An incomprehensible book

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Louis era incredulo. Un momento prima stava per vivere finalmente un momento che probabilmente non avrebbe mai dimenticato, stava per baciare quelle labbra che tanto desiderava, con una felicità immensa a scombussolargli lo stomaco. Un momento dopo era seduto a quel tavolo da solo, mentre guardava Faith girare la manopola del fuoco per spegnere la fiamma e far smettere di fischiare quel dannato bollitore. Non disse una parola, pensò che non fosse il caso di dare voce a ciò che in quel momento gli frullava nella testa, per la maggior parte costituito da insulti e parolacce. Si limitò a sospirare e a passarsi una mano fra i capelli, cercando di calmarsi.

"Vado di là, mi gira la testa."

Louis alzò lo sguardo e la guardò in silenzio. Faith non sapeva più che pensare, per la seconda volta nel giro di poche ore stava per essere baciata da quel ragazzo per cui aveva preso una sbandata, e i motivi per cui ancora le loro labbra non si erano incontrate erano stati una bimba riccioluta e un aggeggio infernale da cucina. Come se non bastasse, saltando giù da quello sgabello aveva reso ancora meno affidabile il suo equilibrio già precario, sentendosi come se la sua testa fosse appena stata centrifugata. Cercando di non perdere completamente il controllo delle sue gambe uscì da quella cucina e tornò in camera sua, dove sia le bambine che Lottie ancora dormivano, segno che almeno loro non erano state disturbate dal rumore proveniente dalla cucina. Lentamente si infilò sotto le coperte, dove il sonno si impossessò di lei più velocemente di quanto avrebbe potuto pensare, date le emozioni che le stavano facendo battere il cuore all'impazzata.

Dopo qualche ora si risvegliò più stanca di quanto non fosse stata la sera prima. Gli occhi le bruciavano e la testa le scoppiava, aveva freddo e continui brividi. Sfortunatamente per lei, si rese conto che la febbre doveva essere salita, riservandole il peggior 'buongiorno' di sempre. Si passò una mano fredda sugli occhi e sulla fronte, provando lieve sollievo, per poi voltarsi e notare un piccolo particolare in più sul suo comodino: una tazza rosa ed evidentemente calda, dato il vapore che si liberava nell'aria, era appoggiata a fianco di un piattino con dei biscotti. Dal bordo di questa pendeva il filo di una bustina di tè nero, uno dei suoi preferiti. Faith cominciò a pensare a chi potesse essere stato a compiere quel gesto semplice ma affettuoso, ma i suoi pensieri furono interrotti da Lottie, che si affacciò in stanza, bussando sulla porta semi aperta.

"Posso?"

"Certo, non devi nemmeno chiederlo."

Faith si mise composta, sollevando il cuscino e appoggiandocisi con la schiena, mentre incrociava le gambe. Pensò che fosse stata Lottie a prepararle il tè, e decise che doveva sdebitarsi in qualche modo e il prima possibile. Lei si avvicinò sedendosi sul bordo del letto.

"Mi ha detto Louis che hai preso la febbre."

"Già.." il cuore cominciò a scalpitare sentendo il suo nome.

"Come ti senti ora?"

"Come se avessero giocato a baseball con il mio cervello."

Lottie rise appena.

"Ho qui il termometro, tieni."

"Grazie" rispose prendendo l'apparecchio "e le bambine?"

"Le ho portate di sotto a fare colazione con mio fratello."

"Grazie mille Lottie.. mi spiace, dovresti essere l'ospite invece per colpa mia non puoi nemmeno stare tranquilla.."

"Non ti preoccupare, non è colpa tua se hai la febbre."

Faith la guardò interrogativa, mentre posizionava il termometro per misurarsi la temperatura.

"Louis mi ha detto che vi siete addormentati fuori."

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