Capitolo 31 - Plane

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- Perchè hai permesso che tuo fratello spacciasse? - accavallai le gambe aspettando spiegazioni. Ero annoiato dal fatto che c'erano tasselli mancanti in tutta la loro storia. Io ero stato sincero con loro fin dall'inizio e volevo che la cosa fosse reciproca. Non volevo obbligare nessuno a raccontarmi i fatti propri ma Kristina non era un "qualcuno" a caso. Era la ragazza che a me interessava da matti ed esigevo risposte.

- Bill non crederai che sono io che glie l'ho permesso? - domandò Kristina mettendosi una mano sul petto.

- Beh ecco.. Tuo fratello spaccia per Raven era ovvio che tu lo sapessi! -

- Si.. É vero.... Lo sapevo... Ma non l'ho mai permesso, anzi, ho cercato di indirizzarlo bene ma non sono riuscita del tutto ecco... Rischiavamo di farci ammazzare e tutt'ora siamo in pericolo - disse Kristina cercando di sfogare l'energia negativa che aveva in un sospiro malinconico.

- Io capisco la vostra situazione... Ma Simon è quello in pericolo davvero se continua a farlo! Fuma anche lui erba e non mi dire che non riesci ad accorgertene... Eddy non ha fatto nulla di sbagliato raccontandomi dei soldi che mi aveva rubato... -

Dopo che pronunciai quelle parole Kristina passò da amareggiata a sorpresa. Spalancò occhi e bocca e poi mi domandò:

- Quali soldi? Ecco cosa intendevano prima! I soldi! Me lo ero dimenticata... Che soldi Bill? Non so di cosa stai parlando -

- ...Simon ha rubato dei soldi..abbastanza soldi... Dal mio studio...per pagare dei debiti e Edward me lo ha confidato perché stava male e voleva aiutarlo - dissi appongiando i gomiti sulle mie ginocchia.

- Che...che..cosa? - gli occhi le si riempirono di lacrime.

- Non preoccuparti... Non è nulla di grave... Non mi interessa dei soldi mi interessa che stiate bene! Non te la prendere con Simon ti prego - dissi appoggiandole istintivamente una mano sulla guancia e accarezzandogliela.

Kristina si alzò fregandosene delle mie preghiere e uscì dalla mia camera sbattendo la porta.

Ora cosa sarebbe successo? Dovevo intervenire.
Mi alzai e uscii a mia volta per seguirla e una volta arrivato in salotto assistii ad una scena terribile: Kristina aveva appena tirato un ceffone in faccia a suo fratello che stava finendo di mangiare a tavola.

- Ma che cazzo fai? - disse Simon scattando come un'anguilla sulla sedia

- Sei un vigliacco! Come hai potuto rubare dei soldi a Bill che ha avuto tanto amore nell'ospitarci in questa casa? Sei una vergogna Simon! Non solo fumi come ha detto il commissario ma spacci e sei diventato un ladro! - Urlò Kristina di fronte a lui.

- Ormai l'ho fatto! E me ne sono già vergognato abbastanza di questo! Io fumo perchè ne ho voglia e spaccio perchè non ho soldi! - urlò Simon toccandosi la guancia che probabilmente gli doleva.

- Non mi ero resa conto del fatto che li avessi rubati... Ero presa dal pianto qualche ora fa.. Ma adesso che la situazione mi è chiara so io cosa fare! Ce ne andiamo! - Sbottò Kristina correndo per le scale tirandomi una spallata senza farlo apposta.

Guardai i due gemelli con un'aria che dispiaciuta era dir poco. Eddy mangiava senza alzare la testa e Simon non si degnava di guardarmi.

Fu lì che dovetti intervenire per rimediare. Kristina non poteva andarsene e lasciarmi qui, non poteva senza di me. Avevo bisogno di lei intorno a me come droga per il mio corpo.

- Simon io... - dissi poggiandogli una mano sulla spalla per confortarlo.

- Bill. Lasciami in pace - lanciò le posate nel piatto e si alzò dirigendosi in camera sua ma io non lo lasciai. Quando mi passò di fianco lo fermai con una mano sul petto. E lo spostai indietro:

- Avanti vieni con me - dissi guardandolo per tranquillizzarlo.

Simon sospirò e poi mi seguì. Uscimmo di casa lasciando Eddy e Kristina e ci dirigemmo sotto il ponte, vicino al fiume principale per fare una passeggiata e schiarirci le idee.

- è incredibile che faccia caldo ancora a quest'ora - dissi sventolandomi con la mano.

Simon si limitò ad annuire.

- Simon ci sei? - dissi mentre passeggiavamo fianco a fianco.

- Bill senti voglio tornare a casa non sono dell'umore giusto -

- Smettila diamine! Adesso voglio sentire la tua versione... Se sono qui con te non è perchè ti odio ma perchè voglio chiarire! - dissi parlando da fratello maggiore.

- Non volevo fare quel gesto... Sono stato un maleducato e irrispettoso.. Mi dispiace - disse quasi singhiozzando.

Spalancai gli occhi e lo vidi quasi piangere, gli occhi erano lucidi e le sue mani tremavano.

- Hey avanti... Non è nulla di grave.. Se l'hai fatto per risanare un debito è stato meglio così... Mi auguro solo che tu non spacci più Simon, ti devi allontanare da quelle persone -

- Bill ma come faccio? Raven ha il controllo su di noi da anni.. Ho paura di beccarlo per strada ora - disse iniziando a lacrimare di volta in volta pulendosi con le dita.

- Senti.... Ho una proposta da farti... Non solo a te ma anche ai tuoi fratelli - dissi ricordandomi del mio discorso con Tom.

- Che cosa Bill? -

- Andiamocene via da qua! Partiamo Simon! Andiamocene in America! Tom ha trovato una casa lì saremo più al sicuro... Non avrai più timore! E vivrai una vita decente! -

- Io...io... Non lo so mi sembra tutto così strano e poi non abbiamo soldi! - Disse iniziando a gesticolare.

- Stai tranquillo, per questo ci sono io. -

- Bill posso chiederti una cosa? -
- anche due -

- Perchè fai tutto questo? Cosa c'è tra te e Kiki? -

Gelai. Non sapevo come reagire a quella domanda.

- Beh ecco... È lungo da spiegare ciò che provo per lei ma giorno dopo giorno sto iniziando ad... -

- Amarla? - disse Simon sorridendo come uno stronzetto.

- Si... Tanto... È speciale per me e io vi ho presi a cuore appena vi ho conosciuti - dissi sistemandomi la canotta.

Simon si avvicinò e mi abbracciò. Dovetti abbassarmi leggermente per reggere l'abbraccio e sorridendo lo ricambiai fortemente.

- Grazie fratello - disse dandomi una pacca sulla schiena

- Prego! Ti voglio bene... - risposi un pò timidamente.

Simon si staccò da me e poi estrasse una sigaretta dalla tasca dei pantaloni larghi.

- mi viene da ridere perchè io ero il primo che faceva quelle cose alla tua età - dissi prendendone una delle mie.

Continuammo a parlare alleviando il dolore di ciò che era successo e abbandonandoci alle risate.

Simon meritava di uscirne pulito e meritava di andarsene da la, così organizzammo un piano che solo noi due sapevamo e avevamo accordato durante il continuo della passeggiata.

Dream Machine {BILLKAULITZ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora