempo.

Duke apparve poco dopo, con un paio di jeans e un giubbotto di pelle nero.

Seth rimase estasiato nel vederlo in abiti informali, gli calzavano talmente bene che, quasi quasi, lo preferiva così anziché nudo.

«Mi stai mangiando con gli occhi?» chiese Duke, prendendolo in giro.

Seth sbuffò. «Presuntuoso.»

«Mi sono portato un cambio per domani mattina» lo informò Duke, mostrandogli la borsa che teneva in mano.

«Hai fatto bene. Dalla pure a me, vado a sistemarla in camera.» Seth la prese, lasciando entrare Duke in casa e richiudendo la porta. «Fai come se fossi a casa tua. Puoi appendere la giacca lì e da quella parte c'è la cucina.»

Seth andò in camera a posare la borsa e tornò in cucina, trovando Duke che sbirciava nel forno.

«L'hai fatta tu?» gli chiese, stupito.

«Sì, spero che ti piaccia.»

Seth prese la bottiglia di vino dal frigo, il cavatappi e glieli porse.

«La apri tu? Io spengo il forno.»

Duke aprì la bottiglia, versando del vino a entrambi, mentre Seth portò in tavola la teglia fumante. La pasta al forno aveva un aspetto davvero invitante.

«Sembra ottima, non vedo l'ora di assaggiarla» affermò Duke, leccandosi le labbra.

Seth si sentì orgoglioso e ne tagliò un pezzo ciascuno, servendolo in un piatto di porcellana bianca.

Non appena Duke la assaggiò, dalla sua gola uscì un suono d'approvazione sensuale e un po' osceno.

«Uhm! Dio! Ti sei appena meritato un pompino!»

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