La giornata di lavoro proseguì tranquilla e senza intoppi. Seth eseguì i compiti che Duke gli aveva dato con diligenza e impegno, prenotò il ristorante e gli portò i risultati della sua ricerca.
Quando Seth entrò nel suo ufficio, Duke era così immerso nelle carte che non alzò nemmeno lo sguardo.
«Ho la ricerca che mi hai chiesto.»
«Perfetto, mettila pure...» Duke cerco uno spazietto vuoto sulla scrivania ingombra, ma senza trovarlo. «Beh, mettilo lì, appena ho finito con questo la leggo.»
Seth fece come gli era stato detto e uscì dall'ufficio. Decise di andare in sala relax: aveva proprio voglia di un caffè!
Quando varcò la soglia della stanza tre paia di occhi si posarono su di lui, fissandolo con sospetto. Seth si sentì a disagio e cercò di ignorarli, dirigendosi verso la macchinetta.
«Così hai un nuovo ufficio, vero Seth?» sbuffò Nikolas.
Seth iniziò a sentire il suo stomaco contorcersi, sperava davvero che non iniziassero a prenderlo di mira o gli facessero degli scherzi.
«Faccio solo il segretario, nulla di particolare» rispose lui, sperando che la conversazione non proseguisse.
«Già... e intanto ora devo fare IO il tuo lavoro!» replicò Jackson, infastidito.
Seth si sentiva quasi in dovere di giustificarsi, come quando era solo un ragazzino e i bulli della scuola lo prendevano in giro per ogni cosa lo riguardasse. Perché era troppo secchione, perché portava gli occhiali, perché era troppo debole e negato per lo sport. Anche allora Seth, impaurito da quei prepotenti, si giustificava continuamente con loro, come se quel semplice atto di sottomissione potesse farli smettere di tormentarlo. Ma ora era un adulto, non doveva avere paura, non doveva sentirsi obbligato a chiedere scusa, così si fece coraggio e continuò a prepararsi il caffè, ignorando i presenti.
«Beh, visto che hai tempo di fare la pausa caffè,» prese a dire Ashley, «puoi anche farmi trenta fotocopie di questo!»
La finta bionda, simile a una Barbie, gli porse un plico di documenti e Seth si sentì sconfitto. Avrebbe voluto ribattere, mandare una volta per tutte a quel paese quella piccola approfittatrice, ma non era nel suo carattere. Lui era docile, arrendevole e, forse, tutti gli scherzi e i soprusi subiti da giovane lo avevano segnato definitivamente.
Seth stava per allungare una mano verso i fascicoli, vedendosi impegnato per almeno un'ora a fotocopiare quelle pagine infinite, quando una voce dura e fredda sembrò squarciare l'aria.
«Perché invece non te le fai da sola?»
Duke era sulla soglia e stava rivolgendo ad Ashley uno sguardo assassino, tanto che la ragazza sembrò farsi più piccola di quanto già non fosse.
«Seth!» lo richiamò, senza aspettare che la ragazza gli rispondesse. «Mi porteresti un caffè? Poi avrei bisogno che mi facessi un'altra ricerca.»
«Subito» scattò il ragazzo, voltandosi di nuovo verso la macchinetta.
Seth sentì alle sue spalle i passi di Duke allontanarsi e, senza spiegarselo, un sorriso apparve sulle sue labbra.
Lo aveva forse difeso? O era capitato tutto per puro caso? O era successo perché Duke aveva davvero bisogno di lui?
No, era impossibile! Si stava solo illudendo. Meglio concentrarsi su quello che stava facendo.
Appena il caffè fu pronto, tornò nell'ufficio di Duke e glielo porse.
«Non svolgere altri compiti oltre a quelli che ti do io» disse, usando un tono di voce tranquillo.
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Un Eccitante Equivoco
RomanceSeth è un ragazzo buono, timido e solitario. Ha un lavoro semplice e una vita che potrebbe definirsi monotona. L'unica pecca di Seth è la sua ossessione per Kevin Harrison, uno dei più famosi porno star gay del mondo. Seth possiede tutti i suoi dvd...