Diciassette

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Cammino piano verso l' aula di filosofia. Will è al mio fianco , calmo e silenzioso, mentre Jade continua a parlare di qualcosa riguardante una festa, ma io non l' ascolto ormai da un po', perché sono nervosa.
Lei per attirare la mia attenzione, mi sfiora il polso, e io sobbalzo come se avessi preso la scossa.
Non è stato il dolore per il livido che c' è nascosto sotto a farmi scattare come una molla, ma il fatto che qualcuno tocchi le mie ferite, come se sapesse che ci sono, che esistono, come se potesse vederle.
Non posso accettarlo.
D' istinto ritraggo la mano verso il petto.
- Scusa.-, dice Jade, non capendo bene il perché del mio gesto.
Io mi stampo sul volto un sorriso.
- Figurati, mi hai dato la scossa.-
Lei abbassa le spalle, rilassandosi.
- Mi dispiace, ma sai sono elettrica. Una bomba pronta ad esplodere. -, e mi fa l' occhiolino.
Poi si fa seria.
-A proposito, vuoi che venga con te in classe?-, dice indicando con il viso l' aula che mi si para davanti.
Scuoto la testa.
- Grazie , lo apprezzo, ma non succederà niente. -, dico, sminuendo la cosa.
Ma lei è Jade e mi conosce da una vita.
- Senti, puoi darla a bere a chi vuoi, ma non a me. Avrai anche potuto mantenere più che egregiamente il controllo con tutta la scuola, e scommetto che potresti affrontare anche un gruppo di zombie inferociti, ma adesso stai per entrare in un' aula, dove ci saranno sia Jake che Mark. Jake ti ha appena fatto una nuova dichiarazione/ minaccia d' amore e riconquista .E con Mark le cose non le hai lasciate bene dopo ieri pomeriggio. E adesso sei nel gruppo di lavoro con  loro due. Quindi dovrai passare un' ora intera a parlare con solo loro, perché lo avevate fissato una settimana fa, perché siete la temibile famiglia Blackwood, ma ora tu non lo sei più ufficialmente. Perciò cavolo ragazza, se ti chiedo se vuoi che venga con te, non fare la spavalda, perché so che hai una paura fottuta.-
Io la guardo e scoppio a ridere.
- Lo sai vero che se questo era un discorso di incoraggiamento, faceva davvero, davvero schifo.-
Jade muove i suoi capelli perfetti.
- Non era un discorso di incoraggiamento. Tutto l' opposto. Era più un modo per dirti: cazzo, puoi avere paura, sei umana, dimostra le tue emozioni, non fingere.-
Io resto immobile a fissarla, poi le sorrido, non è un sorriso esagerato, felice o altro, ma è timido, appena accennato, ma il più vero che possa fare. Ed è per lei, che è così diversa da me, che è così bella, curata, folle e vera e che mi conosce così bene. Per lei che non ha bisogno di parole per capirmi.
Basta uno sguardo, un gesto per leggermi dentro, più di quanto nessuno abbia mai fatto, più di quanto io permetta.
E questo mi rassicura, non mi fa sentire un' isola sperduta in mezzo al nulla.
- Grazie. Di essere mia amica. -
Lei scuote la testa.
- Oddio, siamo in fase smancerie? Ti portavo via da qui anche per meno.-, fa la dura, ma mi sorride.
La campanella suona.
Io faccio un bel respiro.
Jade si avvicina, allunga un braccio e mi scompiglia i capelli.
E io reprimo a stento un urlo per il dolore, che quel movimento lento e giocoso mi provoca.
Perché la cute sembra bruciare come acido.
Però resto immobile , così perfettamente ferma, che nemmeno lei, riesce a cogliere il mio malessere.
- Senti, eri troppo bella e già Jake è fissato con te, non è che proprio gliela devi far prendere così bene. Sii più brutta, tenta almeno.Non voglio che tu ritorni con lui. -, leggo qualcosa nei suoi occhi, poi però guarda Will, come ricordandosi che c è anche lui e continua la sua scena.
- Ti preferisco single. Dobbiamo divertirci amica. Io e te.-, poi abbassa lo sguardo.
Io annuisco, ma come lei conosce me così bene, anch' io la conosco e devo parlarle, perché c è qualcosa che mi nasconde e detto da me è davvero da ipocrita lo so, forse è per questo che lo capisco meglio .
- Su su, vai a lezione.-, la incito.
Jade ci pensa un attimo .
Mi sento una ragazzina il primo giorno di scuola, con i genitori apprensivi che l'attendono sulla porta , titubanti se entrare con lei o lasciarla libera.
E non so come mi venga in mente dato che mia madre non mi ha nemmeno mai accompagnata a scuola, ne' sia mai venuta a prendermi.
- Su.-, la caccio con la mano
- Okayyy.-, si volta.
- A dopo. E voglio i particolari.-
Io alzo gli occhi al cielo.
Guardo Will con il sorriso sulle labbra, ma appena incrocio il suo sguardo, mi spengo. Mi osserva, come se cercasse di capire qualcosa, è serio e riflessivo. Sembra triste e arrabbiato.
Io rimango ferma sotto il suo sguardo indagatore.
Lui arriccia appena lo bocca e poi mi supera, entrando in classe.
Io sbatto un attimo le palpebre.
- Signorina Blackwood, che ne dice se entriamo?-
Il professore di filosofia, mi indica la porta.
E io mi decido a varcarla.
Percorro con lo sguardo l' aula e due sono i punti su cui i miei occhi si focalizzano.
Non mi interessano le facce curiose dei miei compagni, ne' il fatto che tutti siano voltati verso di me.
No , io guardo verso un banco in fondo a destra, dove Will siede con altre due ragazze.
Appena incrocio il suo sguardo lo abbassa e si fissa le mani. Ma che accidenti è successo, rispetto a venti minuti fa?
Vorrei andare da lui e capire cosa è cambiato, ma mi sento chiamare ad alta voce.
Il professor Weating, mi guarda e mi invita a sedermi.
Direi che è più che normale, dato che sono impalata davanti alla porta.
Ma che accidenti devo fare?
Vado da Jake? Alzo appena la testa e lui mi sorride , spostando la sedia al suo fianco.
E poi , stupida come sono, faccio la cosa più sbagliata al mondo.
Poso lo sguardo sul ragazzo moro che gli è seduto accanto. Ed è come se un milione di  piccole gocce di rugiada si fossero posate sulle mie braccia e lungo la spina dorsale. Il mio folle cuore batte forte, come in un richiamo che solo lui conosce, attratto dalla sola luce per cui batte.
Stupido cuore.
Stringo la mano a pugno e mi conficco le dita nel palmo.
Dolore per scacciare questa sensazione.
Perché mi odio di provarla.
Di esserne succube. Soprattutto perché non riesco a controllarla, ma ne sono controllata, attirata in maniera imprescindibile.
- C' è qualche problema signorina Blackwood? Ci sono dei cambi di gruppo?-
Vedo Will alzare la testa , e sento che nella sua mente risuona il mio nome Emilia Brent. Leggo nei suoi occhi castani che vuole dirlo. Dire che non sono più una Blackwood, che in realtà non lo sono mai stata.
E vi leggo anche qualcosa di più. Un nuovo modo di vedermi, più profondo, che mi spaventa.
Ma la voce che frena tutto, ogni fruscio, ogni bisbiglio , ogni pensiero è solo una.
La sua.
Mark.
- Nessun cambio di gruppo. Emilia è una Blackwood . Niente lo potrà mai cambiare.  E i Blackwood rimangono uniti.-
E io incrocio quegli occhi scuri come il mare e rivedo quel bambino di tanti , troppi anni fa.
È il suo modo per chiedermi scusa, per farmi capire che io ci sono sempre stata e che sono parte della famiglia.
Della nostra famiglia.
In quegli occhi mi sento persa e allo stesso tempo a casa. E i miei piedi si muovono ancor prima che il mio cervello abbia avuto il modo di comandarli, perché quello che li muove batte più forte e con più prepotenza.
Jake si alza e mi sposta la sedia, come un gentiluomo dei secoli andati.
E mi sento in imbarazzo, perché è eccessivo, troppo esagerato, ma ho le gambe che tremano, perché ogni mia molecole freme come sotto una scossa elettrica.
Lo sguardo di Mark è su di me e io sono fuori controllo.
Perciò mi siedo .
Guardo verso la cattedra e cerco di capire cosa sta uscendo dalla bocca del signor Weating, anche se il mio cervello è in panne.
Sono accanto a Jake che continua a sorridere, poi si sporge verso di me e mi sussurra all' orecchio.
- Tutto come prima.-
Io mi volto di scatto e lo guardo.
Ma prima che possa dire una sola lettera, Mark mi precede.
- Jake, non è come prima. Lei ti ha lasciato. Non siete più fidanzati e per quanto ognuno a questo tavolo, abbia le sue diverse opinioni al riguardo , è così. Qualcosa è cambiato.-, poi mi guarda. Con quegli occhi che sembrano incatenarmi e che sono così dannatamente sinceri. Capaci di farmi più male di mille botte e di ferirmi più di mille parole.
Ma allo stesso tempo di scaldarmi e farmi sentire viva , come non mai.
-Emilia, io voglio solo che tu sappia che tu sei e sarai sempre parte della nostra famiglia, della nostra vita. -, i suoi occhi si scuriscono ancora di più.
-Della mia vita. E su questo non posso accettare obiezioni o scuse, perché tu sei essenziale per noi. Lo so, sono un egoista, bastardo, cazzone e insensibile.
Hai mille ragioni per odiarmi. Odiami se vuoi. Ne hai il diritto. Perché io non migliorerò, non sarò mai perfetto.
Mi odio così tanto per averti fatto stare male, perché è l' ultima cosa che voglio. Io ho sempre voluto solo il tuo bene. Sopra ad ogni cosa.-
Io mi accorgo a malapena di trattenere il respiro.
-E per quanto detesti che tu abbia lasciato Jake , lo accetto, ma solo perché voglio che tu mi prometta che non te ne andrai da noi, dalla nostra vita. Perché cazzo, ci sei entrata così dannatamente dentro che mi è mancata l' aria in questi giorni in cui non eri con noi.-
Ogni parola è stata poco più di un sussurro, che solo noi tre abbiamo sentito, eppure mi risuona dentro più di un urlo.
Mi strazia dentro e ricuce delle crepe che non sapevo di avere.
Che erano nascoste in me.
Io conto per lui.
Jake mi accarezza la spalla e io mi irrigidisco, perché non voglio essere toccata, non oggi.
E la scintilla che provo si affievolisce.
- Emilia, tu ci avrai sempre al tuo fianco. Come ha detto Mark, ci sei entrata dentro. In modo diverso, ma entrambi ti amiamo. Siamo una famiglia.E tu sei parte di noi.-
- E voi di me.-, ed è vero. Dannatamente vero. Perché senza di loro mi è mancata l' aria, perché sono ciò che ho di più caro.
-  Scusate se disturbo, ma qui c'è una lezione in corso e se volevate fare salotto potevate uscire.-, il professor Weating è proprio di fronte a noi con le braccia incrociate.
Jake alza la testa con aria di sfida, ma Mark si schiarisce la voce.
- Ci scusi.-
Anche se dal suo sguardo sembra più una minaccia.
Il professor Weating , sobbalza , si schiarisce la gola, poi annuisce e si allontana.
Il resto dell' ora lo ascoltiamo o almeno fingiamo. Dato che Jake continua a fare cerchi sullo schienale della mia sedia mentre vi tiene il braccio appoggiato sopra, ed io più di una volta gli lancio delle occhiatacce che lui ricambia con sorrisi.
È testardo. Ed io gli voglio bene.
E finché non mi tocca davvero posso sopportare.
Mark ha tenuto lo sguardo fisso sul professore per tutta la lezione, io ho fatto altrettanto.
La campanella suona, io faccio per prendere i miei libri, ma  Jake è più veloce e li afferra lui.
- Hai chimica dopo, giusto?-
- Conosci benissimo il mio orario, e fai schifo a fingere di fare una conversazione tranquilla.-, gli dico sorridendo.
Lui scuote le spalle.
- Okay, allora vado dritto al punto. Se ti accompagno alla prossima lezione, violo qualche parte del nostro accordo siamo solo amici? perché io vorrei tanto farlo.-
E mi guarda con il suo sguardo da cucciolo.
- No. Non fare lo sguardo da cagnolino con me, Jake.-,
Lui sbatte le ciglia e io sorrido.
Non riesco ad arrabbiarmi con lui.
- No, non violi un bel niente, se vuoi fare solo l' amico.-
- Ehi non puoi obbligarmi a non provarci con te. Se poi cederai al mio fascino sarà solo colpa tua.-, dice scherzando, anche se so che in fondo il suo piano di conquista non l' ha accantonato.
Mark è accanto a noi ed è sereno. Lo leggo sul suo volto, che è stanco, quasi come il mio, ma ora più felice.
Ci scambiamo uno sguardo e io mi sento al sicuro.
Passiamo dalla porta, poi sento qualcuno avvicinarsi al mio orecchio.
- Dobbiamo parlare.-
Mi volto. È Will.
Il mio sorriso svanisce appena lo guardo negli occhi.
Jake e Mark istintivamente si fanno più vicini a me.
E io so che adesso devo mettere alla prova le loro buone intenzioni, perché voglio sapere cosa passa per la testa di Will.
- Jake, puoi ridarmi i libri. Devo parlare con Will.-
- Puoi farlo anche qui.-, dice Jake, tenendo ancora i miei libri tra le mani.
Io lo guardo .
- Ma non vuoi. Ok. Non mi piace, ma ok.- e mi passa i libri.
Mark si è irrigidito e osserva Will con freddezza, anche se non dice una parola.
- Grazie. Ci vediamo dopo ragazzi.-, alzo la mano e li saluto.
Jake annuisce e Mark fa un cenno con la testa, non staccando gli occhi da me.
Will cammina poco più avanti di me e sembra teso.
Giriamo l' angolo, si guarda intorno, ci sono un po' di persone, ma tutte più lontane di noi.
Lui si ferma in un angolo e io davanti a lui.
In attesa.
Incrocia le braccia e mi guarda negli occhi.
- Chi è stato? Chi ti ha picchiata?-
E io smetto di respirare.

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