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Intorno a noi ci sono quattro uomini, tutti enormi. Uno, il più grosso di tutti, ha un rivoltante scorpione nero tatuato sulla guancia destra.

Harry li osserva come se non fossero altro che un pugno di mosche, dopodiché mi trascina via dalla pista.

«Come si chiama il tuo ragazzo? Che nome gridi mentre te lo scopi, eh?»

Harry resta in silenzio, ma sento le sue dita serrarsi sulla mia schiena mentre mi spinge avanti. Gli uomini ci seguono, lui continua a ignorarli, poi, facendomi da scudo con il suo corpo imponente per impedirmi di vederli, mi ordina: «Torna da Liam, fatti accompagnare in hotel».

Mi scatta un campanello d'allarme: lo stanno provocando per metterlo nei guai. Sono nel team da abbastanza tempo per sapere che una rissa fuori dal ring porterebbe Harry alla squalifica del campionato e lo spedirebbe dritto in prigione. «Non puoi fare a botte» lo avverto, quando il più massiccio dei quattro urla: «Ehi, stiamo parlando con te, coglione.»

«Ti ho sentito, stronzo. Non me ne frega un cazzo di quello che hai da dire.» ribatte Harry.

Un altro prova colpirlo, ma Harry è più veloce e gli sferra un pugno potentissimo che lo fa cadere. Ho intuito la loro tattica. Gli amici dell'uomo-scorpione aggrediscono Harry, lui non può non reagire, e alla fine verrà buttato fuori dal campionato e sbattuto in galera, mentre quello con il tatuaggio ne uscirà pulito.

Forse è lo stesso tizio che Harry deve affrontare in finale, per questo è così impaziente di liberarsene prima del match. Che bastardo!

Harry si sta infuriando. Solleva uno dei quattro per la maglietta e sibila: «Vai a farti un giro, o ti taglio le palle e le faccio mangiare a tua madre!».

Sembra molto incazzato e io comincio a preoccuparmi. Gli si sono gonfiate le vene delle mani, delle braccia e del collo, e quando il terzo gli si avvicina da dietro, Harry lo centra dritto in faccia con una gomitata. «Mi dispiace, amico, colpa mia.» Finge di scusarsi, mentre l'altro impreca a bassa voce coprendosi il naso insanguinato.

Nel frattempo, il tizio con lo scorpione tatuato si gode tranquillamente la scena con un sorriso stampato in faccia.
Il mio corpo reagisce all'istante.
Il sangue ribolle e irrora i miei muscoli, il cuore batte all'impazzata. Corro verso il bancone del bar, afferro due  bottiglie, e le spacco in testa a quei cazzoni. I vetri volano dappertutto.
Recupero un'altra bottiglia, ma vedo Harry che mi fissa con uno sguardo pieno di orrore, il volto sempre più paonazzo. Mi strappa la bottiglia dalle mani, e la sbatte sul bancone, poi mi carica sulla schiena come se fossi un sacco di patate e si fa largo tra la folla.

«Harry!» mi lamento, dimenandomi. Mi rendo conto che ha una mano sul mio sedere e gli ormoni schizzano alle stelle. Sussurra qualcosa mentre usciamo dal locale, dopodiché mi spinge in macchina. Ho l'adrenalina a mille. Non sono mai stato coinvolto in una rissa. È spettacolare. Spettacolare.

L'autista si siede al volante e si infila nel traffico. Harry ha il respiro affannato. Come me.
Nella penombra, noto che sul volto ha scolpita una smorfia di pura rabbia.

«Che cazzo credevi di fare?» Sbotta.

Stringe i pugni sulle cosce, e per un attimo penso che possa colpire lo schienale del sedile. I suoi occhi brillano di una luce strana. Quasi animalesca... Possessiva. Mi dà i brividi.

Ero pronto a baciarlo. Tengo le mani in grembo nel tentativo di controllarle.
Ma sono così eccitato, il bisogno che ho di lui è talmente forte, che non sono nemmeno in grado di riflettere. Il desiderio di stare con lui mi distrugge. Nemmeno Harry riesce a stare fermo e io vorrei solo prendergli la mano, appoggiarla al mio petto e pregarlo di toccarmi.

Reale | Versione LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora