Sedici

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-Mi piace un sacco questo bracciale.-,
Jade sfiora lo spesso intersecarsi di linee e pietre che mi sono messa sul polso. È enorme, pesante , ma quello che mi interessa di più è che sia molto , molto coprente. Perché è questo il motivo per cui l' ho addosso.
Deve tenere ben salda la manica del mio maglione, in modo che non si possa mai alzare , così che nessuno possa vedere nemmeno per sbaglio , l' enorme livido che ho sul polso.
Le sue dita impresse sulla mia pelle.
Ogni cosa che indosso oggi è studiata per questo. Dal maglione nero che mi arriva fin sotto al sedere, alla maglia scura che porto sotto , molto coprente ,  fino ai pantaloni scuri , consciamente non troppo stretti, perché mi fa male tutto e non posso muovermi bene, e sentire il tessuto sulla pelle piena di ebrasioni mi provoca un dolore pazzesco.
Per fortuna non mi ha lasciato niente in faccia, sennò non avrei saputo come fare. Non come l' ultima volta..
Non devo pensarci.
Basta.
Jade mi sfiora la mano.
- Ehi, lo sai che sono orgogliosa di te?-
Io spalanco gli occhi, non capendo a cosa si riferisca.
Dato che io mi faccio schifo da sola.
- Sai dopo quello che è successo ieri, chiunque avrebbe dato soddisfazione a quell' idiota che ha scritto quella cazzata sul tuo armadietto, anch' io lo avrei fatto e sarei rimasta a casa oppure adesso sarei in bagno a piangere.
Mentre tu sei superiore a tutto questo. Sei qui. Tranquilla, sei passata in mezzo si corridoi come una regina, facendo capire a tutti, che possono solo baciarti il culo. Cazzo ragazza, la tua entrata di oggi è stata spettacolare. Testa alta, sguardo fiero e distante. Vorrei essere come te.-
Io la guardo sconvolta. Ma che accidenti ha visto Jade?
Sguardo fiero e distante? Una regina?
Perché quella di cui parla lei non posso essere io.
Io ,che ieri notte mi sono lavata così forte  la pelle sotto l' acqua bollente, fino a renderla rossa e a riempirla di graffi, per sentire meno le sue mani su di me. Per levare il suo odore, il suo tocco.
Ma non  ha funzionato. Così alla fine, ho vomitato tutto quello che avevo in corpo, poi mi sono rannicchiata, completamente nuda in un angolo del pavimento , perché non potevo sopportare i vestiti addosso, non quelli che lui aveva toccato. Ogni fibra sapeva di lui.
E per tutta la notte sono stata sveglia, gli occhi spalancati, rannicchiata sul pavimento, tremando senza potermi fermare. Il mio corpo era scosso dalle convulsioni. La mattina, appena ho visto il sole, illuminare, pallido le piastrelle del bagno, mi sono alzata e allo specchio ho visto il mio riflesso. La mia bocca era viola e livida per il freddo, il mio viso bianco e smunto e due profondi cerchi neri contornavano i miei occhi. Ho distolto lo sguardo schifata dal mio riflesso, dal mio corpo pieno di lividi.
Ho visto i segni delle sue mani sulle cosce e sul seno. Tagli sull' inguine e sui fianchi. Così mi sono vestita e truccata per coprire l' orrore, almeno esternamente.
Non ho potuto legarmi i capelli perché la cute mi faceva troppo male.
Solo pettinarmi è stata un' impresa.
L' ho fatto così piano e lentamente che sembrava tutto a rallentatore.
Sono uscita di camera svuotata e morta dentro. Non ho incontrato nessuno per le scale, lungo il corridoio, in casa, solo silenzio . Puro e ingannevole silenzio.
Non ho fatto colazione, ho aperto la porta di casa e appena il sole mi ha illuminata, mi sono nascosta dietro un paio di occhiali scuri.
Sono arrivata a scuola come in trance, ho camminato per i corridoi in uno stato catatonico.
Un piede davanti all' altro.
Non ho pensato nemmeno per un secondo a quella scritta sul mio armadietto . E mi sento un' idiota per essere stata così male ieri sera per una tale stupidaggine.
Se non fossi stata male, non sarebbe successo niente. È colpa mia. Stupida Emilia.
Non ho pensato ed ecco il risultato. Sono una tale idiota.
Non sono certo una regina.
Ho tenuto la testa alta in corridoio e il mio sguardo era distante, unicamente perché io sono solo un guscio vuoto che si muove .
Un involucro privo di emozioni.
Perché se uscissero non so cosa potrei fare, come potrei comportarmi davvero.
Mi sento sfiorare una spalla da dietro e sobbalzo, sgranando gli occhi terrorizzata.
Il solo tocco improvviso mi spaventa.
Il mio corpo è ancora troppo scosso e teso.
Mi volto di scatto, con uno sguardo da pazza negli occhi e le dita strette sullo schienale della sedia.
Poi vedo Will dietro di me, con la mano alzata .
- Scusami, non volevo spaventarti.-, è dispiaciuto per avermi terrorizzata in quel modo.
Scuoto la testa. Devo cercare di avere un comportamento normale, non di sembrare la psicopatica che sono.
- Scusami tu, sono un po' tesa.-
Will sposta la sedia vicino a me e con la testa mi chiede il permesso di sedersi . Io naturalmente annuisco.
Lui si siede, mantenendo il contatto visivo con me, come se fossi un animaletto selvatico e spaventato, pronto a fuggire.
Io cerco di sorridere, di fingere, ma con lui mi è difficile, perché quei suoi occhi sono così sinceri che sembrano leggermi dentro. Perciò abbasso un po' lo sguardo e mi volto verso Jade, che ha appena incrociato le braccia sotto il petto e sta alzando gli occhi al cielo,platealmente.
La mia cara dolce Jade, così prevedibile ed esagerata. Un territorio per me conosciuto e per questo così confortante e sicuro.
- A quanto pare ora siamo il formidabile trio, eh?-, dice sarcastica, senza guardare Will.
- Quando vuoi andartene sentiti pure libera.-, le dice sorridendo Will.
Lei spalanca la perfetta bocca rosa e mette le mani sul banco.
- O magari te ne puoi andare tu , ultimo arrivato. Io e Emilia ce la caviamo alla grande insieme. Senza te e i tuoi vestiti ecosostenibili e i tuoi super ideali.-
Will si mette a ridere.
- Scusa ma come fa una maglietta di cotone comprata in un grande magazzino ad essere ecosostenibile?-
Jade arriccia la bocca.
Will mette un braccio dietro alla mia sedia, senza però toccarmi, come se avesse capito che mi dà fastidio in questo momento un contatto fisico di qualsiasi genere.
Ma vuole comunque farmi capire che lui è qui, per me, per sostenermi.
- Mi sa proprio che invece Emilia ha bisogno di me, se tu sei l' unica amica che ha.-
Will fa un sorriso di vittoria.
Jade stringe gli occhi a due fessure.
- Senti ragazzetto...-
Ma poi si ferma, perché Jake è appena comparso di fronte a noi.
Io alzo lo sguardo e incontro i suoi bellissimi occhi blu.
Lui mi sorride e allunga una mano.
Io la guardo come se mi avesse appena messo davanti un cucciolo di alligatore.
E dalla mia faccia tutto ciò deve trasparire molto bene.
Al mio fianco Will si irrigidisce, come un cavaliere pronto ad attaccare nel caso qualcuno. E Jade guarda Jake con il suo sguardo: falla soffrire e ti taglio i testicoli e li do' da mangiare al mio gatto persiano .
Grazie a loro, al modo in cui stanno sulla difensiva, mi rilasso un po'.
Non sono sola. E Jake non mi vuole fare del male. Questo lo so.
Quella  mano non vuole picchiarmi o farmi cose che non voglio.
Però non la stringo, perché comunque sia , prima voglio capire cosa vuole da me. 
Decine di occhi si sono voltati verso di noi. Tutta l' intera classe ci guarda.
Ma ormai ci sono abituata.
Jake non sembra infastidito. Non sembra nemmeno notarlo.
I suoi occhi sono fissi nei miei, come se vedesse solo me, nient ' altro.
- Dimmi Jake..-, lo invito a dire una parola.
Lui ritrae la mano. Ha capito che non la prenderò, però non sembra abbattersi e continua a sorridermi.
- Perdonami per averti fatta stare male, per non aver capito che tu non eri più davvero felice con me. Perdonami per aver dubitato di te, per non aver compreso che il vero problema, non era un altro ragazzo, ma il modo in cui stavi tu. Io sono prima di tutto il tuo migliore amico e avrei dovuto capirlo che c' era qualcosa che ti faceva soffrire, invece ho vissuto con il paraocchi perché volevo credere che tu fossi felice come me. Scusami Emilia. -
Io annuisco al ragazzo che conosco da una vita e a cui voglio un bene immenso.
Ha capito, finalmente ha capito che noi due siamo migliori amici e basta.
Non mi odia più.
- Grazie Jake. Davvero grazie per queste parole. Significano tanto per me.-
Lui si avvicina , piegandosi sul mio banco.
- È la verità. Io ti ho data per scontata e non ti ho fatto capire quanto contassi per me e tu ti sei allontanata.-
Eh?
- No, Jake non è..-
Si porta un dito sulle labbra.
- Emilia è colpa mia lo ammetto, e per questo so che L' unica cosa che posso fare è riconquistarti. Farti capire che vale la pena di stare con me, che io ti amo più di ogni altra cosa al mondo e perdonami se non l' ho fatto abbastanza e ti ho fatto dubitare di noi. Perché ti giuro che da oggi il mio unico scopo sarà riconquistarti . Perché ti amo. Per sempre. -
Sento dei sospiri nella stanza, di alcune ragazze .
Ma io mi limito ad abbassare le spalle.
Faccio un bel respiro.
- Jake, io ti voglio bene, ma tra noi potrà esserci solo amicizia .-
Devo essere sincera e troncare ogni folle idea sul nascere, per quanto sembri crudele.
Sento dei versi attutiti di sorpresa e una "stronza" , detto a mezza voce, qualche fila più in fondo.
- Lo so, ma non mi arrendo, perché tu vali la pena.-, detto questo, mi sorride e si dirige verso la porta, deviando con dei buoni riflessi il professore di storia che sta entrando in classe.
Mi guarda un' ultima volta e mi fa l' occhiolino.
Io scuoto la testa.
- Questo non demorde.-, dice Jade.
Io mi stringo nelle spalle .
E spero che Jake, il testardo, cocciuto e fedele Jake, che quando decide di avere una cosa deve ottenerla, cambi idea su di me, la prima e unica ragazza che abbia mai voluto, quella che ha conquistato e perso.
Will si sporge verso di me e mi sussurra.
- Tranquilla, glielo faremo capire.-
E mi accarezza con lo sguardo.
E io so che i guai sono appena iniziati.

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