Capitolo 24 - Problems

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Iniziai a preoccuparmi quando guardai l'orologio e scoprii che Kristina non era ancora uscita dalla sua stanza nonostante fossero le cinque passate del pomeriggio. Le giornate erano lunghe e quindi il sole spiccava ancora fuori dalle finestre grandi del mio soggiorno.

I gemelli erano tornati da scuola come ogni giorno e senza parlare troppo avevano mangiato ed erano andati nelle rispettive camere a farsi gli affari propri.

Io avevo passato il pomeriggio in preda alla noia e bazzicando sui Social per leggere alcune notizie.

Andai a prendermi un estathè al limone nel frigo quando all', improvviso vidi davanti a me quella ragazza triste e segnata che aveva i capelli scompigliati ed il pigiama già addosso.

- Tutto bene? - chiesi avvinandomi al tavolo.

- No per niente - disse lei sedendosi e appoggiando la testa sulle braccia rannicchiate sul tavolo.

D'istinto misi la mano tra i suoi capelli neri e iniziai a coccolarla. Ogni volta che la toccavo ogni parte di me si accendeva.

- Troveremo una soluzione, che ne dici di cambiare numero? - domandai per cominciare.

- Non servirà.. Raven vuole uccidermi e ce la farà, in tutti questi anni mi ha già uccisa dentro - disse Kristina con tono "rassegnato".

Iniziai ad arrabbiarmi con lei forse d'impulso, ma non sopportavo che glie la desse vinta in questo modo. Era la prima volta che alzavo la voce con lei.

- Basta! Adesso la devi smettere! Questa persona ti ha già rovinato abbastanza devi tirare fuori le palle e denunciarlo! Non devi fare la pecora che aspetta di essere mangiata! Ti ha rubato gli anni più belli che la vita ti regala e tu stai qui a fare niente? - quando finii di urlare mi resi conto che avevo esagerato. Non dovevo trattarla in quel modo; vidi i suoi occhi spalancarsi e le guance arrossirsi dal nervoso.

Kristina si alzò e venne verso di me tirandomi uno schiaffo in faccia così forte che mi dovetti massaggiare la pelle nei minuti seguenti.

Mi aveva schiaffeggiato e poi se n'era andata fuori. In pigiama.

Rimasi sbigottito di fronte a quello che era appena successo: io avevo urlato addosso alla ragazza che mi piaceva (cosa che non era da me) e lei mi aveva appena tirato uno schiaffo.

Mi alzai dal tavolo e improvvisamente una scossa di adrenalina mi partì dal basso verso l'alto fino a farmi imbufalire del tutto.

Presi le chiavi e uscii precipitandomi in macchina. Dovevo vedere Tom.

In neanche dieci minuti arrivai a casa sua e suonai.

- Hey - disse Ariel aprendomi la porta con Angelika in braccio.

- Ciao a tutte e due - dissi baciandole entrambe sulla guancia velocemente.

- Dov'è Tom? - domandai cercandolo.

- Sta suonando di là - disse Ariel indicandomi la cucina.

Percorsi il corridoio fino a trovarmi di fronte a Tom che strimpellava la sua chitarra elettrica. Staccai il jack e mi sedetti aspettando di essere calcolato.

- Hey ma che diavolo fai? - mi disse togliendosi la chitarra di dosso.

- Devo parlarti -

- Calmati che succede? Non ti ho mai visto così incazzato - disse perplesso.

- Tom ho un problema grosso e tu mi devi aiutare -

- Bill non starai mica combinando qualche guaio? Che sta succedendo? - domandò tirandosi il piercing con i denti.

Dream Machine {BILLKAULITZ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora