Tea

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La brezza fresca gli stava accarezzando la pelle, svegliandolo. Alcuni brividi di freddo si impossessarono delle sue braccia un attimo prima che aprisse gli occhi. Ancora mezzo addormentato lasciò che il peso del suo corpo lo facesse cadere sulla schiena, iniziando a strofinarsi gli occhi. Poggiò i gomiti affianco del suo busto facendo leva per mettersi seduto, passandosi poi una mano sul viso, per cercare di svegliarsi. Si accorse che il cielo era decisamente più coperto della notte prima, grigio e minaccioso. L'acqua del lago era leggermente agitata e il colore rispecchiato dalla sua superficie era decisamente scuro e cupo sotto quel cielo. Non riusciva a vedere il sole, ma dalla luce lievemente azzurrastra poté giurare che fosse già mattina, sebbene presto. Louis sentì un leggero dolore alla schiena dovuto al terreno scomodo su cui aveva dormito quella notte e fece una smorfia massaggiando il punto interessato, per poi voltarsi. Ancora steso su quella coperta giaceva il corpo di Faith, girato di spalle rispetto a lui.. a quella vista la sua espressione si addolcì e si dimenticò del dolore. Lei era rannicchiata su se stessa e sembrava un po' infreddolita. Il suo busto si alzava e abbassava appena a ritmo del suo respiro calmo e regolare. Si avvicinò per svegliarla, accorgendosì però che il suo naso era leggermente arrossato, così come gli zigomi e le dita, e le labbra tendevano al rosa, quasi viola. Aveva un'espressione poco rilassata, con le sopracciglia corrugate. Quella notte doveva aver fatto freddo, ma nonostante questo non si erano svegliati, troppo stanchi dal giorno prima e per le ore di sonno perse. Preoccupato Louis spostò i capelli castani dalla sua fronte, poggiandoci poi il dorso della mano e confermando i suoi timori: era calda. Pregò in tutte le lingue che fosse solo una sua impressione, avendo anche lui le mani fredde, sentendosi in colpa per essersi addormentato invece di riportarla al caldo.

"Faith."

Sussurrò scuotendole leggermente la spalla, ma senza ottenere risposta. La richiamò alzando poco la voce, questa volta ricevendo in risposta un lieve mugugno. Faith sollevò poco le palpebre e si voltò per guardare meglio Louis, che si agitò vedendo i suoi occhi lucidi. Lei sentì un fastidioso dolore impossessarsi delle sue tempie e strizzò gli occhi in una smorfia portandosi una mano fra i capelli, per poi sedersi.

"Che ore sono?" Chiese con gli occhi ancora chiusi e la voce impastata dal sonno.

"Non lo so.. ma non importa ora."

Louis afferrò i lembi della coperta su cui si erano addormentati e coprì le spalle di Faith, strofinando le mani sulle sue braccia per riscaldarla. La guardò in viso - incapace però di nascondere la sua espressione preoccuopata - cercando di capire come stesse, e Faith non stava bene. Si sentiva uno straccio, la testa le girava ed era stordita e infreddolita.

"Abbiamo dormito qui?"

"Sì, ma non avremmo dovuto."

Imperterrito lui continuava a coprirla e a cercare di riscaldarla.

"Forse no.."

"Ce la fai ad alzarti?"

"Sì, sì, non sono mica impedita.."

Era incredibile come anche in quello stato Faith non facesse a meno del sarcasmo, sorprendendo e anche divertendo Louis per quanto possibile, dato il suo nervosismo. Lei si alzò in piedi e cercò di muovere qualche passo, ma perse l'equilibrio, quasi cadendo.

"Aspetta. Ti porto io."

"Come?"

Louis avvolse completamente Faith con la coperta, poi la prese in braccio, stringendola a sé nel tentativo di riscaldarla, il tutto prima che Faith potesse rendersi conto di cosa stesse succedendo. Anche quando ebbe realizzato in che posizione si trovava, non oppose resistenza, un po' perché non ne aveva le forze, un po' perché non ne aveva la benché minima intenzione. Appoggiando la testa sul petto di Louis cominciò a sentire il suo profumo impossessarsi dei suoi sensi, facendole provare una calma disarmante. Non si era mai sentita così protetta prima di quel momento. Era la prima volta che si ritrovava stretta fra le sue braccia, e si era già innamorata di quella sensazione. Stava desiderando con tutta se stessa che quel momento non finisse mai, ma sapeva che purtroppo non sarebbe andata come voleva. A quella vicinanza riusciva anche a sentire il battito del suo cuore rimbombarle nelle orecchie. Se avesse potuto, l'avrebbe registrato e conservato nell'angolo più sicuro e segreto della sua mente, per poterlo riascoltare ogni volta le venisse voglia di farlo.
Louis intanto non riusciva a godersi quel momento, non riusciva a vivere quelle emozioni che in un'altra situazione avrebbe probabilmente amato. Camminava a passo svelto verso la scala che portava all'ingresso di casa di Faith, con i sensi di colpa ad accelerare il suo battito.
Terminata quella apparentemente infinita rampa di scale, cercò di aprire in tutti i modi la porta che fortunatamente non era stata chiusa a chiave, riuscendoci per miracolo.

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