Nove

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Mi allontano da lui e rido.
Mi sento ubriaca, ma non è l' alcool che mi fa stare così, ma il ragazzo che ho di fronte. Lui mi intorpidisce e mi riscalda, mi fa sentire viva.
Mark cammina verso di me, piano, con un passo fluido e seducente, sembra una pantera che si avvicina alla sua preda. I suoi occhi scuri mi scrutano, mi accarezzano e giocano con me. Li sento spostarsi sul mio viso, sul collo, su ogni centimetro del mio corpo.
Sul suo volto si forma un sorriso sghembo che mi fa tremare le gambe. La musica tuona e rimbomba nelle mie vene e mi sento percorsa da una febbre che non so controllare. Sono diversa eppure per la prima volta sono davvero io.
Mi sento viva, in movimento, sento ogni singola cellula del mio corpo, ed è puro calore in questa stanza, con questa musica, sotto i suoi occhi.
Indietreggio e mi ritrovo con la schiena contro il muro.
Poso i palmi sui mattoni a vista e sento la superficie spigolosa e ruvida sotto i polpastrelli.
Cerco di rimanere ancorata ad un briciolo di razionalità. Di capire qualcosa, ma vedo solo lui, percepisco solo lui.
Mark si ferma a pochi centimetri da me. Le braccia lungo i fianchi. Non mi tocca,eppure sento il suo calore arrivare fino a me, il suo respiro solleticarmi la pelle e sopratutto sento il mio corpo . Per la prima volta desidero qualcosa, voglio sentirlo più vicino. Tutta me stessa brama quel contatto.
Il mio sguardo cade sulla mano che tiene stretta a pugno all' altezza della coscia.
Se potessi con il pensiero spostarla, sul mio viso, vorrei sentire per una volta la sua carezza. Niente di più. Solo pelle contro pelle.
Non riesco a spostare lo sguardo da quella mano, dai suoi tendini tesi, le nocche sbiancate dalla pressione con cui stringe, le vene gonfie dalla sforzo.
Sembra che ci sia un conflitto . Che lui non sappia cosa fare. Come se io potessi metterlo in confusione.
Poi lentamente vedo le dita tendersi e la mano alzarsi. Seguo il suo movimento , delicato , senza gesti improvvisi, come se avesse paura di farmi scappare o fosse lui stesso spaventato da quel tocco.
Trattengo il respiro, perché voglio che tutto il mio corpo sia concentrato su quella carezza, su di lui. Voglio imprimermelo dentro.
Si ferma all' altezza delle mie guance, ma senza sfiorarmi.
Tra di noi quella mano così dolce e che desidero così tanto.
E io cerco il suo sguardo al di là di quelle dita e lo trovo. E mai in tutta la mia vita ho visto così tanto fuoco, bisogno, necessità.
Non muovo un muscolo, perché ho paura che cambi idea, che non voglia più toccarmi.
Ma io ho bisogno di sentirlo.
Solo una volta, ma ti prego.
Respiro piano e socchiudo la bocca per far entrare un po' d'aria.
E Mark sembra ipnotizzato dalle mie labbra. Le fissa come se avessero vita propria, come se gli stessero parlando. Non capisco il suo sguardo, non l' ho mai visto prima.
Il Mark che conosco è dolce, simpatico , giocoso , divertente e protettivo con me e Jake. Ho visto il suo lato più crudele chiuso e testardo e gli sono stata comunque vicina. L' ho visto seducente e sexy, ma adesso in quegli occhi c' è un espressione che non so spiegarmi, sembra triste, affamato, bramoso eppure così fragile . Totalmente esposto a me.
E allora faccio solo un passo in avanti, per accorciare la distanza tra di noi, perché non sopporto che lui stia così, perché è più forte di me. Voglio farlo stare bene. Voglio proteggerlo, renderlo felice.
E poi sento un tonfo, due, tre.
La musica è forte, mi rimbomba nelle orecchie, nelle vene e segue il ritmo del mio cuore. Ma c'è qualcosa di diverso, strano.
Non voglio spostare lo sguardo da lui , me un movimento sordo attira la mia attenzione.
Qualcuno batte alla porta da cui sono entrata. Spinge, fa rumore. Troppo.
È come se fosse bloccata e non potesse entrare.
Allora mi rendo conto di dove sono. Vedo intorno a me gli specchi che mi
Mostrano le persone in corridoio.
Sento i rumori più forti.
Mark segue il mio sguardo e si allontana. Di molto, troppo.
Lo guardo, mi stacco dal muro, perché non mi interessa, ne' delle persone fuori che premono per entrare, ne' di quelle che camminano e corrono a pochi passi da noi , senza sapere di essere viste. No, niente conta. Voglio tornare a pochi minuti prima, lui, il suo respiro, le sue mani.
Lo voglio così tanto, che sento lo stomaco stringersi e mi sale un nodo in gola.
Ho bisogno di lui.
Di sentirlo.
Mark mi guarda negli occhi e il suo sguardo si rabbuia.
Si avvicina a me, ma non c' è più quell' intimità di prima.
Siamo di nuovo Emilia e Mark Blackwood.
Parla a pochi centimetri dal mio orecchio e io sento il suo profumo.
E tutto si tende in me.
- Scusa, non volevo metterti a disagio. Avevi solo una macchia di vernice sul viso e volevo togliertela. Non dovevo invadere i tuoi spazi. -
Questa freddezza mi fa venire voglia di urlare, di tirargli un pugno.
- Siamo a un paint party. Mi sembra normale che cel' abbia.-, basta cercare di essere educata. Non voglio che sminuisca tutto quello che ho provato, non può distruggerlo così.
E Mark fa un piccolo sorriso divertito e io stringo le braccia tra loro.
Nel suo sguardo passa un lampo di dolcezza che poi si spenge immediatamente.
Si fa serio.
- Dai andiamo da Jake. Ho bevuto tanto e quando bevo mi avvicinerei troppo anche ad un palo.-, ride.
Ma non è divertito.
E io mi sposto da lui e me ne vado.
Prego che la porta si apra, e appena mi avvicino sento il clic di una chiusura automatica che si sblocca.
Esco e sento gli schiamazzi delle persone che entrano.
Non penso al perché le porte si erano chiuse mentre eravamo dentro, non penso a Mark , ne' ai ragazzi che mi tirano addosso la vernice, ne' alle loro risate, mentre li supero .
Esco dal labirinto svuotata.
Passo il cancello.
Vedo Lydia , che alza una mano per chiamarmi, ma la ignoro.
Entro in casa. Ci sono poche persone.
Il vero spettacolo è fuori, c' è di tutto su quel prato, ma non quello che voglio io.
Salgo le scale ed entro nel primo corridoio.
Seconda porta a sinistra e poi mi butto con le ginocchia sul pavimento bianco e appoggio le mani sulla tazza del water. Mi infilo due dita in gola e vomito. Tutto.
La rabbia, la disperazione, la mia stupidità. La felicità , la libertà e l' amore.
Vomito finché sono vuota. Il solito guscio vuoto che conosco, che so come gestire.
Mi alzo, tiro lo sciacquone e mi lavo le mani, la bocca e il viso.
Il poco trucco è colato per le lacrime delle sforzo, il mio viso è bianco con due profonde occhiaie , e sulle guance e la testa ci sono delle chiazze di colore.
Strofino l' acqua fredda sul viso, con forza, per togliere tutto. Non so per quanto strofino, ne' con quanta forza, ma quando mi guardo,il mio viso è pulito e le mie guance rosse per lo sfregamento.
Sorrido allo specchio.
Un sorriso finto, il mio sorriso.
Ecco a voi Emilia Blackwood .
È tornata.
Apro la porta e per poco non urlo.
Jade sbuca al mio fianco.
Non dice una parola, mi porge solo un bicchiere d'acqua.
La guardo per capire, ma lei tiene gli occhi per terra.
Io non dico niente e lei fa lo stesso, cammina solo accanto a me, con il suo vestito bianco sporco di vernice e i capelli impiastricciati.
- Bella festa.-, le dico, perché questo silenzio non lo capisco , non è da Jade.
Lei si volta e mi sorride, ma non con uno dei suoi sorrisi tirati, ma un piccolo sorriso leggero.
- Grazie.-
- Tutto bene?-
È strana.
Annuisce.
Poi mi guarda negli occhi.
- Emilia, tu sei felice?-
La guardo e sorrido.
- Troppi drink e diventi filosofica. Sì, sono felice.Tu?-
Rispondo tutta d' un fiato.
Jade mi guarda , sembra che stia per dirmi qualcosa, poi sospira.
- Tu meriti di essere felice.-
- Jade che succede? Tutto bene?-, c'è qualcosa che non va.
- Ehi. Io non so più come tenerli.-, dice Lydia , arrivandoci alle spalle.
Jade scuote la testa e ritorna la solita ragazza spensierata.
- Chi? Perché qui ci sono parecchi ragazzi che saprei io come tenere a bada.-, e sbatte le ciglia.
Lydia Alza gli occhi al cielo e mi guarda.
- Mi devi un favore. Perché Jake da ubriaco è davvero fastidioso. E chiede sempre di te. -, si lamenta.
- Dov' è?-domando .
Lydia cammina davanti a noi e parla con tono lamentoso.
- La prossima volta, se vai a divertirti nel labirinto, te lo porti dietro, capito?-
- Si signora.-, le dico.
Lydia apre una porta e trovo Jake disteso per terra che ride come un pazzo ed Henry che sta usando la gamba di Jake come una chitarra.
Io resto immobile a fissare la scena.
Henry canta una canzone su uno struzzo , intonandola con fare melodrammatico e Jake ha lo sguardo fisso sul soffitto e ride .
- Jake.-, mi avvicino a lui e appena lo faccio Jake si volta di scatto verso di me e urla.
- Emilia ti amo. Sei bellissima. Voglio stare sempre con te. Sei la donna della mia vita. -
Lydia sbuffa.
- Capisci? Tutta la sera così.-
E io mi sento in colpa. Per tutto.
Lui mi ama e non dovevo arrabbiarmi con lui, ne'...
Mi abbasso verso Jake.
- Andiamo a casa.- e gli porgo la mano.
Lui la alza verso di me e fa un po' di fatica a prendermela, sbaglia due volte la mira, ma poi l' afferro io .
Spero che riesca ad alzarsi da solo, ma appena ci prova, capisco che non ce la fa a stare in piedi.
Mi metto un suo braccio intorno al collo e lui sorride e mi si appoggia ad una spalla.
- Sai di caramelle.-
E ride.
- Emilia sa di caramelle... piccolo struzzo tu sapevi di bontà..-, canta Henry .
Jake si butta a peso morto su di me e mi fa inciampare .
Per fortuna qualcuno lo afferra in tempo e distribuisce bene il peso anche su di lui.
Scuoto la testa per spostarmi dal viso i capelli che mi sono finiti sugli occhi e vedo Mark che tiene Jake dall' altra parte.
- Per fortuna ti ho chiamato.-, gongola Lydia accanto a lui.
Io comincio a camminare , trascinandomi  Jake e  quindi anche Mark , che lo sorregge.
Sento il braccio di Mark vicino al mio , sulla schiena di Jake.
- Vi voglio bene, ad entrambi.-,ci dice Jake.
- Siete la mia famiglia.-
E io deglutisco a fatica.
Sono una stronza.
Guardo davanti a me, senza dire una parola.
Jade e Lydia ci seguono fino alla porta.
Mi giro verso Jade.
- Grazie per la festa. È stata davvero bellissima e il labirinto è pazzesco.-, mi sporgo verso di lei per darle un bacio sulla guancia e lei mi abbraccia.
Stretta.
Così io con un braccio solo, attaccata a Jake, mi trovo la mia amica  attaccata al collo e rischio di perdere l' equilibrio, se non fosse che Mark mi regge all' improvviso con la sua mano.
Quel contatto mi dà fastidio. Perché mi fa stare bene.
Jade si stacca e mi guarda negli occhi. Uno sguardo che vale più di mille parole. C' è qualcosa che non va.
- Noi due dobbiamo parlare.-, le dico piano, mentre Lydia saluta Mark, dandogli un bacio che si avvicina troppo alla sua bocca.
Io fingo di non vederla.
Anche perché che diritto ho di provare qualcosa.
- Ciao ragazzi.-, saluta Jade.
Poi ci chiude la porta alle nostre spalle.
Mark apre la sua macchina e insieme mettiamo Jake sul sedile posteriore.
Poi io mi siedo accanto a lui.
Jake mi appoggia subito la testa sulla spalla.
Mark guida.
- Lo sai Emilia che ti amo. E un giorno ti sposerò. -, io deglutisco piano.
Nella macchina cala il silenzio.
- Lo sai quando ho capito che saresti stata la donna della mia vita?-
Io non dico niente.
Lui mi scuote una spalla, per farmi girare.
- Sai quando?-
Io scuoto la testa e lui mi accarezza una guancia e io fisso quegli occhi blu che conosco tanto bene.
- Quando ti ho vista la prima volta,  e ti sei messa a giocare con noi. Eri bellissima. La bambina più bella che abbia mai visto . Mi hai colpito subito. E poi ti ricordi Mark , che cosa ti ho detto poco tempo dopo?-
Mark fa un sorriso tirato e lo guarda dallo specchietto.
- Si.-
- Che Emilia sarebbe diventata la mia fidanzata e tu mi hai detto che una persona come lei meritava solo il meglio, niente di meno e nessuno era migliore di me. Nessun' altro.-
Quelle parole mi colpiscono al cuore. Avevano già deciso per me quando avevo quattro anni. Mi avevano spartita come un giocattolo. E sapevano già cosa farne di me.
Continuo a guardarlo anche mentre si avvicina e mi bacia. Tengo gli occhi fissi  su di lui che sorride e poi piano mi volto e guardo per terra.
- Cazzo quei drink erano spettacolari, vero Mark? Hai assaggiato quello rosso ?- Jake è tutto euforico.
Mark sembra soprappensiero.
-No, ho assaggiato appena un po' di birra.-
Allora non aveva bevuto. Non era ubriaco nel labirinto. Ha mentito.
Incrocio il suo sguardo nello specchietto, appena si rende conto di cosa ha detto.
E poi lo abbasso.
Perché non vale la pena.
Non mi interessa capire.Non più. Perché non importa altro.
Per loro sono solo un giocattolo. 
Da sempre.
Forse anche Mark voleva usarmi, provarmi.
Mi sento uno schifo.
Jake mi prende la mano e io lo lascio fare.
Guardo fuori dal finestrino , il cancello che si apre, l' enorme viale che porta alla villa e poi in fondo l' immensa casa e osservo la prigione d' oro che mi sono costruita.
- Finalmente a casa.-, mi sussurra Jake .
E io annuisco e lo seguo.

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