Capitolo 32

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Clay

Duke gli fu addosso in un secondo, lo prese per la maglia e lo sbatté contro il muro con forza, togliendogli il fiato. Clay lo vide alzare il pugno, pronto a caricare un manrovescio, ma venne trattenuto da Gil.

«Lascialo stare, Duke!» urlò il giovane, difendendolo.

«L'ho visto strapparti la camicia!» ringhiò il fratello.

«E allora? Gliel'ho chiesto io!» ribatté Gil.

«Perché diavolo lo avresti fatto?» domando Duke, rafforzando la presa sul colletto della maglia di Clay.

«Perché stiamo insieme, santo cielo! Ora lascialo andare!»

«Cosa?» sbottò Duke, fissando il giovane con sorpresa. «Non puoi stare con uno così!»

«Non lo conosci nemmeno» lo difese Gil.

Il giovane tirò Duke indietro e finalmente Clay fu libero da quella mano d'acciaio. Respirò con affanno, spostandosi lentamente di lato per allontanarsi da Duke e avvicinarsi a Gil.

«Perché, tu sì?» sputò Duke. «Scommetto che ti ha sedotto mentre eravate a San Francisco!»

«No! Sono stato io che gli ho chiesto di uscire» rispose arrabbiato Gil. «E praticamente stiamo insieme dalla prima volta che ci siamo incontrati!»

Duke serrò la mascella, fissò il fratellino e poi Clay, sempre più irritato.

«Avrei dovuto dirtelo, lo so» continuò Gil, «ma... non ne ho avuto il tempo.»

«Potresti avere chiunque, Gil» sussurrò Duke.

«Ma io amo lui!» sbottò il giovane.

«Cosa hai detto?» chiese Clay, mettendogli una mano sulla spalla per farlo voltare.

Gil si girò lentamente, tenendo lo sguardo basso. Le sue guance erano rosso fuoco e quando alzò gli occhi, incontrando quelli di Clay, si morse il labbro inferiore.

«Davvero?» insistette il fotografo che smaniava dalla voglia di sapere.

Duke sospirò. «Vi lascio solo un momento, ma dopo tu vieni con me» fece, indicando Gil.

Dopo che fu uscito dalla stanza, Clay si avvicinò a Gil, prendendogli il viso tra le mani.

«Parlami, Gil. È vero quello che hai detto?»

«Sì» confermò, imbarazzato. «Ti amo.»

Il cuore di Clay esplose come un fuoco d'artificio dall'emozione e abbracciò il ragazzo, tenendolo stretto contro di sé.

«Ti amo anch'io, Gil.»

Il giovane si tirò indietro, ma solo per poter avere accesso alla bocca di Clay. La pretese con urgenza, facendogli sentire tutto l'amore che gli aveva appena dichiarato e lui rispose con fervore, finché entrambi rimasero a corto di ossigeno.

«Ora sì che ho voglia di scopare con te» sussurrò Gil sulle sue labbra.

Clay ridacchiò. «Forse è meglio che prima parli con tuo fratello, prima che si ripeta la scena di poco fa.»

«Già...» Gil guardò la porta chiusa e poi tornò a concentrarsi su Clay. «Ci vediamo stasera?»

«Certo. Scrivimi se hai bisogno di... qualcosa» propose Clay.

«Tranquillo, dolcezza.»

***

Gil

Gil uscì dall'ufficio di Clay, trovando suo fratello ad aspettarlo nel corridoio, appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto.

Il suo sguardo di disappunto fece dolere il suo cuore più di quanto fossero mai riusciti a fare i suoi genitori, perché per Gil il fratello era l'unico componente della sua famiglia alla quale ci teneva davvero.

In silenzio Duke si diresse verso l'uscita, sicuro che Gil lo avrebbe seguito. Uscirono dallo studio fotografico salutando la segretaria e salirono sull'auto di Duke, ma questi non la accese, rimase seduto dietro il volante, fissando le chiavi che continuava a rigirarsi tra le mani.

«Lo so che Clay non ti piace e che con te e Seth non si è comportato bene, ma ti assicuro che è un bravo ragazzo» disse, sperando di iniziare una conversazione.

Duke sospirò. «Davvero sei innamorato di lui?»

«Sì.»

Suo fratello si voltò a guardarlo negli occhi. «Ti tratta bene? È buono con te?»

Gil sorrise. «È il miglior compagno che abbia mai avuto.»

«Ok... Mi sono spaventato prima...» confessò Duke, quasi a disagio. «Quando ho aperto la porta lui ti stava strappando i vestiti di dosso e io... non c'ho più visto! Tu sei il mio fratellino!»

«Ehi! Non ho più dieci anni!» ribatté Gil.

«Lo so. Quello che volevo dire, è che forse ho esagerato.»

«Forse?» lo incalzò Gil, alzando un sopracciglio.

«Beh, tu avresti anche potuto dirmelo prima.»

«Quindi ora... è tutto a posto?»

«Sì, ma stasera verrai a cena da noi, con Clay» gli impose.

«Non è che io sia molto propenso a lasciartelo avvicinare di nuovo» borbottò Gil, protettivo.

«Dici che è una brava persona, giusto? Bene, allora fammelo conoscere, almeno non sarò perennemente in ansia a saperti con lui.»

«D'accordo.»

Duke mise in moto la macchina e si diresse verso l'ufficio. Il viaggio fu silenzioso, ma Gil non la prese come una cosa negativa, anzi, l'invito che Duke gli aveva appena rivolto, poteva essere un buon punto di partenza per dimostrargli che il suo ragazzo era buono, dolce e degno di fiducia.

Poco prima di arrivare a destinazione, Gil tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare e compose un messaggio.

Gil: "Tutto ok. Stasera siamo invitati a cena da Duke, tutti e due."

Dopo qualche minuto, Clay rispose.

Clay: "Mi vuole cucinare per cena?"

Gil: "No, vuole solo conoscere il ragazzo di suo fratello."

Clay: "Ok."

Gil sorrise a vedere quella semplice risposta, sapeva che Clay probabilmente aveva mille cose da dire, ma odiava scrivere con il T9, quindi si limitava spesso a brevissime risposte.

Gil gli inviò ancora l'indirizzo di casa di Duke e gli disse che lo avrebbe aspettato per le nove.

Ricevette un altro "ok" proprio mentre Duke parcheggiò l'auto. Salirono con l'ascensore e andarono verso l'ufficio di Seth, trovando quest'ultimo a lavorare dietro alla propria scrivania.

«Ciao» lo salutò Duke.

Seth alzò un sopracciglio. «È successo qualcosa?»

«Chiedilo a lui» rispose Duke, indicando Gil.

Gil sospirò, sentendo gli occhi di Seth addosso.

«Io e Clay usciamo insieme» spiegò.

«Oh» fece Seth, guardando il proprio compagno.

«E stasera veniamo a cena da voi» continuò Gil.

«Ah!» bofonchiò Seth, alzandosi in piedi. «Ok, dovrò... comprare qualcosa da mangiare... Vuoi che inviti anche Kevin?»

Gil temette il peggio a quella domanda, ma suo fratello rimase calmo e tranquillo.

«Sì, così posso parlargli.»

«Parlargli di cosa?» chiese, senza riuscire a trattenersi.

«Lo saprai stasera a cena» rispose suo fratello.    

Un Eccitante EquivocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora