Tredici

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Sono passati cinque giorni.
Ormai mi sento un' ombra, una folata di vento, un sospiro. Niente di più.
Qualcosa che percepisci, ma di cui non ti curi.
Ecco io sono diventata questo.
È incredibile come ci si abitui ad essere invisibili, anzi come io non abbia avuto problemi a farlo.
Ma non me ne stupisco.
Ormai non parlo con qualcuno da quando ho rivolto quel " ciao", non ricambiato ad Henry , la settimana scorsa.
A scuola nessuno mi ha più rivolto parola . Anche i professori sembrano essersi dimenticati della mia presenza. All' appello, l' unico attimo in cui qualcuno dice il mio nome, alzo solo la mano .
A casa, mia madre ha un nuovo fidanzato ed io mi ho dovuto studiare i loro orari per fare in modo che coincidano con i momenti in cui non sono in casa. Ceno presto e porto tutto in camera. Per colazione mangio con più calma perché loro dormono fino a tardi.
Sento i loro rumori e le urla di mia madre.
Lui non l' ho mai visto di persona, ma solo dalla finestra, ed è uguale agli altri.
Niente di più , niente di meno.
Alto, bello, muscoloso e appariscente. Curato in ogni particolare ed estremamente troppo giovane per lei.
Infatuato della fama di mia madre e delle foto che appariranno di loro sui giornaletti da due soldi.
Mia madre sa che sono a casa, ma non mi ha mai cercata , ne' si è preoccupata se fossi viva .
Non che mi aspettassi niente da lei.
Mi sento una presenza, uno spirito in quella casa.
Non vomito più da cinque giorni, ma non sono felice.
Non mi mancano le attenzioni, ne' le parole vuote dei miei compagni, ne' la finta ammirazione per me.
L' unica cosa che mi manca sono i sorrisi di Jake e gli occhi di Mark.
Mi mancano loro, come l' aria.
Ed ogni volta che ci penso, mi coglie una morsa nei polmoni.
Mi manca il respiro.
A scuola ho incrociato un paio di volte lo sguardo di Jake e vi ho visto tanta tristezza. Lui non ha subito distolto lo sguardo da me, non come fanno gli altri ,perché... mi vuole bene. Sta male e gli manco, eppure crede che questo suo gioco, questa suo apartheid sociale che che ha creato intorno a me, possa farmi cambiare idea nei suoi confronti.
Ma purtroppo non è così.
Perché in tutto questo silenzio che mi circonda, ho potuto ancora di più capire me stessa e mi sono resa conto , senza alcun dubbio,che lui per me è solo un amico. Non l' ho mai amato, ne' lo amo ora.
Mi manca, più di Jade, ma con lo stesso sentimento.
Jade evita di guardarmi, anche se sento che percepisce il mio sguardo e tutte le volte che succede stringe gli occhi e respira forte, come se cercasse coraggio.
Coraggio per non parlarmi.
Non la odio, perché so che è più facile scegliere di sentirsi accettata dal gruppo e appoggiata, piuttosto che andare controcorrente. Ma anche se capisco, sto comunque male, perché mi manca. I suoi sorrisi, i suoi melodrammi e la sua spigliatezza.
Mi manca la mia amica.
E poi c'è Mark.
Mark...
Con lui è tutta un' altra storia.
Lo è sempre stata in realtà.
Se con gli altri, li sfido, provo a guardarli , a vedere le loro reazioni, con lui è diverso.
Non ho mai avuto il coraggio di posare il mio sguardo su di lui in cinque giorni.
Ogni volta percepisco la sua presenza, quando entra in una stanza in cui sono io.
Il mio stupido corpo si accende ed è percorso da piccoli brividi sulla schiena.
Il mio cuore batte forte e mi sento viva.
È come ricevere una scossa di corrente direttamente sotto pelle.
Eppure non posso vedere come sta senza di me, perché.. ho paura di cosa potrei scoprire.
Sono solo un gioco per lui? Quando si è avvicinato a me alla festa di Jade, che cosa voleva? Cosa prova per me? So che mi vuole bene, ma conosco il Mark che usa le ragazze. Per lui sono oggetti da buttare via dopo l' utilizzo. Non mi ha mai trattata così, io sono diversa per lui.. o almeno lo credo. Ma so anche che adora avere sempre qualcosa di nuovo, non si fissa mai con nessuna.
E così ho pensato che forse lo attraggo , un po', in qualche assurda maniera, e vorrebbe avermi, probabilmente perché per lui sono l'intoccabile, il proibito. La ragazza di suo fratello.
Non certo perché sono bella , di questo non mi illudo,perché ci sono miliardi di ragazze più affascinanti di me, Lydia e Jade per prime, e se ha avuto loro e non le ha più volute dopo, come può accontentarsi di una come me?
Perciò se davvero prova un po' di attrazione per me è solo perché sa che sono off limita e lui adora le sfide.
E per questo in lui nasce ancora di più questo desiderio. Perché io l' ho sentito. O almeno credo.
Con lui non sono mai sicura di niente.
Mi manda in confusione.
Forse è tutto nella mia mente.
Ed è questo che mi spaventa. Che mi confonde, perché alla fine dei conti, se guardo i fatti, lui non mi ha mai nemmeno sfiorata. Quella carezza non c'è mai stata .
E allora la mia parte razionale, quella che seguo sempre ed ha sempre ragione, mi dice, che è tutto nella mia testa, che Mark non è attratto nemmeno un po' da me. Che sono io che mi illudo. Che spero.
Ma in realtà lui  mi vede come una sorella , come mi ha sempre dimostrato.
Lui ha sempre voluto che io stessi con Jake, su questo non ci sono dubbi.
E nessun ragazzo vorrebbe che la ragazza che gli piace o per cui prova qualcosa stia con suo fratello. Ne' la spingerebbe tra le sue braccia.
È questo che ho paura di vedere nei suoi occhi .
La sua delusione perché ho lasciato suo fratello. Di vedere questo e niente di più, perché il mio stupido cuore si spezzerebbe.
E non ce la posso fare. Non adesso che devo essere forte.
Ma so che  è così.
Perciò faccio la codarda e lo evito.
Finché potrò.
Entro nei corridoi della scuola, oggi che è lunedì mattina.
Il week end l' ho passato in quel limbo che è la mia camera da letto, mangiando quello che riuscivo a racimolare la mattina presto.
Passo accanto alle persone , senza sfiorarle e arrivo al mio armadietto.
Digito la combinazione e lo apro.
Cerco con lo sguardo i libri di fisica.
Fisica di lunedì mattina alla prima ora? Questo è puro sadismo.
- Buongiorno.-
Ovviamente non mi volto, nessuno parla con me.
Eppure la voce ripete il suo saluto.
Aggrotto le sopracciglia e provo a girarmi verso il suono e incrocio due occhi castani e sinceri.
Will.
Lui parla con me.
Sono travolta da una miriade di emozioni.
Felicità, perché qualcuno mi ha scelta, qualcuno se ne frega del giudizio del gruppo. Ma anche confusione, perché è strano, dopo cinque giorni parlare ancora.
E poi mi assale un senso di protezione nei suoi confronti , perché lui non sa a cosa incorre nel parlarmi.
- Will.-, dico , ma la mia voce, ferma da troppo tempo , esce bassa e impastata.
Mi schiarisco la gola e riprovo.
Ma lui si guarda intorno confuso.
- Perché ci guardano tutti e hanno smesso di parlare?-, poi alza le spalle.
Sospiro.
Lui non sa. Non c' è stato per cinque giorni a scuola .
Vorrei trascinarlo da un' altra parte, perché detesto essere sotto questo riflettore . Tutto il corridoio ci sta osservando e hanno smesso di parlare per sentire noi due.
Questo mi fa salire un senso di rabbia e frustrazione.
Che diritto hanno di interessarsi alla mia vita? Perché devo essere sempre sotto questa lente? Ogni mia parola, ogni mio movimento posto alla loro giudizio.
Alzo lo sguardo e comincio a fissarli uno ad uno, che abbiano almeno le palle di affrontare le loro azioni.
Ma come era prevedibile, abbassano lo sguardo e stavolta solo perché non riescono a sostenere il mio.
Perché io sono più forte e tenace di loro.
E questa mia scoperta, mi stupisce.
E mi fa stare bene.
Poi torno a guardare Will, fermo di fronte a me, l' unico che affronta e sostiene il mio sguardo, ricambiandolo.
Gli devo delle spiegazioni.
E chi se ne frega degli altri.
- Perché ho lasciato Jake qualche giorno fa e da allora nessuno mi parla più. Si limitano a osservarmi di nascosto come adesso, anzi non così di nascosto e a guardare ogni mia mossa, ma fingono che non esista.-
Lui spalanca gli occhi.
-Scusa e perché lo fanno?-
Non voglio dire che è stato Jake a volerlo, ma Will è più furbo di quanto credessi.
- È stato Jake,vero? Hanno scelto lui a te .
Lui si aspetta che lasciandoti sola  ed esclusa ritornerai da lui? Che cazzata.-
Scuote la testa.
Le ciocche dei suoi capelli si illuminano con la luce del neon.
- Hai preso le cose dal tuo armadietto?-
- Si.-
- Bene, allora se non ti dispiace, andiamo a lezione, perché questa sceneggiata è durata anche troppo.-
Io lo fermo, afferrandogli un braccio e sento gli occhi di tutti su di me, che ho attirato con quel gesto .
Lascio cadere la mano.
- Jake e gli altri pensano che lo abbia  lasciato perché tra me e te c' è qualcosa. Perciò se ci vedono insieme ti metterai nei guai.-, devo dirglielo perché deve sapere.
Lui mi guarda e non capisco il suo sguardo, vi scorgo dentro per un attimo, qualcosa che ho già notato in quello di Jake più di una volta, e che ho visto in quello di Mark nel labirinto, non cerco di decifrarlo,perché subito mi guarda serio è deciso.
-Emilia, non me ne frega niente di quello che pensano gli altri, ne' tanto meno il tuo stupido ex. Non me n' è mai fregato niente del parere delle altre persone. Mai in tutta la mia vita, figurati adesso.E per la cronaca , per me non c'è assolutamente nessun conflitto, ne' nessun dubbio, perché io scelgo te, mille volte te. E chi non ti sceglie è solo un idiota.-
Io rimango un attimo immobile. Percepisco i brusii delle persone che hanno sentito quelle parole, ma il calore che provo nel petto, dato dalla sua accettazione e dal suo coraggio , superano ogni parola maligna, che non sento nemmeno.
Lui mi prende sottobraccio.
- Manco cinque giorni per una stupida influenza e succedono un sacco di cose, eh. Che lezione hai adesso?-
I brusii sono troppo alti ormai. Quel gesto, quel contatto li ha infiammati.
Io penso a Mark. A cosa penserebbe lui nel vederci adesso e poi scaccio quel pensiero senza senso.
Un bel niente, ecco cosa proverebbe.
Poi, io mi fermo e mi stacco da Will e gli dico sottovoce, perché voglio che solo lui senta, perché desidero essere sincera e che non fraintenda. Dato che voglio un' amicizia priva di bugie o di incomprensioni.
Lo voglio come amico, lui non sa quanto, ma desidero anche che sappia tutto, a costo di perderlo se necessario.
Lui mi guarda , non capendo perché mi sono staccata di colpo.
- Will, io voglio solo un amico, non voglio fidanzati. Voglio solo la tua amicizia. E ti posso offrire solo quella. Sono stata per troppo tempo la fidanzata di... e per una volta desidero essere solo e semplicemente Emilia.-lo guardo negli occhi seria, perché voglio che capisca, quanto apprezzo ogni sua parola ed ogni suo gesto, ma non voglio che stia con me pensando che ci potrà essere altro.
Lui sorride.
- Oh no, e adesso come faccio? E io che volevo trovare la donna della mia vita e sposarla ed avere tre figli prima del suonare della campanella? Accidenti , credo che allora dovrò provare con la signora della mensa..-
La campanella suona, come se lo avesse appena sentito . Io penso alla signora grassa e con i capelli unti che serve alla mensa.
- Corri da lei, dal tuo vero amore.-, gli dico in tono drammatico, mettendomi una mano sul cuore.
Lui guarda l' orologio e sospira.
- È troppo tardi ormai.-
Poi alza gli occhi e scoppiamo a ridere. Dopo sei giorni finalmente sorrido, dopo troppo tempo rido davvero, senza paure, dubbi, solo una risata sincera.
- Andiamo a lezione, amico.-
Lui sorride e mi guarda con i suoi sinceri occhi castani.
- Ok, amica.-
E per una volta mi sento bene.

La giornata è passata veloce, non posso dire che siano mancate le occhiatacce e i brusii sono aumentati a dismisura, ho sentito commenti offensivi e mezze parole,ma  a pranzo ho potuto parlare con qualcuno , con Will. E abbiamo avuto anche due lezioni insieme.
E tutto è stato molto più sopportabile con lui.
- Allora amica, che straordinari programmi hai per oggi pomeriggio?-
- Mmm, direi compiti , compiti , compiti e cena. E come ciliegina sulla torta un telefilm sotto le coperte.-
- Cavolo ragazza, non sarai troppo esagerata?-
- Lo so, qualche volta..-
Mi zittisco all' istante.
E anche lui.
I miei piedi si fermano all' istante.
Mi trovo di fronte  al mio armadietto.
Davanti è stato svuotato un secchio della spazzatura del bagno delle ragazze.
Sul pavimento ci sono assorbenti usati e cartacce sporche di trucco.
Tutti mi guardano .
E io leggo quello che mi hanno scritto sull'anta dell' armadietto.
La scritta rossa che mi trafigge come una lama: Troia.

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