Chapter 3 - Come il cielo

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Calum strizzò gli occhi e scosse vigorosamente la testa.

Non poteva crederci, era impossibile.

Doveva trattarsi certamente di un sogno, non avrebbe potuto essere altrimenti. Nient'altro sarebbe stato capace di spiegare ciò che aveva davanti agli occhi. Eppure era proprio lì, viva e vegeta, perfetta e sorridente di fronte a lui.

Martha Summer era lì davanti, che lo fissava.

«Finalmente ti sei svegliato, temevo di aver un po' esagerato col sonnifero» disse tranquillamente avvicinandosi al letto.

Cal la fissava immobile, con la bocca spalancata per lo stupore e gli occhi sbarrati dallo shock. Si sentiva strano, ogni muscolo del suo corpo si era irrigidito tanto da non riuscire a spostarsi di un millimetro, nonostante non desiderasse altro.

La ragazza lo ignorò. Aveva in mano un vassoio su cui era poggiato un piatto pieno zeppo di pancake e sciroppo d'acero. Fumanti e profumati come un dolce all'Inferno. Marta posò il vassoio sul comodino e gli si sedette accanto, sul letto.

«Ti ho preparato la colazione» disse semplicemente.

I capelli biondi e lisci erano legati in una treccia disordinata, gli occhi azzurri brillavano di felicità a stento contenuta e un sorriso appena accennato le increspava le labbra rosee.

Era bella da togliere il fiato e Calum perse un momento ad ammirare la sua pelle perfetta e il suo viso sottile.

Poi un orrendo sentimento lo invase, un brivido gli corse lungo la schiena riscuotendolo dallo shock e dallo stupore.

«Abbiamo dormito nello stesso letto?» domandò indietreggiando. Era una domanda bizzarra da fare ad una ragazza appena resuscitata dalla morte, ma Calum dava già per scontato il fatto che quella non era Martha. Quai di si trattava di un'estranea. Quindi, se avessero dormito nello stesso letto, lui sarebbe letteralmente "andato a letto" con un'estranea. Inaccettabile. Decisamente e assolutamente inaccettabile.

«Ma ti sembrano domande da fare, dopo anni in cui ci vediamo?»

«Rispondimi» Calum era sempre più nervoso. "Fa' che la risposta sia no" si ripeteva senza riuscire a pensare ad altro.

«No. C'è un letto nell'altra stanza. Soddisfatto?»

Immensamente. E ora...«Chi cazzo sei?»

«Non mi riconosci? - chiese sorpresa Martha - Sono io, Martha»

La ragazza fece per allungarsi verso di lui e accarezzargli il viso ma Calum scosse energicamente la testa e indietreggiò in fretta.

«Stammi lontana. Non mi toccare!»

Per poco non ruzzolò giù dal letto, appena in tempo riuscì a mettere i piedi per terra e si fiondò verso la porta dell'appartamento abbassando velocemente la maniglia più di una volta.

Niente da fare, la porta era chiusa.

Disperato, Calum si voltò per controllare ciò che Martha - o almeno, quella che diceva di essere Martha - stava facendo e la ritrovò a dondolarsi, spostando a disagio il peso da un piede all'altro. Sembrava tuttavia serena e tranquilla e non aveva perso quella vitalità che il ragazzo le aveva visto negli occhi.

«Avevo immaginato che avresti avuto questa reazione quindi ho chiuso la porta a chiave» spiegò adagiando le chiavi sul comodino accanto al vassoio coi pancake.

«E ora vieni a mangiare o si raffredderanno» continuò.

L'unica cosa a cui Cal riusciva a pensare era di essere intrappolato in una stanza con una persona che avrebbe dovuto essere solo polvere e ossa ricoperte da metri di terra fredda e scura.

Eppure Martha non sembrava morta e Calum non poteva farci nulla se non capire che cosa stesse succedendo.

«Come sono arrivato qui?» domandò senza avere però il coraggio di avvicinarsi a quell'inquietante ragazza.

«Devo ammettere che non è stato facile - cominciò a spiegare lei - Ho dovuto dare un bel po' di soldi a quella barista perché ti versasse il sonnifero dentro al bicchiere. Per un istante ho pensato che non avresti bevuto nulla per tutta la sera, ma alla fine è andata bene»

«Mio padre e mia madre saranno preoccupati, avevo detto loro che sarei tornato prima dell'una»

«Ho pensato anche a questo. Hai dormito da un'amica. Non è stato facile convincere David, ma alla fine ha ceduto, mi ha detto di dirti di stare attento»

La verità colpì Calum come una freccia dritta al cuore. Era lei l'amica "In comune" che Cal e la barista avevano.

Martha aveva programmato tutto nei minimi dettagli fin dal principio, l'aveva osservato attentamente e aveva pensato ad ogni mossa con attenzione.

La ragazza sembrò leggergli nel pensiero, ma questo non lo stupì affatto: nessun altro lo conosceva come lei.

Disse: «Ti ho visto alla spiaggia mentre giocavi con quel bambino; non sei mai stato così bello. Ti ricordi quella volta in cui stavamo passeggiando uno di fianco all'altro e ci siamo imbattuti in quel parco giochi pieno di bambini? Io ti ho detto "Lo so che siamo ancora giovani, ma non pensi che avere un figlio sarebbe una cosa straordinaria?"»

«Sì certo, io ti ho risposto dicendo che avevi ragione, che avere un figlio sarebbe una cosa meravigliosa e non ho affatto cambiato idea» disse Calum ammettendo finalmente che quella ragazza non avrebbe potuto essere altri che Martha Summer. Ciò però non lo rassicurò affatto.

Circospetto e cauto si avvicinò al letto accanto su cui Martha si era accomodata e vi si sedette sopra, mantenendosi tuttavia a distanza dalla ragazza bionda.

«Mi sei mancato così tanto...» disse lei gettandosi tra le sue braccia e stringendolo a sé fino a togliergli il fiato.

Il bruno si irrigidì, sentì i muscoli tendersi come se stessero aspettando solo un suo ordine per reagire e scattare. Calum avrebbe voluto scappare e dimenticare tutto quello che stava succedendo, credere che tutto ciò fosse nient'altro che un brutto sogno dal quale ben presto si sarebbe svegliato e che poco a poco sarebbe scomparso dalla sua testa.

Però rimase immobile e permise a Martha di abbracciarlo e di stringerlo a sé.

«Tu non dovresti essere qui. Perché sei tornata? Dovresti essere morta» le sussurrò all'orecchio.

La ragazza lo fissò con un luccichio di desiderio negli occhi blu come il cielo e si morse il labbro. Calum realizzò che era dannatamente sexy ma scacciò in fretta quel pensiero dalla testa.

«Ti devo una spiegazione - ammise lei avvicinandoglisi - Ma prima voglio godermi il fatto di averti di nuovo tutto per me e di poterti stringere tra le braccia»

Martha gli sfiorò la pelle con le labbra, gliele passò a pochi millimetri linea della mandibola e scese lungo il collo, dove lo baciò e poi cominciò a succhiare la pelle in modo disgustosamente eccitante.

Calum avrebbe voluto staccarsi, ma lei era così vicina...

Non riusciva a pensare, era in una specie di trance nel quale il suo cervello non riusciva più a controllare i muscoli che, rigidi come blocchi di legno, lo tenevano immobilizzato.

La ragazza era seduta a cavalcioni su di lui, ricoprendogli il collo di baci e scompigliandogli i capelli scuri con una mano mentre l'altra scorreva su e giù per la schiena.

Il bruno si lasciò cadere sul letto sdraiandosi e fissando il soffitto della stanza con sguardo spento e vitreo, con gli occhi aperti ma senza davvero vedere ciò che vi stava davanti e con Martha sopra di lui che continuava ad accarezzarlo e a baciarlo.

THE REVIVAL - Il ritorno || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora