Capitolo 20 - Annalyza

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Nel tragitto in macchina fino allo studio io e Kristina toccammo ancora discorsi riguardanti noi due. Di lei capii molte cose, ma una forse la più importante era che oltre ad essere uno spirito libero, riusciva a penetrarmi il cuore e a capirmi al momento giusto con solo uno sguardo. Il mio concetto di anima gemella era effettivamente quello, la simbiosi con una persona.

Iniziavo davvero a godere della serenità standole affianco in quei giorni. Non pensavo che da un semplice discorso nascesse questo legame tra noi due e soprattutto viste le differenti vite: io ricco e famoso e lei povera e vittima della malavita. L'unico problema era quello per la quale mi ero bloccato qualche minuto prima; eravamo eccitati entrambi e con la voglia di toccarci e andare più in fondo, solo che l'effetto che mi faceva era talmente forte che avevo persino paura di non poterla soddisfare. Avevo paura di sbagliare un movimento o qualcosa. Lei era anche più povera di me economicamente ma più ricca sicuramente di sicurezze e di forza. Lei era forte e determinata e con una nota di fondo tenera e sensibile. La sua sensibilità dovevi cercarla bene perchè in superficie non si vedeva, ma c'era. Io sentivo la sua sensibilità quando riuscivo a toccarla nel cuore con le parole e a farla sentire viva. Riuscivo a vedere la sua sensibilità quando parlavamo insieme e quando provavo ad aiutarla con tutte le mie forze ad uscire da quel tunnel abusivo nella quale era cascata.

Avevamo smesso di parlare dei suoi problemi per spostare i riflettori su di me, ma non volevo andare a fondo nel mio passato. Mi bastava averle detto di essere stato innamorato e nulla di più, non contava niente chi ero prima, contava quello che ero adesso, cosa volevo ed io lo sapevo bene, volevo lei.

*****

- Buongiorno ragazzi ditemi - mi disse il tizio della reception.

- Avrei bisogno di parlare con Annalyza - dissi impaziente.

- Provo a chiamare l'interno per verificare se vi può ricevere - disse alzando la cornetta.

- Va bene -

- Bill mi tremano le gambe, sei sicuro? - mi disse Kristina girandomi di spalle nell'orecchio.

- Stai tranquilla piccola - le dissi spontaneamente.

- Non fare il romanticone con me - disse trattenendo le risate per non fare una figuraccia con il tipo elegante che parlava al telefono.

- Un attimo solo signora...
Allora la signora Annalyza vi aspetta al quarto piano, prego da quella parte - disse quel ragazzo sulla trentina indicandoci gli ascensori sulla sinistra.

Ci avviammo ringraziandolo entrambi e l'ascensore si chiuse dietro di noi.

- Sono agitata Bill -
- Smettila con queste sciocchezze e fidati di me - dissi facendo un segno con la mano.

L'ascensore si aprii e di fronte a noi trovammo una stanza a due porte. Era enorme e metteva agitazione. Mi sembrava di essere all'interno del film "il diavolo veste prada".

Bussai alla porta con Kristina affianco a me che si sistemava i capelli ansiosa di entrare.

- Avanti - disse la voce raffinata di una signora matura.

- Buongiorno - dissi sorridendole. Ero agitato anch'io a trovarmi di fronte ad una delle più rinomate stiliste al mondo.

Il suo studio era enorme e dietro la sua scrivania di legno pregiato si poteva ammirare una facciata interamente in vetro con una spettacolare veduta di Berlino dall'alto.

- Oh chi si vede. Buon giorno signor Kaulitz - disse sorseggiando la tazza di caffè seduta sulla poltrona.

- Buongiorno signora - disse Kristina vergognandosi.

Dream Machine {BILLKAULITZ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora