Capitolo 14

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Lui mi guarda senza battere ciglio.

"Non so di cosa stai parlando, non conosco nessuna Angel".

"Menti!"

Lo conosco perfettamente. Sono stanca di stare sempre all'oscuro di tutto.
Se c'è una motivazione per tutta questa sua voglia di possedermi, di sapere che sono completamente sua. Io voglio saperla.

Sospira pesantemente per poi battere un pugno sulla scrivania, facendomi sussultare. "Chi te l'ha detto?".

Mi allontano di qualche passo da lui. "Questo non importa".

"Oh si invece!"

Forse dovrei passare un'altra volta, non sembra dell'umore giusto per parlare.

Mi allontano. "Forse è meglio se ne riparliamo un'altra volta".
Mi volto raggiungendo la porta. La sua mano batte forte, vicino alla mia testa, sulla porta facendola richiude con un tonfo.
Mi volto impaurita guardandolo negli occhi. Mi ritrovo intrappolata contro la porta dal suo corpo.
Ma come cavolo siamo arrivati in questa situazione?

"Ma cosa stai facendo?" Chiedo preoccupata.

Lo vedo alzare una mano e subito alzo le braccia d'istinto per difendermi e comincio a piangere.
Pensavo che quest'era di Jorge si fosse eclissata.
Attendo un colpo che però non arriva.
Tolgo lentamente le braccia dalla mia visuale e la prima cosa che vedo è lo sguardo assente di Jorge.

"Pensavi volessi colpirti?" La sua mano si posa sulla mia guancia asciugandomi le lacrime.
Il suo sguardo si indurisce e si allontana da me.
Solo allora noto che ha chiuso la porta a chiave, non voleva picchiarmi

"Mi fa incazzare il fatto che tu possa pensare che potrei farti del male fisicamente. Non sono più quello di una volta".

Tiro sul col naso e mi avvicino a lui posandogli una mano sulla spalla, cercando di attirare la sua attenzione.

"Mi dispiace amore, è solo che sembravi così arrabbiato e ho pensato..."

Non ci penso un'attimo e lo abbraccio.

Lui mi stringe a se baciandomi tra i capelli. "Angel era una ragazza stupenda, piccola e apparentemente ingenua".

Tendo l'orecchio,continuando a stringerlo.
Resto in silenzio facendogli capire di continuare.

"Si era presentata nel mio ufficio insieme, a quello che in quel periodo era il suo attuale ragazzo." Si staccò dall'abbraccio appoggiandosi col corpo alla scrivania.

"Erano lì per conto di una collaborazione. Angel era una insegnante d'asilo. Adorava il suo lavoro.
Purtroppo la scuola non si poteva permettere i soldi per pagare l'attrezzatura nuova per i bambini".

Ascoltai attentamente tutta la sua storia. Mi disse che la ragazza teneva molto a rendere felice quei bambini e aveva chiesto aiuto a Jorge. Lei si era offerta di lavorare alla sera come extra e Jorge avrebbe fornito i soldi alla scuola.

"Ma tutto questo cosa c'entra con la tua strana voglia di possedermi?"

Lui abbassò lo sguardo sospirando. "Angel era davvero bellissima". Alza lo sguardo ma non mi guarda, fissa un punto indefinito alle mie spalle, come se gli facesse male ricordare quella esperienza.
"La cosa che adoravo di più erano i suoi stupendi occhi azzurri. Ricordo ancora quella sera come se fosse ieri."

Mi racconta che Angel era entrata nel suo ufficio, con la scusa di non aver capito il lavoro assegnato qualche minuto prima, poi senza preavviso si era seduta sulla scrivania davanti a lui e aveva cominciato a sedurlo e poi...beh potete immaginare il seguito.

Irresistibile Blanco 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora