Capitolo 26 - I have to tell you something

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Io e Tom rimanemmo svegli tutta la notte. Lui aveva voglia di parlare di cazzate ed io ogni secondo mi voltavo per controllare se Kristina stesse bene. Ogni suo minimo dolore lo percepivo anch'io e mi dispiaceva il fatto che quei mascalzoni ne avevano approfittato. Non era uscita di casa da neanche mezz'ora e già era successo un pasticcio. La fortuna non era dalla sua parte purtroppo.

Il mattino dopo ero appoggiato al tavolo sveglio come un felino mentre Kristina iniziava a girarsi da una parte all'altra del divano cercando una posizione per continuare il sonno; segno che si stava svegliando.

Tom, Ariel e la bambina erano in camera loro probabilmente a parlare dell'accaduto ed io che lì in mezzo non c'entravo niente aspettavo seduto che Kristina si alzasse per andare a casa. Non sapevo in realtà se avrebbe voluto venire ma almeno volevo spiegargli e parlare con lei dell'incidente della sera prima e della mia brusca reazione durante il nostro momento, il nostro primo momento, di intimita. Che io avevo ovviamente rovinato sul più bello per colpa della mia sensibilità, ero un disastro forse.

- Mmmmh...dove sono? - disse guardandomi ad occhi semichiusi

- Allora sei viva, siamo a casa di Tom - dissi sorridendo per tranquillizzarla.

Subito Kristina scattò in piedi spaventata guardandosi intorno e poi guardandosi i vestiti. Aveva la canotta del pigiama che non aveva tolto prima di uscire di casa e i capelli lasciavano a desiderare.

- Bill cosa ci fai tu qui? E io? Perchè siamo qui? Cosa diavolo è successo? - disse sedendosi nuovamente sul divano cercando spiegazioni.

- Ieri sera è successa una cosa brutta - esclamai grattandomi il capo.

- Lo so non aprire l'argomento perchè mi hai spezzato il cuore con il tuo comportamento - disse toccandosi le ginocchia.

- Non quello.. Intendevo dire che sei scappata di corsa al Weston Bar e quando sono arrivato ho scoperto che dei loschi tipi ti avevano drogata.. Buttandoti una pasticca nel cocktail.. -

Kristina spalancò la bocca stentando a credere alle mie parole.

- Non mi ricordo niente - disse provando a fare mente locale massaggiandosi le tempie.

- è normale.. Ora come stai? -

- Male voglio andarmene -

- Andiamo allora -

- No, non hai capito, non voglio venire a casa tua.. Voglio andarmene da sola -

Improvvisamente mi assalì la paura di perderla ancora prima di cominciare qualcosa di serio. Iniziavo a soffrire sentendo il modo in cui mi parlava.

- Solo questo mi dici? -

- Non ho nient'altro da dirti - disse seria ma con tono un pò bugiardo.

Annuii rispettando la sua scelta. Speravo solo che stesse bene dopo il fattaccio della pasticca e il cuore mi si lacerava nel vedere che lei era arrabbiata nera con me. Non sapevo come farmi perdonare e poi ormai si sapeva che lei era una tosta e orgogliosa che non cedeva mai.

I suoi lati della personalità erano fantastici ma decisamente complessi. A volte ti mostrava il pianto e la sensibilità e a volte il lato cattivo e deciso. Faceva quasi paura quando gli occhi gli cambiavano dal nervoso.

Kristina si alzò dal divano e uscì dalla porta di casa lasciandomi lì, come un pirla.

La dovevo lasciare andare? Si o no? Ero confuso. Forse dovevo bloccarla o forse dovevo lasciarla andare come avevo fatto. Forse sarebbe tornata lei da me appena si fosse tranquillizzata; un nodo in gola mi opprimeva. E non ero certo che si fosse ripresa del tutto con quella dormita.

- Buongiorno - disse Ariel venendomi ad abbracciare.

- Dov'è Kristina? - domandò Tom uscendo dalla stanza con Angelika in braccio.

- Se n'è andata dicendo che è arrabbiata con me - dissi guardando il pavimento.

- Come arrabbiata? L'hai aiutata quando stava male e se l'è presa pure con te? - esclamò Ariel provando tenerezza per me.

- Eh come vedi.. -

Ariel fece "no" muovendo la testa a destra e a sinistra in segno di stupore e disapprovazione.

- Non capisco scusa - disse Tom corrugando le sopracciglia.

- Lascia stare che te lo dico a fare vado a casa che.. Ho sonno... Grazie di tutto - mi alzai con le chiavi della macchina in mano e mi diressi verso la porta lasciando i due sposini in casa stupefatti dal mio comportamento.

Non potevo spifferargli il perchè Kristina ce l'aveva con me; non gli potevo dire che mi ero spaventato mentre lo stavamo per fare, delle sue profonde cicatrici sulla vagina! Erano suoi problemi e segreti e a me non piaceva la chiacchiera e la critica, anche se Tom era il mio gemello questo non glie lo potevo proprio dire.

Tornai a casa ascoltando un pò di radio e ogni stazione che cambiavo trasmetteva canzoni tristi. Che mattinata di merda.

Aprii la porta e all'interno ovviamente non trovai Kristina ma solo Eddy seduto sul divano a guardare la Tv.

- Ciao - dissi sorridendogli un pò a disagio. Chissà cosa aveva pensato del fatto che non eravamo tornati a casa.

- Ciao ho ricevuto il messaggio avete fatto festa? - disse sorridendo

- Più o meno - dissi sogghignando per finta.

Altro che festa.

Andai in bagno e quando uscii mi sentii chiamare da Eddy:

- Bill puoi venire per favore? -

Arrivai in soggiorno e vidi la televisione spenta.

- Dimmi pure -

- Siediti devo parlarti - disse diventando improvvisamente più cupo.

Un nodo mi premette la gola facendomi pensare al peggio su Kristina ma poi una volta seduto Eddy iniziò a parlare:

- Sai che ieri sera mi hai detto che posso considerarti un fratello maggiore? -

- Si certo - dissi mettendomi a sedere bene.

- Ecco.. Ho bisogno di confidarti una cosa che va avanti già da un pò... - disse guardando il vuoto.

Il cuore iniziò a battermi alla velocità della luce e se non avesse parlato entro tre secondi sarei svenuto dall'ansia.

- Non so da dove iniziare... Si tratta di Simon...e non solo - disse.

Subito mi tranquillizzai ma poi ripresi ad agitarmi. Cosa aveva combinato Simon?

Dream Machine {BILLKAULITZ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora