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Maratona 4/3

Dato il supporto che avete dato a me e alla storia, vi siete meritate un capitolo in più della maratona.

Sbatto le palpebre, in preda a un orrore muto, e guardo il corpo immobile di Harry sul ring, le sue spalle muscolose che conosco alla perfezione, le sue meravigliose ossa, il suo fisico allenato cosparso di lividi viola e sangue. Ha gli occhi chiusi.

Voglio morire.

All'arrivo dei medici si levano grida di sdegno, la gente comincia a fischiare fortissimo all'annuncio dello speaker: «Il vincitore della serata, Benny Black Scorpion! Il nuovo campione dell'underground, signore e signori! Scorpion!»

Le parole mi entrano nel cervello, ma è come se non le comprendessi. Resto seduto al mio posto, tento a fatica di rimanere lucido mentre guardo gli infermieri intorno a Harry.

Non avrei mai pensato che qualcosa avrebbe potuto ferirmi quanto il mio infortunio. E invece no. Il giorno più brutto della mia vita è questo. Quando ho visto l'uomo che amo distruggere il proprio corpo fino a perdere conoscenza.

Lo stanno caricando su una barella, e la consapevolezza che stia accadendo davvero mi centra come una palla di cannone. Balzo in piedi e corro attraverso la folla, mi insinuo tra i due infermieri, e sfioro le sue dita insanguinate.

«Harry!»

Qualcuno mi trascina via con forza e una voce familiare mi dice: «Lasciamo che ci pensino loro, L.» È Zayn. Il suo tono è una supplica.

Mi volto per liberarmi della sua presa, ma lui non cede e mi accorgo che ha gli occhi rossi. A quel punto scoppio a piangere. Sono scosso da singhiozzi incontrollabili, lo prendo per la camicia e mi stringo a lui. Ho bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi adesso che il mio solito albero si è spezzato ed è disteso su una barella.

«Mi dispiace» sussurro tremando. «Oh, Dio, mi dispiace, mi dispiace così tanto!»

Anche lui tira su col naso, poi indietreggia e si sfrega una guancia. «Lo so, L. Non so che cazzo... È che... Non so che cazzo è successo!»

Ci raggiunge Coach, il volto scuro, gli occhi gonfi di lacrime e di delusione. «Temono una commozione cerebrale. Le sue pupille non reagiscono.»

Coach si allontana e Zayn fa per seguirlo. Ma io non potrò andare con loro. Lottie. Devo aspettare Lottie!

Afferro il suo braccio. «Mia sorella... Le ho detto che ci saremmo incontrati qui.»

Lui annuisce, comprensivo. «Ti mando un messaggio con il nome dell'ospedale.»

Lo guardo allontanarsi. Non so davvero come gestire il vortice di emozioni che ho dentro. Voglio a tutti i costi andare con Harry, ma non posso chiedere a Zayn di stare qui al posto mio. Lottie non lo conosce, e potrebbe cambiare idea se vedesse lui. Mi appoggio alla porta del bagno delle donne e aspetto.

Mi convinco che presto mi sveglierò e sarà stato un brutto sogno, ed Harry non si sarà quasi suicidato su quel ring.

E invece sì.

L'ha fatto.

Il mio Harry.

L'uomo che mi ha fatto ascoltare Iris. L'uomo che ride con me, corre con me, mi chiama "dinamite". L'uomo più forte e gentile che abbia mai incontrato. Che a volte sa essere davvero cattivo, altre un po' pazzo, e spesso è decisamente ingestibile.

Reale | Versione LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora