Capitolo 4 - Hey You!

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Tornai a casa rintontito dalla serata, eravamo andati oltre e Gustav aveva pure vomitato per strada.

Mi svegliai al pomeriggio e quando presi il telefono scattai in piedi, era tardi e avrei dovuto andare a fare uno shot tra mezz'ora per una rivista di moda. Nella pausa con i Tokio Hotel avevo pensato a dedicarmi a qualcosa di più personale.

Il mal di testa del dopo sbornia mi pulsava forte nella tempia mentre cercavo di alzarmi infilandomi le ciabatte. Spalancai le finestre e andai a farmi una doccia per rilassarmi i nervi e svegliarmi un attimo.

Mi vestii e senza mangiare in fretta uscii con la macchina per dirigermi allo studio di moda di Berlino.

- Ciao Bill! Che piacere vederti! - mi disse Marykate che oltre ad essere la ragazza di Georg da un pò di tempo era la mia truccatrice personale.

- Ciao Mary, sono pronto non far caso alla mia faccia ma mi son svegliato da poco -

- Dove siete andati ieri che eravate tutti così stanchi? Anche Georg non ha aperto occhio fino a qualche minuto fa -

- Oh siamo andati in un locale a bere qualcosa niente di più -

- Immagino che locale - disse Marykate con tono lamentoso.

Mi misi a ridere facendole capire che non avevamo fatto nulla di male.

E poi un flashback mi ricondusse alla serata: quella cubista che ballava. Non me la ricordavo da quando mi ero svegliato eppure ora che mi era tornata in mente sentivo le farfalle nello stomaco incuriosito da sapere chi fosse o almeno come si chiamasse.

Iniziammo il book fotografico e feci alcune foto in bianco e nero e altre solamente di profilo. Il fotografo era stato colpito fortemente dal mio naso definendomelo "fine e perfetto" e dai miei lineamenti dicendo che era scioccato dal fatto che sembrasse la pelle di un neonato quella del mio viso.

Non so bene come io e Tom facessimo a non avere neanche un brufolo, avevamo la pelle di porcellana e forse era anche per quello che sembravo una femminuccia, perchè di solito il maschio era rappresentato come rozzo e virile ma non era nel mio caso. Anche a me piacevano le ragazze ma non tutte, ecco dov'era la mia selezione. Io ero un etero particolare probabilmente, perchè se una femmina non mi fosse piaciuta sentimentalmente non me la sarei mai fatta. Era contro la mia natura proprio.
A Tom invece bastava che respirasse fino a qualche anno fa e poi anche se era un cesso era contento. Mia madre ci ha concepiti in un'unica sacca ma secondo me erano separate e non se n'è mai accorta. Pensai ridendo.

Salutai lo Staff e la ragazza di Georg e poi con la macchina feci per tornare a casa, sarebbe venuta Ariel con Angelika e Tom.

Mentre ero per strada mi accorsi che la fame mi stava divorando lo stomaco, non avevo mangiato nulla prima di uscire di casa e decisi di andare a in un fastfood situato vicino a casa mia. Non era molto affollato durante la settimana quindi potevo stare tranquillo che nessuno mi avrebbe assalito.
Le fans dei Tokio Hotel dopo il Tour si erano "apparentemente" ritirate.

Parcheggiai ed entrai, quando ad un tratto due o tre ragazze che lavoravano lì mi chiesero l'autografo. Annuii pregandole di non starnazzare poichè sarebbe andato in delirio il ristorante. Ordinando alzai il cappuccio del mio gillet in modo da far passare inosservati almeno i capelli e mi voltai a guardare l'ambiente in attesa di essere servito.

Il mio sguardo si fermò sull'ultimo tavolo in fondo alla sala, era lei! Cazzo era lei! La ragazza del night!

Era presa a messaggiare col suo telefonino e a vederla alla luce del giorno non era così evidente e volgare come la sera prima a dir la verità. Era bellissima ed aveva i capelli neri raccolti in un pinzone con una semplice felpa bianca. Era carina nella sua semplicità.

- Tieni sono 10,50€ - mi disse una ragazza porgendomi il vassoio.

- Grazie tieni pure il resto sono già pieno di monetine nel portafoglio - dissi ridendo afferrando il vassoio.

Fissai la ragazza al tavolo e poi pensai una mezza volta di andarmi a sedere di fronte a lei, ma sapevo che era una cazzata così scossi la testa eliminando quel pensiero azzardato dalla mente e mi andai a sedere al tavolo dell'altra fila; i nostri sguardi si potevano incrociare in obliquo da quella postazione.

Iniziai a mangiare e lo stomaco smise di brontolare, la ragazza di tanto in tanto mi guardava e io la seguivo con la coda dell'occhio. Chissà se lei sapeva chi fossi? Cioè insomma con ogni ragazza che incrociavo casualmente per strada non potevo parlarci a causa delle troppe urla. Invece lei era impassibile come se i Tokio Hotel e Bill Kaulitz non sapeva manco che esistessero. Capisco i gusti musicali ma almeno un pò di eccitazione sapendo che una star ti sta fissando!

Si accorse che la stavo puntando un pò troppo ma non potevo staccarle gli occhi di dosso. Che figura di merda, pensava sicuramente che fossi un cazzo di pervertito!

Si alzò irritata e di scatto prese la borsa dirigendosi verso la porta e io in preda al panico non volevo mi scappasse di nuovo così mi alzai a mia volta e corsi fuori dal ristorante.

Mi azzardai a fermarla da un braccio, come se avessi la confidenza appropriata per poterlo fare. In quel momento la mia mano strinse il suo braccio mingherlino e lei si voltò verso di me spalancando gli occhi, quegli occhi grigi come il ghiaccio.

- Ma che cazzo vuoi? - mi disse con tono secco.

- Ciao anche a te - sdrammatizzai sorridendole.

- Lasciami andare o chiamo la polizia, Bill Kaulitz o come diavolo ti chiami -

- Si io sono Bill, ma non penso che la polizia abbia tempo da perdere per così poco, ti ho solo fermata, ti ricordi di me? -

- Non mi sembra ci siamo mai conosciuti, so chi sei, uno snob come tutte le celebrità e adesso lasciami andare grazie. - replicò sbuffando.

Era tosta la ragazza.

- Beh accetto i tuoi pregiudizi ma io sono il ragazzo che ieri sera fissavi dal palco in quel Nightclub! Ne sono sicuro che fossi tu, hai degli occhi che riconoscerei fra mille! - dissi diventando serio.

Volevo solo conoscerla non pensavo di essere cosi fastidioso.

- Ehm.. Si.. Ho capito ma ora lasciami andare, è tardi e ho da fare - disse quasi imbarazzata forse per averla vista lì, ma diamine era il suo lavoro!

- Ti posso accompagnare se vuoi - dissi mostrandole le chiavi della mia Audi R8

- No grazie in macchina dei ricconi non ci salgo, preferisco a piedi, ciao - mi disse stringendosi la borsa in spalla e allontanandosi.

- Mi dici almeno come ti chiami? - le urlai deciso.

- Kristina e adesso sparisci grazie - mi disse senza neanche voltarsi.

Kristina, che nome fantastico, le si addiceva proprio e devo dire che come prima conversazione non era andata poi così male.

Bravo Bill.



Dream Machine {BILLKAULITZ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora