Chapter 32 - Bravi ragazzi

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«Ti chiedo scusa, per tutto quello che è successo e anche per il mio comportamento» disse Luke addolorato pregando che il suo amico lo perdonasse.

«Non c'è problema» rispose Calum con un sorriso. «Che cosa hai detto a Julia?»

Il biondo per un secondo rimase in silenzio, respingendo il dolore che lo soffocava e che gli rendeva difficile parlare, poi disse: «L'ho lasciata e non ho intenzione di riprenderla con me. Non la perdonerò, non dopo quello che ha fatto»

«Era esattamente ciò che volevo sentirmi dire» ribatté il bruno allargando il sorriso.

Luke gli lanciò un'occhiataccia e Cal si scusò: «Non era mia intenzione, mi dispiace»

«Non fa niente, hai ragione. Era solo una bugiarda»

I due amici si guardarono negli occhi, poi si strinsero in un caloroso abbraccio di quelli che riescono a far sentire al sicuro, protetti e che riescono a placare il dolore travolgente che divora il petto.

«Era ora che te ne rendessi conto» scherzò Calum.

Questa volta anche Luke rise e quell'espressione illuminò la sala e scaldò il cuore del bruno, che sorrise, sorrise in modo sincero, abbattendo tutte le barriere che erano state costruite a forza tra lui e l'amico.

«Sono contento che siamo di nuovo amici» affermò.

«Anche io - disse con leggerezza il biondo sentendo il cuore liberarsi da un peso opprimente - Che cosa posso fare per farmi perdonare?»

Cal allargò il sorriso: «Non aspettavo altro che tu me lo chiedessi».

****

Luke e Calum si guardarono attorno tra lo stupito e il meravigliato: non pensavano che la biblioteca scolastica - e pubblica - fosse così grande e ricca.

«Dici che se inventiamo la scusa che siamo qui per studiare la signora Rita Parrish ci lascia restare?» chiese il biondo.

Cal non rispose immediatamente e lanciò un'occhiata alla donna che stava dietro alla scrivania e che con sguardo vigile scrutava tutti i presenti, pronta a richiamare chiunque avesse fatto una mossa errata o un rumore di troppo.

«Mm, se riuscissimo a sembrare convincenti magari potrebbe anche crederci» rispose infine senza tuttavia sembrare convinto delle sue stesse parole.

Entrambi si stamparono in faccia l'espressione da bravi ragazzi e si avvicinarono alla signora Parrish.

«Salve» iniziò cortese Calum con un bel sorriso sulle labbra.

La donna li squadrò con aria infastidita, ma il bruno non si scoraggiò e continuò: «Siamo venuti qui per studiare»

La signora Parrish mantenne l'espressione che aveva. «Voi due? Voi due che venite qua per studiare? Non vi credo» disse con voce stridula guardandoli al di sopra delle spesse lenti degli occhiali.

«Merda» mormorò il bruno.

«Ma che parole, signor Hood. È così maleducato... - la donna scosse la testa - E ora se non vi dispiace dovreste andare, state disturbando»

Luke lanciò un'occhiataccia all'amico, poi si affrettò a scusarsi. «La prego signora Parrish, quest'aria di cultura da Calum alla testa, non è abituato a passare del tempo in mezzo ai libri. Le uniche occasioni in cui è venuto in biblioteca è stato per punizione, ma le assicuro che questa volta sarà un vero piacere per lui spendere il suo tempo qua»

Rita Parrish li fissò scettica.

Calum mostrò un sorriso innocente. «Avanti, in nome di tutte le volte in cui ho reso questo posto splendente... Giuro che saremo due angeli»

La donna scosse la testa. «Andate, ma se disturbate in qualsiasi modo, vi caccio via a calci».

Luke e Calum risero e si allontanarono prima che la severa signora Rita Parrish cambiasse idea.

«Secondo te ho la faccia da cattivo ragazzo?» chiese Cal con un sorriso.

Il biondo scosse la testa e alzò gli occhi al cielo. «Muoviti cretino, abbiamo del lavoro da fare»

«Uh come hai peso il compito sul serio. Avevo proprio bisogno di qualcuno che mi tirasse fuori dai guai» il bruno sospirò e passò un braccio attorno alle spalle dell'amico. Luke mise il broncio, ma non lo mantenne a lungo, non riuscì ad impedire ad un sorriso timido di puntargli sulle labbra.

Si accomodarono su un paio di sedie accanto ad un largo tavolo, accesero il computer e cominciarono a cercare ciò per cui erano venuti.

«Lo sai dove è stata Martha prima di tornare a Sydney?» chiese Luke, intento a consultare il giornale locale in cerca di qualche notizia interessante.

«Oh, ehm no. Non ci avevo neanche mai pensato, aspetta un attimo che glielo chiedo»

Calum tirò fuori il cellulare, si abbandonò contro lo schienale della sedia e appoggiò gli anfibi neri che indossava sul tavolo.

Cal-Pal: Ehilà Splendore, dove sei stata nel tempo in cui ti sei fatta credere morta?

Martha: Perché ti interessa?

Cal-Pal: C'è forse qualcosa di male nel voler saper dov'è vissuta la mia ragazza preferita?

Martha: No, ma non te lo dico...

Martha: A meno che tu non mi dia qualcosa in cambio.

Cal-Pal: Che cosa vuoi?

Martha: Lo sai benissimo.

Calum sorrise e Luke, incuriosito, gli lanciò un'occhiata. «Hai scoperto dove ha vissuto?»

«Ehm, dammi ancora un minuto» rispose lui per poi riprendere in mano il cellulare.

Cal-pal: Facciamo a casa tua alle cinque?

Martha: Perfetto, a dopo. Abitavo all'incrocio tra Chetwynd Street e Queensberry Street a Melbourne.

Cal-Pal: Grazie mille.

Calum mostrò ancora una volta quel sorriso soddisfatto che spinse Luke a chiedere nuovamente: «Allora? Ce l'hai?»

«Sì signore. So esattamente in che zona cercare»

«Quindi?»

«Melbourne, dobbiamo cercare qualsiasi furto o rapina nei dintorni di Queensberry Street»

«Ma se Martha si fosse guadagnata quei soldi legalmente? Se avesse passato questi anni a lavorare?» azzardò il biondo.

Cal lo guardò scettico. «Ma per favore, quale lavoro dà così tanti soldi in così poco tempo? E poi quale datore di lavoro assumerebbe una minorenne come lei?»

«Ce ne sono tanti di lavori... avrebbe potuto fare la... - Luke esitò - avrebbe potuto fare la prostituta»

A quel punto, Calum scoppiò in una sonora risata guadagnandosi un'occhiataccia dalla signora Rita Parrish. Si affrettò a scusarsi ma non riuscì a soffocare del tutto le risate.

«Che cosa trovi di tanto divertente in quello che ho detto?» borbottò frustrato Luke.

Cal smise di ridere ma non fece sparire il sorriso dalle labbra. Alla fine rispose: «Non può aver fatto la prostituta, te l'assicuro»

«Perché?»

«Sono stato io il primo con cui ha fatto sesso. Due mesi fa ad una festa a casa mia, mentre eravamo entrambi ubriachi fradici»

THE REVIVAL - Il ritorno || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora