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Qualcuno mi libera e vengo sbalzato all'indietro. Mi ritrovo tra due braccia abbronzate e muscolose, premuto contro un torace familiare.
Mi abbandono a lui con un sospiro di sollievo.
Poi mi torna in mente Lottie.

Ansimando, recupero le forze. «No. No! Harry, lasciami andare, devo seguirla.»

Lotto inutilmente, vorrei almeno girarmi. «Lasciami, Harry, lasciami, ti prego.»

La gente infuriata ci circonda, sempre più vicina. «Non ora, dinamite.» Harry ha un tono di voce calmo, ma il suo avvertimento mi fa subito agitare. Mi stringe a sé e fendiamo la folla, il suo corpo si fa strada come un bulldozer.

I fan mi insultano. Tentano di agguantarmi e gridano: «Figlio di puttana. È colpa tua, frocio di merda!». Non mi era mai successo prima.

Ho gli occhi spalancati per il terrore, perché scorgo gli sguardi omicidi dei tifosi di Harry. Sono così sorpreso che mi rannicchio tra le sue braccia e gli permetto di scortarmi fuori senza dire nulla. Liam, Zayn e Coach ci aspettano in macchina.

«Cazzo! Cazzo!» esclama Coach non appena la portiera si chiuse con in un tonfo alle nostre spalle e la limousine si immette nel traffico.

«Adesso sei terzo. Terzo! Forse quarto, addirittura» ci informa Liam cupo, porgendo a Harry la maglietta e i pantaloncini che indossa di solito dopo gli incontri.

«Stavi andando benissimo, Haz. Ti stavi allenando alla grande, gliel'avresti messo in culo.»

«Ho capito Coach, rilassati.»

Harry si cambia rapidamente senza nemmeno togliersi i calzoncini da boxe e mi tira a sé quasi temesse che possa volare via.
Mi accarezza il braccio graffiato e con calma affronta i tre uomini infuriati del suo team. Io sono così agitato che non riesco a stare fermo e osservo dal finestrino i volti delle persone fuori dal club, in cerca di Lottie.

Oltre a essere dispiaciuto per aver rovinato l'incontro di Harry, mi sento in colpa nei confronti di mia sorella. Com'è possibile che non mi sia reso conto dei suoi problemi? Come ho fatto a bermi per un anno intero tutte le stronzate che ci raccontava in quelle cartoline?

«Non eri mai sceso così in basso in classifica negli ultimi anni. Dov'è finita la tua concentrazione?»

«Liam, ho detto che ho capito! Non sto mandando tutto a puttane.»

«Forse sarebbe meglio se al prossimo incontro Louis restasse in hotel» borbotta Zayn.

Harry gli risponde con una risata sarcastica. «Louis viene con me.»

«Haz...» interviene Liam per farlo ragionare.

All'arrivo in albergo entriamo tutti in ascensore. Sono nervoso e mi sembra che numeri dei piani scorrano più lentamente del solito. Non so che cosa fare con Lottie. Quando esco, Liam chiede qualcosa a Harry, e lui ribatte seccato: «Liam, ne parliamo dopo. Adesso tranquillizzatevi. Tutti e tre.»

«Torna qui, Haz, dobbiamo parlarti!»

«Parla con il muro se hai voglia di parlare!»

Corro nella mia suite, ma lui è dietro di me. «Tu stai bene?»

Chiude la porta e ho un tuffo al cuore nel vederlo in quell'abbigliamento super sexy che indossa dopo ogni incontro, con uno sguardo premuroso sul suo bellissimo volto abbronzato. Voglio a tutti costi che mi stringa ora, quello che è successo mi ha scioccato. Ma so che me lo merito. È evidente che è tutta colpa mia. Come se non bastasse sentirmi totalmente inadeguato e indegno di lui, adesso devo anche convivere con il fatto che, per causa mia, è sceso al terzo, se non al quarto posto. Dio.

Reale | Versione LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora