Capitolo 30 - Twins fighting

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Ormai era pomeriggio inoltrato quando io ed Edward uscimmo dal commissariato. Kristina era ancora nell'ufficio con il commissario a chiarire bene la situazione. Edward non stava bene e aveva bisogno di riposare un pò forse, era triste per la reazione che avrebbe avuto Simon quando avrebbe saputo che mi era stata raccontata la faccenda dei soldi rubati. L'importante non erano i soldi in quel momento, ma che tutto si risolvesse per il meglio. Anche io ero affranto e sconfitto, giù di corda per questo motivo. Avevo aperto le porte di casa a una famiglia disperata e lo avevo fatto con il cuore in mano ed ero stato preso in giro e persino derubato.

In fondo sapevo che quei due ragazzini erano buoni e che se facevano quel che facevano era per esigenze primarie.

L'unica cosa che dovevo capire era perchè la loro sorella maggiore permetteva tutto questo, c'era ancora Raven che doveva saltare fuori e vedersela con me. Ma con tutto il trambusto di quel giorno me lo ero dimenticato e decisi di rimandare ad un altra volta. Mi ero calmato anche io da quell'attimo di nervoso che mi era preso la mattina.

Quando arrivammo a casa lasciai che Edward andasse a coricarsi e con la scusa chiamai un pò Ariel al telefono. Il nostro rapporto si era ormai trasformato da quando era nata Angelika ma non solo, da quando avevo conosciuto Kristina avevo occhi e cervello solo per lei, dimenticandomi un pò del resto che mi circondava. Durante la telefonata non raccontai l'episodio dei soldi perchè sapevo che una volta che lei lo avrebbe raccontato a Tom, lui sarebbe piombato qui a casa per urlarmi in testa ripetendomi la sua solita frase: << ecco te lo avevo detto >>, per ciò risparmiai la questione e parlai circa mezz'ora del più e del meno.

Quando chiusi la telefonata, sentii suonare dal campanello e d'istinto, come d'abitudine andai a guardare la telecamera, vedendo dall'obbiettivo Kristina e Simon che aspettavano di essere aperti.

- Fila dentro - disse Kristina lanciando Simon  praticamente sul divano e posando la borsa sul tavolo.

- Cosa succede? - chiesi andandole incontro.

- Niente che mio fratello è in punizione per il resto dei suoi giorni! Vai in camera tua bastardo! - Terminata quella frase  dispregiativa al massimo, Kristina si appoggiò al tavolo con entrambi i gomiti ed iniziò a piangere davanti alla mia figura scossa.

Mentre feci per andare da Kristina a consolarla alle mie spalle vidi spuntare Edward ancora un pò assonnato e di scatto Simon si girò guardandolo male, intuendo ovviamente che mi aveva raccontato tutto.

- Simon...t-tutto bene? - chiese Edward avvicinandosi a lui.

- Stammi lontano - disse Simon toccandosi la ferita al labbro ancora fresca.

- Dai ragazzi non litigate - dissi gesticolando per portare pace in quell'atmosfera tesa come la corda di un violino.

Kristina con la coda dell'occhio osservava i fratelli e intanto piangeva coprendosi con le mani ma io non potevo dividermi a metá e decisi di concentrarmi meglio sulla disputa  dei due ragazzini. All'inizio mi sembrava una lite passeggera ma la situazione si stava intensificando come potevo ben notare dai loro sguardi taglianti.

- Tu.. Tu che cazzo di fratello sei? Hai raccontato tutto!!!!!! - disse Simon sbottando e alzandosi dal divano evitando la presenza di me e Kristina, come se in quella stanza fossero da soli.

- Io l'ho fatto per aiutarti! Ero preoccupato per te! Mi fa male vederti in mezzo a quella gentaglia e dovevo dirlo a qualcuno di affidabile! - disse Eddy sfregandosi le mani dalla preoccupazione.

- E hai pensato di risolvere tutto dicendo a Bill che io gli ho fregato quei maledetti soldi? - disse Simon con le vene ormai piene di odio che gli spuntavano dal collo.

- Andiamo basta! Non è successo niente! - esclamai mettendomi tra i due iniziando a pensare al peggio.

- Non voglio che hai a che fare con Raven! - urlò Eddy imperterrito.

Mi sembrava di assistere ad un conflitto di uno che ce l'aveva con se stesso allo specchio.

- Lo sai che non possiamo liberarci di lui! È troppo pericoloso! - continuò Simon a squarciagola.

- E allora ti piace stare con lui! Non ti dispiace per Kristina e per noi!  - urlò Eddy infine al fratello.

Simon strinse i pugni e in un attimo diventò viola dall'ira che aveva in corpo.
Avevo l'immagine di fronte a me di una pentola a pressione che stava per esplodere.

La situazione era grave ed era grave soprattutto vedere due fratelli urlarsi contro in questo modo. Mi facevano accapponare la pelle.

Simon partì non curante che ci fossi io in mezzo e capii all'istante che aveva perso il controllo e quali erano le sue intenzioni, ammazzare di botte il fratello.

Edward si intimorì un pò ma poi anche lui arrabbiato decise di reagire e andargli incontro a sua volta ed io mi ritrovai coi pantaloni che mi stavano cadendo a forza di tenere Simon e spingerlo verso il divano per farlo nuovamente sedere. Era tosto di corporatura nonostante fosse più piccolo di me e mi era impossibile tenerlo fermo. Si stava dimenando come un pazzo di fronte alla sorella che aveva iniziato ad urlare:

- Bill fa qualcosa! Fermatevi ma siete pazzi???? - urlò piangendo Kristina.

- Finitela! - dissi infine spingendo Simon sul divano.

Dopo vari tentativi di calci e schiaffi Simon era seduto col fiatone e la vergogna stampata negli occhi e nell'orgoglio per l'accaduto.

Io avevo il respiro corto e veloce per la stanchezza, Kristina era spaventata in un angolo parlando da sola e disperandosi di come aveva potuto essere una cattiva sorella in tutti questi anni. Lei si sentiva la causa di ogni problema purtroppo.

Edward corse in camera sua chiudendosi a chiave e sbattendo la porta procurando un rumore forte e deciso e il suo gemello era rimasto seduto continuando a mordersi il labbro insistentemente.

- Sono una merda - disse poi continuando a fissare un punto morto di fronte a lui.

Kristina si era improvvisamente zittita dopo quella frase ed io mi sentivo un pesce fuor d'acqua tra loro due. Così decisi di allontanarmi dalla stanza per andare nella mia e attendere che le acque si fossero calmate definitivamente.

Simon sapeva di aver sbagliato a fronteggiare il fratello gemello come se fosse un nemico; Eddy aveva tradito in parte la sua fiducia ma se lo aveva fatto era solo per aiutarlo a tirarsi fuori dalla merda. Non avevo intenzione di penalizzarlo nonostante c'ero rimasto male, mi interessava che due persone dello stesso sangue tornassero ad essere amici e fratelli.
I legami superavano ogni cosa in qualunque circostanza.

******

Ormai era ora di cena e io ero sprofondato sul letto in un sonnellino di circa due o tre ore. Udii in lontananza la porta bussare e mezzo rintontito e con la bocca secca risposi un semplice "avanti".

- Si può? - Kristina era appena entrata nella mia stanza. Con un tono molto pacato e che mi infondeva tranquillità.

Mi alzai e mi misi seduto al bordo del letto facendole un sorriso e un piccolo cenno con ma mano invitandolaba sedersi vicino a me. Era stata una giornata faticosa, più lunga delle altre.
Io e lei avevamo una questione in sospeso e con tutta la raffica di disavventure non ne avevamo più parlato e ci tenevo, ci tenevo davvero a chiarire:

- Volevo dirti che è pronto, i ragazzi sono a tavola - mi disse osservandomi.

- Hanno fatto pace? - chiesi speranzoso.

- No, non si guardano neanche in faccia... Sono molto delusa dei loro comportamenti... - abbassò lo sguardo e unì le mani una sull'altra forse per darsi più forza.

- Anche io sono sbalordito... - dissi passandomi una mano tra i capelli neri e scompigliati.

- Già... - disse lei.

- Devo farti un paio di domande - dissi creando nei suoi occhi un velo di paura. Si sentiva la coda di paglia probabilmente. 

Dream Machine {BILLKAULITZ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora