13.Arrangiati!

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Arrivo a casa nello stesso momento in cui arriva il pulmino che accompagna Tommi. Esce con lo zainetto sulle spalle accompagnato dall' insegnante. Mi vede e corre ad abbracciarmi. Saluto l'insegnante che si complimenta con me di Tommi per la partecipazione e l'entusiasmo avuto durante tutta la visita.
"Non smetteva di porre domande a chiunque, è molto curioso!"
La ringrazio per i complenti ed entriamo nel palazzo. In ascensore Tommi inizia a spiegarmi per filo e per segno tutti gli animali che ha incontrato. Continua mentre   lo preparo per la notte, continua mentre mi faccio la doccia, mentre indosso un top e un leggings vecchio per dormire, continua quando lo metto a letto e si addormenta descrivendomi un grande scimpanzè. Parla davvero tanto, ma gliene sono grata,mi distoglie dai cattivi pensieri. Vado in cucina per organizzare una lista della spesa per l'indomani, mentre mi lego i capelli in una crocchia arrangiata per non averli davanti agli occhi. Mi siedo al tavolo ma ricordo subito di non aver buttato  la spazzatura. Diamine!
Mi alzo scocciata, prendo la busta dell'umido e faccio un nodo stretto. Prendo le chiavi della porta,  anche se è per poco tempo non la lascio aperta mentre Tommi dorme. esco e la richiudo piano. Scendo le scale e apro il portone. L'aria è fredda, e l'autunno inizia a farsi sentire. Getto l'immondizia nel secchio e sento un'auto girare nel vicolo.
Mi volto, stringo gli occhi per la luce dei fari. Non riesco a vedere chi ci sia dentro e non riconosco l'auto. Il motore si spegne e con esso anche i fari. Non vedo più nulla e allora mi decido a rientrare. Sento lo sportello chiudersi e mi riaffaccio curiosa. Rimango immobile, sbatto le palpebre sperando che sia solo una visione e non la realtà. Jared è fermo sul marciapiede, si guarda intorno e poi si avvicina al palazzo. Porca miseria! Che ne è stato di Serena? Mi do una controllata,sciolgo i capelli e mi decido ad uscire.
"Ti sei perso?"
Sbanda e si volta. Ha gli occhi un po' lucidi, e si avvicina piano.
"Jenny mi ha riaccompagnato a casa.." dice facendo il segno delle virgolette con le mani.
"Doveva riaccompagnarti Sere, doveva portarti LEI all'hotel!"
"Era troppo ubriaca per guidare. Jon l'ha riaccompagnata a casa con la sua auto"
Mi passo una mano tra i capelli, squoto la testa. Che cavolo, non ci sto capendo più nulla. Conosco Sere, lei non beve per divertirsi, ma solo per dimenticare.
"Ha solo bevuto un po' troppo! Che c'è di male?" Mi dice allargando le braccia. Alzo gli occhi nei suoi. Sono irritata per la sua leggerezza sull'argomento, ma d'altronde cosa dovrei aspettarmi da lui?
"Qui non si beve e ci si ubriaca come se nulla fosse! Sei abituato ad altri tipi di divertimento evidentemente. "
"Tesoro, non immagini neanche. Chi partecipa alle mie feste, in casa mia, firma un documento di riservatezza. Ciò che succede li dentro non lo viene a sapere nessuno!"
"Wow! Sono impressionata!" In realtà non lo sono affatto, ho scritto il suo nome su internet. Quello che ne è uscito fuori è stato un inferno. Tutto ciò che di illegale si possa fare lui l'ha fatto, solo dopo la lista di risse, foto,arresti arrivano i video delle sue canzoni. Lì sembra un' altra persona, come se fosse libero e si sentisse davvero se stesso,felice di poter fare quello che gli viene davvero bene.
"Puoi chiamarmi un taxi ? Per favore?" Dice inclinando la testa, le mani nelle tasche della tuta e il cappellino come gliel'ho rimasto. Mi volto a guardare verso il portone.
"Senti, non ci sono taxi qui, non li chiama mai nessuno, per sportarci ci affidiamo ai pulman ma adesso è tardi e l'ultima corsa è già partita."
Lo guardo agitarsi
"Quindi cosa faccio? Vago per il paese fino a domani mattina? E che storia è che qui non ci sono taxi!?" Alza il tono della voce. Inizio a surriscaldarmi e lo rispondo a tono
"Non è un problema mio! Non posso pensare anche a come farti tornare a casa! Non sei mica mio figlio!" Non sembra interessarsi della mia reazione e continua
"Beh, ospitami da te! Dormo sul divano, domattima presto vado via"
"Non pensarci neanche. Tu in casa mia non entri!"
"Non criticherò nulla! Giuro! Me ne starò zitto, vorrei solo dormire, mi gira un po' la testa, e sono stanco." alza le sopracciglia, assume un'espressione da cucciolo abbandonato in cerca di un posto dove poter stare, con i lineamenti dolci che si ritrova non gli viene difficile. Ma non ci casco. In casa c'è Tommi e nessuno mai è entrato, apparte Jon, solo per aspettare quando ero in ritardo. Ma lui è un'altra cosa..
"Potevi rimanere a dormire a casa di Jenny! Non ci hai pensato?" incrocio le braccia al petto. Sembra calmarsi, non risponde immediatamente.
Sorride togliendo le mani dalle tasche, si avvicina, e mi ritrovo a indietreggiare. Un passo, due passi , rimango a fissare i suoi occhi che scendono a guardare il mio vecchio leggings e tornano nei miei. Si avvicina ancora, e io indietreggio.
"Forse perchè a casa di Jenny non avrei solo dormito e invece voglio solo riposare. In realtà adesso non ho più tanto sonno."
"Non ci provare Jared" gli dico annoiata. Dentro di me sono tutto fuorchè annoiata.
"Non ci provare a fare cosa?"
"Qualunque cosa tu voglia fare..."
"Io non provo a fare nulla Mare. Quello che voglio fare, se ho davvero intenzione di farlo. Lo faccio. Quello che voglio davvero. Me lo prendo"
La sua arroganza, la sua presunzione superano ogni limite.
"A parte un letto per stanotte" dico sorridendogli e voltandogli le spalle entrando nel portone. Fiera di me per non essere caduta alle sue parole, fiera per essere riuscita a guardarlo negli occhi. Meno fiera per le gambe che mi tremano e per lo stomaco in subbuglio.
"Non ti pregherò come le ultime volte. Ho resistito a molto peggio, non mi spaventa starmene per strada fino a domattina, prendere un pulman per tornare in quel maledetto hotel. Non ti farò sentire indispensabile perchè conosco troppo bene la sensazione e non ti darò soddisfazione di provarne neanche un po'" mi volto alle sue parole e sollevo le spalle, sono offesa ma cerco di naaconderlo. Sorrido e prima di chiudermi il portone alle spalle gli rispondo
"Quello che vuoi te lo prendi Jared, ma se non riesci ad averlo non preghi, non convinci,non è nel tuo DNA, si vede. Allora, buona fortuna. E buona notte." i suoi occhi sono diventati di un nocciola scuro, è arrabbiato, la sua mascella si contrae
"La tua di notte non sarà tanto buona invece! Sai perchè? Perchè tu sei una di quelle che amano essere pregate, ma che se non cedono passano tutto il tempo a pentirsi di non averlo fatto, a pensare perchè sono fatte di tanto orgoglio." Scoppio a ridere e squoto la testa, ma lui non si ferma indietreggia e alza il tono della voce, la sua arroganza è ritornata, i suoi modi da bambino viziato si impossessano di lui
"Pensaci stanotte a queste parole, quando sarai nel tuo letto a girare e rigirarti chiedendoti dove cavolo sarò e pentendoti per non avermi nella stanza affianco. E chiediti anche perchè hai così tanta paura di avermi a poca distanza" Indietreggia ancora, rimane a guardarmi e poi si volta, si alza il cappuccio della felpa e lo guardo allontanarsi fin quando gira l' angolo.
Corro a casa, sbatto la porta e cammino veloce fino al divano, soffermandomi a controllare Tommi che dorme tranquillamente. Mi siedo e fisso il pavimento,sono nervosa, il cuore mi sbatte nel petto. Respiro affannosamente Mi mordo l'unghia del medio, penso a ciò che ci siamo detti. Al fatto che non aveva più sonno, e che non ne avevo neanche più io, a come si è avvicinato, a come io ho reagito vedendolo avvicinarsi,alle parole che mi ha detto... basta! Devo distrarmi.Mi alzo in piedi, prendo e il cellulare e invio un sms a Sere chiedendole come sta e immediatamente un altro a Jon ringraziandolo per averla accompagnata. Il cellulare squilla subito. Sullo schermo compare il suo nome, rispondo e rimaniamo a parlare per tanto tempo. Parliamo di noi, di Sere, e di Freddy, parliamo della gita di Tommi e della prossima uscita che faremo io e lui, soli.
Riattacco augurandogli la buonanotte e sorrido. Sono più calma, perchè Jon mi fa sempre questo effetto. Respiro e vado in camera. Mi stendo nel letto. Chiudo gli occhi ma li riapro poco dopo, mi volto sul comodino a guardare la foto di mamma e papà in viaggio di nozze.Mi volto dinuovo a pancia in su, fisso il soffitto, con le mani incrociate sulla pancia ... E mi ritrovo inevitabilmente a pensare a lui, a dove sia adesso, a cosa stia facendo, come arriverà all'hotel, se qualcuno lo riconoscerà. Sbuffo e chiudo di nuovo gli occhi.
Ha ragione lui. Tutta colpa del mio fottutissimo orgoglio, ma cerco di guardare il lato positivo; non gliel'ho data vinta, ecco perchè si è arrabbiato, non è tanto abituato  e forse anche lui ci starà pensando, e un po' penserà anche a me. Mi addormento con questo pensiero che, contro la mia volontà,diventa quasi la mia speranza.

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