Capitolo 12 - "Woman"

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Passai l'intero pomeriggio a casa e ad essere sincero non sapendo bene che fare mi misi al computer alla ricerca di alcune notizie su Kristina Wilson. La ragazza che piaceva a me.

Sentivo che avrei trovato qualcosa, non poteva passare inosservata:

Non trovai niente. Solamente degli articoli riguardanti alcuni suoi vicini di casa che in passato erano stati arrestati per spaccio. Era una ragazza più in incognito di quanto pensassi, non c'era su nessun Social, nessuna foto sua.

Niente di niente; era l'opposto di me e la mia immagine dato che bastava digitare su google la parola "bill kaulitz" per trovare un infinità di foto mie e del resto della banda.

Era difficile per me mantenermi normale nella vita in generale perchè tutti sapevano che la vita da vip era diversa, che avevamo soldi da buttare ma io con Kristina mi sentivo così naturale che al suo fianco mi sentivo solo "Bill" e non il cantante dei Tokio Hotel che tutti vedevano da fuori.

Il problema era che non sapevo ancora cosa voleva lei da me. Non sapevo se mi voleva fuori o dentro, era complicata e bisognava scavare a fondo per capire ogni suo minimo pensiero.

Io fui determinato già dal primo giorno che la vidi. Volevo averla e vederla, volevo già baciarla e viverla. Lei aveva oscillato per un pò tra un "vaffanculo lasciami stare" e un sorriso e quindi anche se sapevo di farla sentire stimata e corteggiata non mi era ancora chiaro di cosa volesse fare.

La cosa che volevo fare io era tirarla fuori da quello schifo e come al solito all'ora di cena le telefonai:

Nessuna risposta. Il telefono suonava a vuoto e perciò mi ero già iniziato a spaventare. Nella situazione in cui si trovava lei ogni giorno non potevo più vivere tranquillo perchè sapevo che da un momento all'altro l'avrebbero ri-abusata. Tutto per colpa di Raven. Io volevo denunciarlo ma il problema era la mia fama, non potevo mischiarmi in affari così loschi e denunciare un capo banda delinquente. Avrei messo in pericolo me e i miei familiari.

Dopo essermi distratto dai pensieri tornai alla realtà e decisi di prendere le solite chiavi per dirigermi a casa sua.

Stesso metodo di sempre: macchina due isolati dopo e incappucciato a piedi fino al suo portone.

Trovai il portone già aperto e correndo per le scale mi fermai davanti all'appartamento di Kristina. Sta volta non sentivo nessuna voce urlare perciò forse non c'era nessuno in casa.

Mi permisi di suonare il campanello e dopo qualche secondo la porta si aprì e la trovai lì sulla soglia sorpresa di vedermi:

- Quanto tempo - mi disse facendo finta di restare seria.

- Ciao si può? - dissi a bassa voce per non metterla a rischio.

- Si certo entra - disse spalancando di più la porta.

Entrai seguito da lei che dopo aver chiuso la porta mi fece strada in cucina.

Mentre percorrevo il minuscolo corridoio notai alcuni fogli sul letto della sua camera e mi feci prendere dalla curiosità affacciandomi.

Erano dei disegni magnifici, fatti a matita e con le sfumature nei punti giusti.

- Kristina! Cosa sono questi? - domandai urlando in modo che mi sentisse.

Arrivò di corsa e mi tolse i fogli di mano nascondendoli:
- Niente! Ehi non ti hanno insegnato a non toccare le cose degli altri?! - disse corrugando le sopracciglia.

- Scusami ma sono bellissimi! Li hai fatti tu? - domandai stupito.

- si li ho fatti io ma adesso li butto - disse provando ad accartocciare i fogli.

- Ehi no non ti permettere! Hai una dote incredibile perchè non me lo avevi mai detto? - domandai ancora.

- Perchè ci conosciamo da poco cosa pensavi che ti avrei raccontato vita morte e miracoli? Sai giá troppo sul mio conto per quanto mi riguarda - disse diventando seria.

-Ora ridammi i fogli Bill! - disse dopo che io glie li strappai dalle mani.

Li riaprii e osservai ogni minimo dettaglio di quei disegni. Erano dei vestiti e lei aveva usato ogni tecnica precisa per disegnarli.

- Perchè non hai coltivato questa dote? - le dissi guardandola negli occhi.

- Perchè non ho mai avuto il tempo - disse dispiaciuta.

Un mucchio di pensieri e dubbi trapassarono la mia mente fino a che una lampadina non si accese nella mia testa:

Ecco la soluzione! Era un'ottima desiner di abiti e perciò io potevo aiutarla! Insomma avevo sempre avuto in mente di creare un mio brand personale oltre ad essere un cantante e lei forse sarebbe stata di grande aiuto. Aveva tutte le qualità per farlo.

- Che ne dici se lavorassi per me? - le domandai sorridendo a trentadue denti.

- Cosa? Impossibile, non posso Bill.. - disse guardando per terra.

- Invece si! Sei giovane, bella e talentuosa perchè anzi che fare la vita che fai non provi a buttarti in questo settore? Ho tutti i finanziamenti possibili - dissi quasi implorandola.

- Ma bill... Come faccio da sola a fare tutto? - disse indecisa.

- Ci sono io per te - dissi scurendo il tono della mia voce.

Posai i disegni sul letto e mi avvicinai a lei mettendole una mano dietro al collo e mi avvicinai.

Sussultò dal contatto con la mano fredda e poi rimase immobile davanti a me.

Avvicinai il mio viso al suo e sentii un brivido corrermi lungo la schiena.

- Bill ti prego - disse Kristina evitandomi. Spostò la testa e andò in cucina e mi lasciò di nuovo lì come un deficente per la seconda volta.

La seguì in cucina e poi la scoprii seduta con il gomito poggiato sul tavolo, aveva uno sguardo sconfitto.

- Ho fatto qualcosa di male? - domandai sperando che non mi odiasse.

- No..-

- E allora perchè ti togli? Davvero non ti piaccio? -

- Bill..-

- Dimmi.. Sono qua.. -

- Si che mi piaci.. Anche se inizialmente ho pensato che tu fossi troppo femminile ho sbagliato, sei un vero uomo e attraente. Il tuo trucco nero ti fa sembrare originale e poi il tuo corpo slanciato mi fa venire la voglia di toccarti. Solo che non sono pronta! Non riesco ad aprirmi completamente ad una persona, ho bisogno di uscire fuori da sta merda. Ho bisogno di respirare e di ricucire le ferite che in tutti questi anni mi sono inferta, non sono mai stata corteggiata in questo modo e tu... Tu mi fai sentire una vera donna e non....una sgualdrina - disse fissando il vuoto imbarazzata.

Ero rimasto scioccato da quelle parole, la facevo sentire una vera donna ed era quello che mi importava. La desideravo tanto e volevo averla sempre vicino a me, finalmente avevo raggiunto un traguardo, quello di scoprire se le piacevo o meno.

- Ti lascerò tutto il tempo che vuoi e non ti obbligherò a spingerti oltre, per il momento possiamo restare semplici amici, io ti aiuto volentieri a recuperare la tua dignitosa vita e vediamo come va... devi solo fidarti di me - dissi accarezzandole la mano.

Strinse leggermente di più la presa e poi mi sorrise con gli occhi luccicanti.

- Grazie.. -

- Domani mattina ci vediamo e andiamo alla NewAgency a cercare un contratto per creare un brand! Ho bisogno di vestiti sia per i Tokio Hotel e poi anche per mia cognata Ariel. E poi li metteremo anche in vendita in modo che il guadagno vada principalmente a te - dissi cercando un pò di felicità nei suoi occhi.

- Domani? Già domani? -

- Si, porta il fascicolo con tutti i tuoi disegni inizieremo a fargli vedere quelli -

- Va bene allora domani mattina alle 8 fatti trovare pronta! -

[Allora come va? Vi piace come procede? 😘😘😘]

Dream Machine {BILLKAULITZ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora