Appena chiudo la porta alle mie spalle sento il freddo della sera sulle mie braccia nude.
Vedo la pelle d' oca che si forma sulla pelle, ma i miei occhi sono attratti solo da lui e cammino verso Mark.
Non riusciamo a staccarci gli occhi di dosso.
Lui con la testa voltata verso di me e io che sembro come tirata da una corda invisibile verso di lui.
I suoi occhi con il riflesso della luna sembrano ancora più scuri, come un lago notturno.
Cavolo, non devo pensare a lui così.
Sono arrabbiata.
Accidenti Emilia , focalizzati sulla rabbia, non sul fatto che sei persa di lui da quando avevo quattro anni.
Non è rilevante adesso.
Anche se sembra un dio con i riflessi della luna che accentuano i suoi lineamenti e il modo in cui mi guarda mi fa tremare le gambe e battere forte il cuore.
Basta.
Rabbia.
Conta solo quella.
Mi metto di fronte a lui e appoggio le mani sui fianchi.
Tremo e non per il freddo. Odio il suo effetto su di me.
Lui si limita a fissarmi come incantato, come se nemmeno lui riuscisse a staccare gli occhi da me.
Ricordati che sei arrabbiata per come ti ha guardata.
Come se tu fossi una puttana, per come ti sei vestita.
Come fanno tutti con tua madre.
Mi ripeto in testa.
- Allora, sai solo guardare?-
Mi esce dalle labbra.
Oddio.
Forse non sembra un avvertimento minaccioso, ma più un ... invito.
I suoi occhi si scuriscono ancora di più ,se possibile.
Sembra un predatore, pronto a balzarmi addosso.
I muscoli del suo collo si tendono e si inumidisce le labbra.
E io sento solo il mio petto alzarsi e abbassarsi più velocemente e poi percepisco i capezzoli inturgidirsi e spuntare da sotto il vestito già fin troppo aderente.
Vedo i suoi occhi che cadono sul mio seno.
Un secondo.
Poi ritornano sui miei occhi.
Eppure mi scuotono nel profondo.
Sento caldo, lava bollente nelle vene.
Che mi percorre ovunque.
E il mio corpo, la mia mente sono in subbuglio. Perché non so cosa fare, come comportarmi.
È sbagliato che lui mi veda così, che noti i miei capezzoli, il modo in cui il mio corpo lo reclama.
So che è sbagliato.
Perché...
Non mi viene in mente nessun motivo, la mia testa è svuotata.
Tutto il sangue sta scorrendo nel mio corpo e la mia mente sembra fluttuare in uno strano limbo, dove l' unica cosa che voglio è che Mark continui a guardarmi così, perché è una tortura e un piacere così forte che mi sconvolge, che mi turba e mi eccita allo stesso tempo.
Senza nemmeno toccarci, tutto il mio corpo freme e si tende per lui.
Stringo le gambe in maniera istintiva, e sento un piacere, un desiderio che cresce, ma non si placa, che vuole essere soddisfatto.
È una sete, un bisogno che non ho mai provato prima.
Poi Mark si toglie piano la giacca e io posso solo guardare i muscoli delle sue braccia che si gonfiano e tendono e posso solo immaginare le mie mani su di loro, strette alla sua carne.
E poi allunga un braccio verso di me e io trattengo il respiro.
Sento il suo profumo.
E poi la sua giacca sulle mie spalle.
Lui si volta di nuovo , dandomi le spalle.
- Avevi freddo.-
E io spalanco la bocca.
Eh?
Freddo?
Io ero eccitata, volevo lui, il mio corpo lo reclamava e lui pensa che i miei capezzoli duri siano per il freddo?
Lo strattono per una spalla per farlo voltare.
- Ma che accidenti di problema hai?-
Gli urlo addosso.
Non ho più nessun controllo.
Mi sa che l' alcool ha fatto davvero effetto.
Lui adesso mi guarda, ma sembra non capire la mia rabbia.
E questo mi fa ancora di più innervosire.
- Sei ubriaco?-
Lui scuote la testa, non capendo bene il riferimento.
- No. Anche se lo stesso non si può dire per te.-, dice tagliente.
Che cosa? Vuole farmi la paternale.
Lo spintono, tirandogli una manata sul petto, cercando di non far caso al fatto che i suoi pettorali siano dannatamente duri.
- Bene, se non sei ubriaco, almeno stavolta non potrai accampare scuse su ciò che dirai o farai. Con te è meglio chiedere prima a quanto pare. Sai io voglio essere sicura che tu sia in te stesso quando sei con me. E soprattutto che tu non ritratti.-
Ma che accidenti sto dicendo??
Lui mi guarda e stringe le labbra.
È arrabbiato?
MA chissene frega.
Adesso tocca a me essere arrabbiata.
Gli tiro un' altra spinta.
Mi fa stare bene, toccarlo, spingerlo.
Perché sono arrabbiata, eccitata e in ogni caso ho bisogno del suo contatto.
Lo sento sbattere piano alla balaustra.
- Sei tu l' ubriaca qui. Non io.-
La sua voce è sexy e bassa.
- Ma io non ritratterò ciò che dico. Io almeno so cosa faccio.-
O almeno lo spero.
- Perché mi hai guardata come se fossi una puttana? Cos' hai contro il mio vestito? Per te dovrei sempre portare vestiti da educanda, accollati, altrimenti non sono all' altezza di Jake. O alla tua altezza.-
Gli vado faccia a faccia, sento il suo respiro sulle guance e cerco di respirare a mia volta.
Lui abbassa la testa verso di me e così siamo davvero a pochi centimetri l' uno dall' altra.
- Tu non capisci vero.-
E scuote la testa, come se non capissi la cosa più banale della terra.
Gli prendo il mento tra le dita per fare in modo che mi guardi.
E lo sento rabbrividire sotto il mio contatto, come se avesse preso la scossa da me.
Come se il mio tocco lo incendiasse.
Io sento ogni centimetro della sua pelle sotto i miei polpastrelli.
- No, non capisco. Illuminami.
Perché il modo in cui mi hai guardata, mi fa solo pensare che tu mi biasimi, che ti faccio schifo. Perciò dimmi la tua verità. Perché io non ci arrivo.-
Lui non mi guarda negli occhi, ma fissa i miei capelli.
Come se non ce la facesse a parlarmi e guardarmi allo stesso momento.
Come se fosse troppo.
- Emilia, tu sei già bellissima così. Non hai bisogno di svestirti per esserlo.-
- Oh mio Dio! L' hai detto davvero? Ma scherzi? Credi che basti la solita frase? Non ci credo che hai usato la stessa frase di ogni uomo. Patetico.-
E appena lo dico, spalanco gli occhi da sola.
Ho appena detto quello che ho detto?
Ho dato del patetico a Mark?
Oddio forse non reggo così bene l' alcool.
Lui a quel punto si abbassa e mi guarda fissa negli occhi.
Vi vedo l'angoscia, la disperazione, come se fosse un animale in trappola.
- Nessuno mi ha mai dato del patetico ,ragazzina.-
Si avvicina ancora di più e io respiro il suo odore.
- La verità? Bene, sei fottutamente bella con i tuoi abiti da educanda, con i tuoi vestitini colorati.
Così in maniera semplice.
Sei bella con le tue magliette bianche e i capelli legati.
Sei bella senza impegnarti. Semplicemente come sei.
Ma stasera, così...
con il tuo corpo in mostra, truccata, sexy.. con ogni centimetro fasciato dal pizzo ,nessuno riusciva a toglierti gli occhi di dosso.
Nessuno.
Sei una visione, una dea.
Ecco il mio cazzo di problema.-
Lo dice con una tale agonia, come se fossi una maledizione, come se lo stessi torturando.
Leggo nei suoi occhi tutto questo .
- Nemmeno tu?-
E senza volerlo, senza pensare, il mio corpo, stupido corpo, si avvicina ancora di più a lui, petto contro petto.
Trattengo il fiato e sento lui fare lo stesso.
E poi..
Si allontana, come se avesse ricevuto una frustata.
E mi sorpassa , aggirandomi.
- Perché vai a letto con le mie amiche?Perché ti fai Lydia sotto i miei occhi? Perché sei andato con Jade? È la mia migliore amica...-
Questa è la domanda che mi frulla in testa da giorni.
Ma adesso è solo una scusa per trattenerlo, per sentirlo ancora parlare.
Lui si volta e mi guarda.
Davvero. Tutta.
Il mio corpo, coperto sotto la sua giacca , il mio viso arrossato dal suo contatto, dalle sue parole e dalla frustrazione.
E guarda me, come solo lui sa fare.
- Perché non sono te. -
Corro verso di lui, e oscillo come un albero al vento, perché il mio equilibrio è precario.
Però lo raggiungo, mi metto davanti a lui e gli tiro uno schiaffo in pieno viso.
- Vaffanculo.-
La mia piccola mano sulla sua pelle più scura.
Poi l' abbasso e me la porto al petto, che si alza e abbassa veloce.
Lui l' afferra e la stringe forte tra le sue dita.
E rimaniamo in silenzio, occhi negli occhi, mentre i nostri respiri, cercano di calmarsi.
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Senza limiti
Teen FictionLui rimase immobile a guardarla, il suo petto si alzava velocemente sotto la maglietta bagnata, i suoi occhi la fissavano come due braci incandescenti. La bocca leggermente socchiusa, in cerca di ossigeno. Eppure era lei che non riusciva a respirare...