Trenta

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- Va tutto bene, non sto sbagliando niente. È giusto così.- , continuo a ripetermelo come un mantra .
Così che alla fine me ne convincerò.
Sono seduta in macchina da sola, con dei tacchi troppo alti e un vestito troppo corto , perché voglio cambiare, voglio dare un bel calcio alle mie paure e a Mark.
Dopo ieri mattina, dopo che io ho quasi baciato Mark, lui ha finto che non fosse successo niente, è stato semplicemente lì, davanti a suo fratello, a parlare con lui , mentre Jake cercava di non vomitare l' anima .
Sono stata lì pochi attimi e poi con la scusa che volevo tornare a casa a riposarmi, me ne sono andata.
Jake, che stava malissimo, si è offerto di accompagnarmi, io naturalmente ho rifiutato.
Sono tornata a casa, ho visto la macchina del fidanzato della mamma e mi sono chiusa in camera con doppia mandata e ho messo una sedia davanti alla porta.
Poi mi sono portata le ginocchia al petto e mi sono seduta per terra.
E ho fissato il muro per un tempo indecifrabile , senza mangiare o fare pipì, perché non volevo uscire e rischiare di incontrarlo.
Finché alla fine, sono arrivate le sei  e così mi sono tolta la maglia di Mark, i suoi pantaloncini e mi sono vestita.
Ho aperto la porta, solo uno spiraglio, ho guardato lungo il corridoio e poi più piano possibile, senza far rumore, sono scesa, attenta  ad ogni passo, ad ogni minimo movimento.
Il mio obbiettivo era la porta di casa e quando ci sono arrivata, mi sono accorta di trattenere il respiro.
L' ho aperta e finalmente , sono entrata nella mia macchina, ho messo subito le sicure e sono andata da Jade.
Appena sono entrata nella sua camera, mi sono accorta che qualcosa non andava.
Mi si è stretto lo stomaco, perché non sapevo cosa le fosse successo.
Ma la vedevo strana.
Jade era seduta sul letto a gambe incrociate, in pigiama e appena mi ha visto, ha abbassato lo sguardo.
Non è stato necessario domandarle niente, perché lei mi ha semplicemente detto che tre ore fa Mark è venuto a casa sua e ha tentato di farsela sul suo letto.
Jade non riusciva a guardarmi in faccia, mentre parlava.
Mi ha confessato di averlo baciato, di averlo toccato , perché cazzo a lei piace tanto e sul momento non è riuscita a fermarsi, ma ad un certo punto, nonostante lui fosse lì, per lei, ha pensato a me.
Ha capito che non poteva farmi questo e l' ha buttato giù dal letto.
Letteralmente.
Gli ha tirato una spinta e l'ha lanciato giù.
E la cosa più assurda e che lui non ha detto niente, si è rimesso la maglietta e se n' è andato.
Io ho guardato Jade e poi le ho messo una mano sul ginocchio.
Lei ha alzato gli occhi e ho visto una piccola lacrima scenderle sul viso.
E alla fine mi ha detto quello che davvero aveva paura di raccontarmi.
- È andato da Lydia e l' hanno fatto. Dopo che se n'è andato da me. Lydia ha messo una loro foto post sesso su Instagram e poi ha raccontato tutto a Selina, che lo ha scritto sul nostro gruppo. -
Jade ha tenuto stretto il cellulare, come se fosse una bomba pronta ad esplodere.
E io l' ho afferrato , lei ha cercato di togliermelo di mano, ma io sono stata più veloce e ho visto la foto.
E non ci sono stati dubbi e non solo perché lei sembrava una modella , lì nuda sul suo letto, coperta solo da un lenzuolo, ne' per i capelli spettinati di Mark, ma è stata la luce che lui aveva negli occhi, quella che gridava direttamente a me: voglio ferirti. Voglio allontanarti.
Ed è stato certo che l'abbia fatto per farmi male.
Jade mi ha guardata ed è rimasta al mio fianco , ferma su quel letto finché io non ho parlato.
Mark ha voluto farmi male. Lui conosce solo questo modo, quando io mi avvicino troppo lui ,mi ferisce, mi fa soffrire.
Sa del potere che ha su di me e sa anche che io lo guarderò passiva.
Ma non stavolta.
Dopo che lui mi ha toccata, dopo il modo in cui il suo corpo ha risposto al mio, mi sono sentita viva, come non mai e non ho più voglia di essere solo succube dei suoi sbalzi d' umore.
- Trova due ragazzi e usciamo. -
Credo di non aver mai visto Jade spalancare così gli occhi .
Poi si è alzata in piedi di scatto e mi ha afferrato il telefono di mano.
- Emilia, se fossi un' amica equilibrata e saggia, ora ti direi che stai agendo così solo perché sei arrabbiata, furiosa con lui e che dovresti pensarci su e capire che non è la soluzione migliore fare come lui.-, poi mi si mette davanti e mi fissa con i suoi occhi azzurri.
- Ma tesoro, io non sarò mai saggia ed equilibrata, perciò ti dico, vendicati, fagli capire che nessuno può giocare con te ed è finito il tempo in cui stai in panchina a guardare. Noi combattiamo.-
E io ho sorriso a quegli occhi furbi.
E così lei in pochi minuti ci ha procurato un appuntamento con due ragazzi del campus. Ho visto le foto, sono molto carini .
E adulti.
E sconosciuti.
Ed è per questo che adesso non riesco ad uscire da questa macchina.
Sono un' accidenti di fifona.
Stringo forte il volante e appoggio la testa sulle mie mani.
Ragazzi arrapati e sconosciuti, dell' università che escono con due ragazze del liceo.
Non so cosa fare.
Sento picchiettare al vetro e per poco non mi prende un infarto.
Sobbalzo e indietreggio, ma vengo trattenuta dalla cintura di sicurezza.
Ho il cuore a mille, ma poi vedo Jade dall' altra parte del vetro.
Mi fa segno di abbassare il finestrino.
- Ci stai ripensando vero?-
La guardo e di sicuro sembro una bambina spaurita.
Lei sospira.
- Vuoi che torniamo a casa?-
E allora capisco che non è quello che voglio.
Che qualcosa di più forte della paura mi ha invasa.
La vendetta.
- No, non lo voglio. Voglio fargli capire che non si gioca con me.-
Così prendo un bel respiro e apro lo sportello.
Jade si scansa e mi lascia passare.
- Wow. Come inizio niente male.-
Scansiona tutto il mio outfit e sorride.
- E adesso inizia il gioco ,belli.-, tira fuori il suo rossetto prugna dalla borsa e me lo mette.
Io fisso la sua fronte mentre lei è così vicina.
- E la modalità sono troppo arrapante è on.- e ride, mostrando i denti perfetti.
- Sei pronta?-
- Si.-, annuisco.
- Allora facciamo vedere al mondo chi siamo. E soprattutto che sappiamo come vendicarci con chi ci usa.-
E credo stia parlando di entrambe.
Perché per troppo tempo siamo state usate dagli altri e troppo a lungo ci siamo limitate a guardare e soffrire. Adesso è il nostro turno di far capire che esistiamo e non possiamo essere calpestate senza reagire.
Prendo un bel respiro ed entriamo.
Che la vendetta abbia inizio.

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