Second Chance

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Faith sentì una presa sulla vita. La riconobbe quasi subito, era una presa familiare, delicata ma decisa. Era Louis, non le serviva verificarlo, ne era certa. Istintivamente spense lo schermo del cellulare, per poi voltarsi incontrando lo sguardo del castano.

"Ciao."

"Ehi."

Faith aveva i muscoli tesi, e il suo cuore stava cominciando ad agitarsi. Si sentiva leggermente in colpa, non voleva nascondere nulla a Louis, ma ricordava perfettamente come aveva reagito al negozio l'ultima volta. Certo era solo un messaggio, assolutamente innocente, ma comunque un messaggio inviatole da Luke.

"Tutto bene?"

Louis si mise di fronte a lei per guardarla meglio. Si era accorto che qualcosa non andava, e si era leggermente preoccupato.

"Sì bene, perché?"

Il tono di Faith era calmo ma comunque non riuscì a convincere Louis, che tuttavia preferì lasciar perdere. Quella mattina era particolarmente stanco, e voleva solo passare del tempo con lei per rilassarsi.

"Mi fido."

Colpita e affondata. Quelle due paroline apparentemente semplici punzecchiarono la sua coscienza. Odiava dover nascondere le cose, soprattutto alle persone a cui teneva particolarmente, ma ormai lo aveva fatto, era inutile ritornare sui propri passi.

"Tu come stai?"

Cambiò discorso.

"Sono stanco, non vedo l'ora di andare a casa. Desmond mi ha concesso questa pausa solo per oggi, teoricamente non potrei fermarmi."

"È stato gentile."

"Già, menomale."

Faith gli sorrise. Louis sentì i nervi sciogliersi vedendo quel sorriso. Il suo corpo si rilassò come se tutto il peso dello stress gli fosse caduto dalle spalle. Sorrise poi a sua volta, prendendole la mano. Fece combaciare i loro palmi, passò lentamente le proprie dita fra quelle di Faith, accarezzandole, per poi chiuderle sulla sua pelle. Faith guardò gli occhi di Louis. Erano spenti per la stanchezza, non brillavano come era loro solito. Non le piaceva vederli in quel modo, non le piaceva vedere Louis in quel modo, così stanco, quando di solito era sempre vivace e in grado di strappare un sorriso a chiunque. Faith lo avvicinò di più a sé, per quanto possibile. Cercò di fargli il solletico sulla pancia coperta dalla camicia bianca e dal grembiule nero della divisa. Ebbe però pochi risultati data la presa fulminea di Louis sul suo polso.

"Sei matta?"

Chiese con ancora il sorriso sulle labbra. Faith fece spallucce, con un espressione da bimba innocente sul viso, mentre cercava di trattenere le risate. Louis in tutta risposta passò al contrattacco, facendole il solletico a sua volta. A loro non importava di essere in un bar in mezzo a decine e decine di persone, non importava cosa potesse pensare quella gente, erano insieme, questo bastava. Louis bloccò di nuovo le mani di Faith, avvicinandosi per lasciarle un bacio sulle labbra. Un campanello però attirò la loro attenzione. Era il telefono di Faith, ancora. Lei si voltò di scatto, rimanendo congelata sul posto. Non ebbe il coraggio di leggere chi fosse il mittente, e in ogni caso non sarebbe riuscita a farlo.

"Faith?"

Faith sembrò risvegliarsi da una specie di coma.

"Sì?"

"Stai bene?"

"Certo, sto bene."

"Probabilmente non potrebbe stare meglio."

Fu una ragazza a intromettersi fulmineamente, mentre correva da un lato del bancone all'altro, cercando di servire tutti i clienti.
Entrambi sorrisero. Louis per il modo sempre divertente della collega di spuntare all'improvviso, come i funghi d'autunno. Faith perché, grazie a quel miracolo, era stata salvata da quella situazione scomoda creata dal messaggio il cui mittente era ancora ignoto, e che sperava non fosse Luke.

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