Capitolo 8 - Prostitute.

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Accompagnai Kristina che dopo essersi fermata a chiacchierare con me in casa mia decise di andarsene tornando ad essere fredda come in principio.

Non la accompagnai proprio sotto il portone ma all'inizio della via, per non rischiare che qualcuno ci vedesse come al mattino.

Tornai a casa e mi accorsi che avevo voglia di pranzare, non avevo mangiato perchè ero rimasto ad ascoltare i discorsi seri di lei che a dir la verità mi fecero rimanere concentrato nell'ascolto.

Quando mi raccontò della sua storia un nodo mi oppresse la gola, insomma lei oltre a fare la cubista che già di per sè era un lavoro un pò strano, faceva anche la prostituta. Mi ero preso di una prostituta? Come potevo andare a letto con una ragazza che era stata trapassata da altri ragazzi? Io sarei stato solo un numero per lei, era abituata ad avere rapporti con chi capitava e sicuramente il sesso per lei non era più un'emozione ma un semplice "movimento automatico".

Mentre mangiavo un piatto di pasta con una mano poggiata sulla guancia continuai a pensare a lei.

Ero partito troppo in fretta, senza pensare a chi realmente fosse. Mi ero già fatto qualche castello sul fatto che avremmo fatto sesso ma nella realtà dei fatti a malapena le avevo parlato e tutto ciò forse non si sarebbe mai avverato. Kristina mi disse anche che i suoi fratellini adoravano i Tokio Hotel e che lei non ci ascoltava semplicemente perchè non amava il genere ma che comunque avevo una bella voce.

Mi disse anche che dei quattro preferiva Tom, cosa alquanto ovvia, perchè lui era più sexy di me. Ma cazzo nessuno riusciva a capire che fossimo gemelli?!? Insomma dai, i visi erano gli stessi.

Comunque pensando e ripensando, rimasi preoccupato seriamente del fatto che lei vivesse in questa "gabbia", che Raven la obbligasse a vendere il corpo fragile e minuto che aveva per raccimulare una casa che sicuramente sarà stata priva di benessere e comodità.

Avrei dovuto escogitare un piano per poterla aiutare, in fondo anche se non le interessavo era una brava ragazza per me, che si meritava una vita decente come tutte le altre giovani donne.

Non le chiesi neanche il numero, perchè sapevo che non me l'avrebbe dato, e sarebbe stato poco prudente lasciare il mio numero a una ragazza che è pilotata tutto il giorno da individui loschi. Avrei dovuto trasferirmi.

Chiamai Tom, il mio psicologo personale chiedendogli di venire a casa per parlare un pò io e lui. Avevo bisogno della "terapia gemellare".

- Ciao Brother - mi disse dandomi il cinque.

- Ciao... -

- Che cazzo di faccia hai oggi? Sembri in botta di psicofarmaci -
Mi disse perplesso.

- No è che me ne son successe un pò da ieri sera e ho bisogno di un consulto con te... Sono un cretino -

- Dimmi va - mi disse sedendosi al tavolo, il solito tavolo dove da ragazzini parlavamo di ogni cazzata di fronte ad una birra.

- Prendo due birre - dissi.

- Allora... Sono riuscito a parlare con questa Kristina.. Tom è una prostituta... - dissi cercando comprensione nei suoi occhi.

- Ma che cazzo?! Cosa ci esci a fare con una così? - disse incredulo.

- Non lo so, mi è piaciuta sin dal primo momento e dietro la sua tragica storia c'è una ragazza che ha bisogno di aiuto.. La obbligano a prostituirsi per mantenere i suoi fratelli gemelli.. Non ha una casa se non la da a tutti! - dissi cercando il tono più consono alla questione delicata.

- Bill.. Non è musica per le mie orecchie questa, sai come sono le puttane! Ne abbiamo conosciute tante e me ne sono scopato un bel pò! Sono gente fredda e grigia.. Senza sentimenti. Tu con una così perdi solo tempo e sei una celebrità, hai bisogno di gente di livelli superiori. E poi cazzo ma tu puoi averne quante ne vuoi! Hai un mucchio di fans che urlano per te, apri gli occhi - mi disse Tom chiaramente preoccupato per me.

Dream Machine {BILLKAULITZ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora