Capitolo 16

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POV JORGE

La guardai dall'alto, attendendo una sua risposta. Mi fa male il fatto che non me ne abbia parlato.

Questa mattina prima di andare a lavoro sono passato dai miei, per sapere come stava Bella.
Ho sentito la conversazione tra mia madre e mia sorella. Bella le raccontava che il mese prossimo, Martina avrebbe posato per una rivista, presentando la nuova collezione della madre.

Sospirò pesantemente facendo scorrere le dita nell'acqua. "Come l'hai saputo?"

Mi sporsi un po' verso di lei. "Questo non importa". Le sollevai il viso con due dita sotto il mento. "Come mai non me ne hai parlato. Non ti fidi di me?"

"Non è questo". Stinse la mia mano con la sua, bagnandola, ma non mi interessò affatto. Strinsi maggiormente la presa. "Non si tratta di una semplice collezione. Non te ne ho voluto parlare perché so che non avresti approvato".

Faccio qualche collegamento e poi la realtà mi colpisce. "Dovrai posare in intimo, non è così?"

Non avevo bisogno di una risposta, mi bastava guardarla.
Il suo corpo, praticamente svestito, sarebbe stato visto su una rivista conosciuta in tutto il paese. Il pensiero mi fece incazzare subito.
Solo io potevo vedere la mia ragazza, nessun altro.

"Mi potresti passare l'asciugamano".

Mi alzai e gliela porsi e dopo che mi ha obbligato a girarmi, si è avvolta il corpo ed è uscita dalla vasca.

Quando mi rivoltai la trovai piegata a novanta dandomi una perfetta visione delle sue gambe e del suo bellissimo fondoschiena.
Mi mordo il labbro involontariamente.

"Pervertito!" Mi ammonì lei ridendo e tornando nella sua stanza.

"Non l'ho mai negato, piccola". La raggiunsi in camera propio quando si stava infilando l'intimo da sotto l'asciugamano.

Mi diede le spalle dopo aver riso alle mie parole e fece scivolare ai suoi piedi l'unico strato che la copriva.

Ora indossava soltanto delle mutandine rosse in pizzo. Cazzo

"Mi vuoi torturare vero?"

La raggiunsi in poche falcate.
Feci aderire la sua schiena al mio petto e spinsi il mi inguine contro il suo fondoschiena, facendole sentire quanto fossi duro.
Prima che potessi mettere le mani sul quel seno perfetto che si ritrova, mi spinse via.

"Non ci provare. Sono ammalata e non voglio passarti niente è per di più devi andare a lavoro, non puoi fare tardi."

La presi tra le mie braccia. Lei non aspettandosi questa mia azione squittì e posò le sue piccole mani sul mio petto.

"Ti ricordo che sono io il capo, quindi posso tardare quanto mi pare". Ringhio. Non mi piace quando mi nega ciò che mi appartiene.
In questo momento riesco ad immaginarla in tutte le posizione possibili mi mentre la faccio mia, è il fatto che indossi solo delle mutandine non aiuta.

"Lo so amore, ma questo non vuol dire che tu ne debba approfittare". Mi sorrise dolcemente per poi indossare una maglietta bianca lunga.
Non poteva essere la sua, le stava molto larga.

"Di chi è?" Dissi riferendomi alla maglietta. La gelosia stava tornando. Cazzo sto uscendo pazzo per questa ragazza, non sono mai stato così geloso in vita mia.

Lei rise. Sul serio? Che cavolo c'era da ridere.
"È di mio fratello. Davvero tesoro dovresti sbollirti un'attimo. Non puoi andare a lavoro in queste condizioni". Ridacchiò.

Io la guardai in modo malizioso, sapevo cosa poteva calmarmi. "Oh no, non ci pensare neanche".

Sbuffai e mi sedetti sul suo letto. Stavo per aprire bocca per lamentarmi quando me la ritrovai sulle mie gambe.

La sua bocca intrappolò la mia in bacio possessivo e travolgente.
Cavoli da dove veniva fuori tutta questa audacia?
Strinsi le sue cosce scoperte facendo salire la maglietta fino ai suoi fianchi.
Le sue mani finirono tra i miei capelli tirandoli leggermente facendomi gemere.
Si staccò dal bacio facendo finire le sue labbra sul mio collo dove lasciò baci umidi e quasi sicuramente un succhiotto.
In tutto questo io stavo diventando duro, avevo una voglia matta di farmela propio in questo istante.

Tornò con le labbra sulle mie in un ultimo bacio.

"Ora sei più tranquillo?" Mi chiese col respiro affannato.

Era davvero bellissima con le labbra gonfie per via dei miei baci. "Decisamente".

-

"Buongiorno, Signor Blanco".

Guardai Lexi entrare nel mio ufficio col mio caffè mattutino.

"Buongiorno a te". Mi poggiò il bicchiere difronte a me sorridendomi. "Grazie".

So che questa tipa flerta come se non ci fosse un domani.
Sapeva che ero impegnato e nonostante questo non si dava per vinta.

Il mio telefono vibrò nella tasca dei pantaloni.

'Ti auguro buon lavoro, pervertito mio. Non pensarmi troppo ;)'

Sorrisi al suo messaggio. Risposi subito.

'Io ti penso sempre piccola. E si sono tuo, come ti sei fottutamente mia. Non vedo l'ora di poter mostrare a tutti che tu sei mia. XX'

Irresistibile Blanco 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora