In italia sembra fare quasi più freddo di Londra. Ma almeno qui c'è il sole nonostante il gelo che entra nelle ossa.
Sono trascorsi tre giorni dal ritorno a casa. Ho spiegato a Tommi che Jared non sarebbe tornato per un po' di tempo, non sono riuscita a farlo soffrire dicendogli 'per sempre' ma per fortuna è sembrato quasi disinteressato, troppo preso a comunicare in qualche modo con Maggie su skipe. Serena è venuta ogni sera a casa mia, ma ho finto di non avere problemi, ho evitato persino di parlarne e sembra aver funzionato perchè non ho versato lacrime e tantomeno mi sono chiusa in me stessa anzi, ho pregato Serena di uscire e portarmi a ballare da qualche parte ma si è rifiutata, allora ho chiamato Jon che non mi ha risposta, a quel punto sono andata a bussare alla porta di Melissa. Abbiamo chiacchierato a lungo o meglio, a parlare ero io, in continuazione, della nonna, di Londra, del viaggio, fin quando Melissa mi ha chiesto se fosse successo qualcosa perchè stavo... parlando troppo, come a volermi dimenticare di qualcosa parlando di tutt'altro, le ho detto che si sbagliava e dopo esserci salutate e avermi fatto promettere di restare con loro alla vigilia e a capodanno sono tornata a casa mia e sono stata costretta a restarci per le successive ventiquattro ore gettando qualsiasi cosa mi ricordasse Jared. Il primo dell'anno ho chiamato la nonna e abbiamo parlato a lungo, fin quando non l'ho sentita affannata e con una scusa ho messo giù per farla riposare. Il pomeriggio del secondo giorno del nuovo anno cammino nel parcheggio dell' hotel .Entro nella hall e vado a ringraziare subito il direttore per avermi concesso le due settimane di riposo.
"Non c'è di che Meredith. Spero che sia tutto ok adesso."
"Si tutto benissimo. Buon anno!" dico con un gran sorriso mentre lui mi guarda confuso. Vado a cambiarmi per prepararmi al lavoro, riprendere la routine mi farà bene e mi riporterà a qualche mese fa, quando la mia vita era normale ed io ero felice.
Entro nello spogliatoio e le voci di tre ragazze e altri due camerieri si fermano all'istante e mi guardano sott' occhi. Va avanti così da quasi due giorni ormai che quasi non ci faccio più caso, le persone per strada mi hanno giardato con pietà o parlando alle mie spalle appena mi allontanavo. Dietro di me entra Jon. Non sono anvora riuscita a parlargli dopo tutto quello che era accaduto al locale ma ora sono anche costretta a ringraziarlo per aver scoperto Jared altrimenti chissà quanto tempo ancora sarebbe durata la farsa.
"Ciao Mare" posa il suo borsone sulla panca e inizia a svuotarla
"Ciao Jon"
"Come stai?"
"Potrei stare meglio ma sopravvivo"
"Già, lo immagino" dice avviandosi verso la porta
"Io ti avevo avvertita"
Lo afferro per un braccio e lo costringo a fermarsi
"Mi dispiace Jon. Per... tutto quanto. Sono stata stupida ed ingenua. Ma non merito il tuo rancore. Sei stato cattivo anche tu in quel locale"
"Io volevo proteggerti Mare. Nient'altro"
"Io ti ringrazio per questo. Ma adesso vorrei mettere un punto a tutta la storia e vorrei che io e te tornassimo amici come prima." Lo guardo con occhi dolci cercando di scalfire la sua rabbia
"Ok" sorride subito "non guardarmi così. Smettila!"
"Parlano tutti di quell' intervista qui dentro. Ti giuro che se lo rivedo io..."
"No Jon. Non mi interessa. Non voglio sapere più nulla di lui. Vorrei solo distrarmi un po' adesso. Impazzisco a trascorrere le serate a casa mia da sola"
"Si beh... hai ragione. Che dici se passo a prenderti stasera? Andiamo a prenderci una cioccolata calda?"
"Si perfetto. Grazie Jon" dico abbracciandolo e stampandogli un bacio sulla guancia.
"Sei il migliore!"
Mi guarda a lungo e poi mi fa una carezza sul collo
"A stasera"Inizio a spogliarmi in fretta.
"Ho capito cosa vuoi fare" sbando e mi volto coprendomi con la maglietta
"Sei impazzita Sere? Rischio l' infarto così"
"Non è avvicinandoti a Jon che starai meglio"
"Non voglio stare meglio. Sto già bene. E non mi servono i tuoi consigli"
"Questa non è la strada giusta Mare. Non è dimostrando a tutti che stai bene e che non te ne frega niente che starai meglio"
"Io sto già bene!" Dico di spalle alzando la voce. Ma lo dico più a me stessa che a lei
"Non è vero. E te ne accorgerai presto" dice a voce bassa, quasi dispiaciuta.
"Invece non mi accorgerò proprio di niente. Dentro di me è rimasta solo rabbia per quell' essere stupido e inutile. Non mi rovinerà la vita. Io sto bene" ripeto ancora
"E se voglio Jon me lo prendo. Anche stasera se mi va!"
"Contenta tu..." si arrende Sere
"Ma domani esci con me. Devo parlarti di una cosa. Ci vediamo al Tif alle 18. C' è anche Jenni"
"Ok. Ci vediamo domani" dico calmandomi. Chiudo il mio armadietto e mi avvio col carrello ai piani superiori.

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FABLE
FanfictionEro felice prima di incontrarti. Insomma di quelle felicità minime: lo stipendio alla fine del mese, l' uscita con gli amici, il sorriso del mio fratellino. Era quella tutta la mia felicità. Poi sei arrivato tu, con il tuo successo, i tuoi soldi, la...