Capitolo 21

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Clay stava preparando il nuovo set, quando Kevin entrò nella stanza, salutandolo con un caffè in mano.

«Ciao, Clay.»

«Ciao, Kevin» rispose il fotografo.

«Com'erano le foto di ieri?»

«Sono venute bene, ne rifacciamo solo un paio e poi proseguiamo con un'altra serie.»

«Ottimo! Vado a cambiarmi.»

Clay lo guardò dirigersi verso il camerino, ritrovandosi a invidiare il corpo muscoloso dell'amico.

Ci aveva provato ad andare in palestra, seriamente, ma dopo una settimana aveva dovuto smettere per colpa del suo lavoro. Faceva orari particolari, spesso per via dell'ottima luce mattutina non pranzava, proprio per cogliere il momento migliore della giornata e si ritrovava a fare un solo pasto completo al giorno.

Quando viaggiava era ancora peggio, solo cibo spazzatura e panini e tanto, tanto, tanto caffè.

Sì, Clay si poteva definire un caffeinomane dipendete. Ne beveva almeno sei al giorno, specie quando il suo stomaco provava a farsi sentire. Gli bastava buttarne giù uno e la fame scompariva. Era terrificante come il suo corpo si era abituato a non mangiare, saziandosi solo di quella bevanda marrone, eppure era così.

«Buongiorno, Clay.»

Il fotografo si voltò, incontrando gli occhi nocciola di Seth.

«Ciao, ragazzi» salutò lui, vedendo che c'era anche Gil.

«Kevin è già arrivato?» domandò Seth.

«Si sta cambiando» rispose, indicando la tenda che fungeva da spogliatoio.

«Fantastico» ribatté Seth. «Uhm... Posso usare uno dei tuoi computer? Devo mostrare una cosa a Kevin.»

«Certo, puoi usare quello del mio ufficio.»

«Grazie.»

Non appena Kevin uscì dallo spogliatoio, lui e Seth si misero a parlare dei ragazzi del centro da usare per le foto e si diressero verso l'ufficio per usare il computer.

Clay era rimasto solo con Gil, il quale non gli aveva detto una sola parola da quando era arrivato. L'aveva semplicemente salutato con un cenno del capo e Clay sentì un pizzico di delusione pungergli l'anima.

Gli diede le spalle e si tenne occupato. Il ragazzino era bello. Quei suoi capelli azzurri erano tanto strani quanto magnetici e Clay avrebbe volentieri passato delle ore a ravviarli con le dita. I suoi occhi d'ossidiana erano così penetranti che Clay aveva sempre la sensazione di essere nudo quando Gil lo fissava, rendendolo nervoso.

«Sembri stanco.»

La voce di Gil alle sue spalle gli fece correre un brivido lungo la colonna vertebrale e Clay si girò a guardarlo. Era troppo vicino.

«Sto bene» rispose.

«Hai fatto colazione?»

«Prendo solo del caffè la mattina.»

Gil scosse la testa e poi sorrise. «Dovrò addomesticarti, allora.»

Era assurdo come Clay si sentisse piccolo di fronte al giovane. Erano alti uguali, ma la muscolatura leggermente pronunciata di Gil, lo faceva sentire mingherlino e indifeso, una preda pronta per essere ghermita.

«Stasera vengo a prenderti» sussurrò Gil. «Sei pronto?»

Clay si ritrovò a deglutire il nulla, salvato soltanto dal ritorno di Kevin e Seth.

«Cominciamo?» domandò la pornostar, con un sorriso.

***

La sezione di foto fu lunga, ma produttiva. Finiti gli scatti Clay, Seth e Kevin si misero davanti al computer per discutere dei ragazzi che avrebbero partecipato al calendario.

Clay voleva trovare la posizione perfetta per tutti e doveva anche combinarla con la figura di Kevin, quindi si fece una copia delle foto dei candidati per poterle studiare.

Gil era rimasto in silenzio a fissarlo per tutto il tempo e anche quando i ragazzi se ne andarono verso le undici, lo salutò semplicemente con un gesto della mano.

Rimasto solo, Clay si mise all'opera, prese le foto di tutti i giovani e iniziò ad analizzarle. Non c'era solo il problema delle posizioni a tormentarlo, ma anche i luoghi in cui scattarle.

Seth aveva proposto di farle direttamente al centro, ed era un'ottima idea, ma Clay non ci era mai stato e quindi avrebbe dovuto fare un sopraluogo nel pomeriggio, per controllare gli interni ed esterni.

Era così concentrato sul suo lavoro che non si accorse nemmeno che qualcuno era entrato nel suo ufficio.

Quando alzò gli occhi, vide Gil, in piedi davanti alla sua scrivania.

«G-gil?» balbettò, sorpreso.

Il giovane mise un sacchettino sul piano. «Scommetto che non hai pranzato.»

Clay stava per dire che era ancora presto per mangiare, quando notò che l'orologio appeso al muro segnava le quattordici.

«Ehm... Ho avuto da fare» affermò, come se dovesse scusarsi.

Gil fece il giro della scrivania, facendo impazzire i battiti del cuore di Clay e gli si parò davanti.

«O mangi, o ti metto a novanta, scegli» dichiarò, incrociando le braccia sul petto.

Clay era scioccato e tremendamente eccitato dal suo modo di fare e parlare, ma aveva anche paura.

Gli aveva portato da mangiare perché era preoccupato per lui? O perché, come tutti gli altri, anche Gil pensava che Clay fosse troppo magro?

Il silenzio scese nella stanza mentre Clay veniva assalito dai dubbi e Gil chinò il busto in avanti, sporgendosi verso di lui con un sorriso accattivante.

«Stai immaginando noi due che scopiamo, vero?»

«No!» sbottò Clay, arrossendo e afferrando il sacchetto di cibo che il giovane gli aveva portato.

Dentro il fotografo trovò una bistecca ancora calda con delle patate arrosto di contorno e una bottiglietta di acqua fresca.

«Mangia, dolcezza» gli disse Gil, con calore. «Vengo a prenderti quando stacchi.»

Clay capì che stava per andarsene e gli rivolse uno sguardo dispiaciuto. Avrebbe voluto che restasse a fargli compagnia mentre mangiava, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.

Clay smise di respirare quando Gil allungò una mano verso il suo viso. Lo accarezzò piano, leggero come una piuma, poi si chinò, poggiando le labbra alle sue, un bacio semplice e casto.

Durò un istante e subito dopo Gil si tirò indietro. Clay pensò che era un peccato che si fosse ritratto così in fretta, ma rimase in silenzio.

Il giovane si avviò verso la porta, fermandosi solo un secondo sulla soglia, voltandosi a guardarlo.

«Mangia tutto, perché stasera ti farò fare molto movimento.»

Un Eccitante EquivocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora