28. Tutti sanno

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Mi sveglio al mattino con dei rumori che provengono dalla cucina. Oggi è il 15 novembre, anniversario di morte dei miei genitori e io non posso che essere triste. Oggi più degli altri giorni ricordo il momento in cui tutta la mia vita è cambiata. Mi volto a guardare la loro foto sul comodino facendo un sorriso forzato.
Mi alzo dal letto e mi ritrovo completamente nuda. Mi tornano alla mente tutti i momenti della notte passata, ricordo tutto quello che è successo e divento immediatamente rossa. Ricordo le frasi, le parole, tutte le volte che l'abbiamo fatto e pian piano mi rendo conto che non è stato solo un sogno. No. È tutta realtà. Infilo un maglione e un leggings al volo e vado in cucina, sono stranamente affamata. Camminando mi accorgo di avere dolori all' inguine e alle gambe. Passo davanti lo specchio e rimango un momento a fissarmi: ho le labbra gonfie più del solito per i troppi baci e qualche segno rosso sul collo. Cerco di coprirlo con i capelli. Continuo a camminare e trovo in cucina Jared ai fornelli e Tommi seduto con le mani sotto il mento a osservarlo.
"Buongiorno Tommi" gli dico dandogli un bacio sulla guancia. Oggi non andrà a scuola perchè voglio che venga con me a salutare i nostri genitori.

 Il cuore batte forte mentre mi avvicino a Jared perchè non so come comportarmi. Scelgo il sarcasmo

"Pancake? Ti stai specializzando"
"Si. Ho letto la ricetta e non sono così difficili. Sono andato a comprare gli ingredienti al supermercato e mi hanno guardato praticamente tutti. Per non parlare della cassiera. Ha preteso di sapere chi fossi e ha iniziato a farmi il conto solo quando le ho parlato di te!"
Sorrido e finalmente ci guardiamo negli occhi. Si avvicina al mio orecchio sussurrando
"Glielo dirò dopo la colazione. Sei bellissima mentre dormi" arrossisco subito e mi volto per non mostrare la mia vulnerabilità. Mi siedo vicino a Tommi che inizia a raccontarmi tutti i giochi fatti il giorno prima da Melissa. Mangiamo insieme mentre Jared racconta il viaggio a disneyland di tre anni fa e io guardo le sedie vuote dove si sedevano sempre i miei genitori e penso a quanto sarebbe stata diversa la mia vita se loro fossero stati qui oggi. Molto probabilmente avrei continuato gli studi, mi sarei laureata a breve in infermieristica pediatrica e avrei cercato un ospedale dove poter lavorare. Torno con la testa al presente quando sento Jared cambiare tono di voce
"Si una cosa da uomo ad uomo. E tu devi essere forte e non devi arrabbiarti quando saprai cosa ho da dirti perchè se l'ho fatto era per proteggerti"
Guardo Tommi preoccupato e poi Jared. Cerco di fidarmi di lui e gli lascio continuare il discorso.
"Innanzitutto io mi chiamo Jared. E non Justin. Non sono tuo cugino ma un cantante. Sono venuto qui e ho incontrato tua sorella e per varie vicissitudini ho iniziato a stare in casa vostra" guardo gli occhi di Tommi che si riempiono di lacrime e il suo musino in giù.
"Non devi piangere. Sei grande ricordi? Hai promesso che avresti ascoltato e non saresti corso in camera" annuisce forte mentre una lacrima gli scende sulla guancia e io non posso fare altro che sentirmi in colpa. Jared gli afferra la mano avvicinandosi a lui
"Ma tutto questo non cambia niente. Io ti voglio bene lo stesso. E verrò qui più spesso di quanto tu possa immaginare perchè sei il mio bambino preferito anche se non ti piacciono le mie canzoni e ascolti quelle di Tailor"
Tommi ride "Non andrai via per sempre come il papà e la mamma vero Justi.. Vero Jared?" Dice intimidito asciugandosi una lacrima
"Assolutamente no. Ho bisogno di vedere te e di giocare con te e ho anche bisogno di stare con tua sorella. Tu... tu non ti arrabbi se qualche volta io l' abbraccio o le do un bacio?" Tommi mi fissa come se volesse avere prima il mio permesso e io gli sorrido accarezzandogli la manina.
"Non devi dirlo a nessuno tesoro che Jared è qui. Almeno fin quando non lo dirà lui a tutti."
Tommi continua ad annuire confuso. Si guarda le ginocchia e fa dondolare le gambe avanti e dietro, fin quando Jared non si alza per abbracciarlo. Poi lo solleva prendendolo sotto un braccio correndo a giocare in salotto.
Tiro un sospiro di sollievo. Sembra che almeno lui l' abbia presa bene. Manca solo il resto del mondo penso fra me e me.

Trascorriamo un pomeriggio relativamente triste. Compriamo dei fiori e andiamo al cimitero. Prima sulla tomba dei miei nonni paterni e poi su quella dei miei genitori. Guardo la loro fotografia e sorrido. Mi avvicino raccontando un po' di noi ai miei. Tommi viene a mettersi affianco a me mentre Jared resta dietro a guadarci.
Finisco il mio discorso e anche Tommi è pronto a parlare.
Si guarda le manine e si ciondola a destra e sinistra
"Ciao mamma, ciao papà. Lui è Jared. Non si chiama Justin come vi ho detto le altre volte e non è nostro cugino. Ma io gli voglio bene lo stesso. E anche Mare gli vuole bene. Anche se litigano spesso. Ma io sono contento che lui non è nostro cugino perchè così Mare può sposare lui invece di Jon." Io e Jared scoppiamo a ridere e lo tiro a me accarezzandolo. Capisco che Tommi parla ai miei genitori non solo quando veniamo qui ma anche quando ne sente il bisogno e sono felice di questo. Jared mi aiuta a sistemare i fiori. Delle primule, preferite da mio padre e delle rose rosse per mia madre. Diamo un ultimo saluto ai miei genitori e ci incamminiamo verso l'uscita. Osservo Jared con il suo parka nero mentre tiene la mano a Tommi. Penso a come sia cambiato in questi mesi con noi. Del vecchio Jared restano solo i pantaloni a cavallo basso e le felpe larghe. Sento il telefono vibrare lo prendo e leggo il nome di Serena.
"Ehi Sere! Come stai?"
"Io sto bene Mare. Tu come stai? Ti serve una baby sitter per stasera per caso?"
"Perchè ti offri volontaria proprio per stasera?"
"Jon ha organizzato una serata in un locale poco lontano da qui. Ha detto che ci vuole tutti.. e quando dico tutti intendo anche Freddi"
Alzo gli occhi al cielo
"Smettila Sere. Ci faremo trovare al locale stasera. Tutti quanti. Porto anche Jared. Ho tante novità da darti" resta in silenzio per qualche secondo
"Siete stati insieme? Cioè insieme come dire...ha infornato la pizza, ha messo la crema nel babà..."
"Si proprio così" dico ridendo per i paragoni
La sento urlare di stupore mentre Jared si volta a guardarmi sentendomi ridere.
"Devo riattaccare Sere. A stasera, fammi sapere il nome del locale"
La sento ancora urlare e ridere ma chiudo il telefono correndo da Tommi e Jared che mi poggia un braccio sulla spalla dandomi un leggero bacio sulla guancia. Ci guardiamo sorridendo e mi volto a dare un ultimo saluto ai miei cercando di dirgli mentalmente 'Tranquilli. Io sto bene. Ce la sto facendo ad essere felice.'

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