"Oh, ma guarda chi si rivede."
Disse lui con un sorriso quasi di sfida.
"Uhm.. scusami, volevo solo restituirti i soldi per il conto che mi hai pagato oggi, e volevo ringraziarti per averlo fatto."
Disse lei porgendogli il denaro.
"No non preoccuparti, non li voglio i soldi." disse squadrandola da capo a piedi.
Faith si sentì avvampare.
"In ogni caso, come hai fatto a trovare casa mia?"
"Oh.. beh.. ecco io ho fatto una specie.. di ricerca, ecco."
"Quindi mi stai dicendo che mi hai cercato, molto probabilmente su un social network, sapendo solo il mio nome per trovare il mio indirizzo, tutto solo per ringraziarmi di averti pagato il conto?"
Silenzio, non seppe cosa rispondere.
"Sicura che tu non mi abbia cercato per un altro motivo?"
Si avvicinò pericolosamente a lei, ma solo per buttare il sacco che aveva in mano nel bidone lì a fianco, rimanendo comunque a fissarla anche dopo averlo gettato. Un sorriso malizioso e divertito si fece strada sul suo viso, facendo spalancare gli occhi a Faith, incredula per quello che aveva appena sentito, sentendosi infastidita.
"Bene, credevo che fossi solo un ragazzo gentile ma a quanto pare sei come tutti gli altri, quindi se non ti dispiace io ti ringrazio ancora ma me ne vado."
"Che vuoi dire con 'come tutti gli altri'?"
"Che credevo che quel gesto fosse dettato solo da gentilezza ma evidentemente volevi solo fare il cascamorto."
"Perspicace la ragazza." rise.
"Io me ne vado."
"Stavo solo scherzando."
"In ogni caso è stato un piacere Louis, buonanotte e a mai più."
"Direi che è più un arrivederci, questo."
Le fece l'occhiolino e si girò per tornare a casa, bagnato dalla testa ai piedi, noncurante della pioggia.
La mattina, dopo aver salutato Anne ancora sorpresa per quello che era successo, Faith tornò a casa, ma appena aperta la porta trovò sulla soglia la sorellina Emma a gambe incrociate e con in volto un muso lungo da far invidia a un cavallo.
Si inginocchiò davanti a lei, sorridendole e accarezzandole il braccino."Ehi Emma, che c'è cucciola?"
"Mi avevi promesso che mi avresti portato al parco oggi!"
Si maledì mentalmente per essersene dimenticata. Erano settimane che rimandava la cosa, e se lo avesse rifatto la bambina non l'avrebbe perdonata quella volta.
Le sorrise dolcemente."Dai allora metti le scarpe e andiamo, d'accordo?"
La bambina saltò in piedi ridendo, non stava più nella pelle. In pochi secondi mise le scarpe e uscì di casa mentre sua sorella chiudeva la porta alle sue spalle.
Arrivarono al suo parco preferito, uno scivolo, delle altalene e un dondolo un po' arruginiti giacevano sul prato umido in riva al fiume. C'erano poche giostre ma ad Emma piaceva comunque perché era circondato da alberi verdi e altissimi, sotto cui si metteva a giocare con la sabbia circostante il tronco di questi.
Era quasi sempre deserto quel parchetto, solo lei e un'altra bambina accompagnata dalla nonna andavano lì a giocare, dato che Londra era piena di parchi più belli di quello. Quel giorno la bambina e sua nonna non c'erano. Al loro posto c'erano una bambina dai vivaci capelli rossi e ricci e un ragazzo più lontano che stava riempendo una bottiglietta dell'acqua alla fontanella.
Decise di non dare troppo peso alla cosa.
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Lake House
FanfictionDue sconosciuti scoprono di essere lievemente più legati di quanto non credessero, al punto di ritrovarsi a vivere un mese in una casa per le vacanze fuori dalla loro città: Londra. Tante cose succedono in quelle settimane, un rapporto si costruisce...