Il giorno dopo trascorro tutta la mattinata chiusa alle poste con le tre bollette da pagare. I posti a sedere sono tutti occupati da comitive di anziani in fila per la pensione. Oggi è il primo novembre, domani è festivo e tutti si anticipano sulle commissioni. Rimango in piedi ad aspettare il mio turno fantasticando sulla mia vita e ovviamente i miei pensieri corrono al giorno precedente.
Tornati a casa ho riposto la palla di neve sul mobile all' ingresso. Ho incollato le cartoline e anche una nostra fotografia scattata nelle macchinette della stazione dei treni: quattro piccole diapositive con i nostri visi che si esibivano in facce buffe. Sul retro ho scritto una dedica:
Così quando lo racconterò mi crederanno.
Ho atteso con ansia che si facesse notte ma Tommi ha avuto un incubo e ho dormito affianco a lui. Jared si è affacciato alla camera dandomi la buonanotte
"Sto invidiando parecchio questo piccoletto" ha sussurrato. Tommi era al mio fianco con un braccio intorno alla mia vita e la mano nella mia
"Ti avevo detto di non fargli vedere quel film di halloween con quegli zombie. Lo hanno turbato"
"Non mi ha chiesto di cambiare canale nemmeno una volta. Lo ha guardato tutto, fino alla fine. È uno tosto. Non si arrende "
"Chissà da chi avrà preso"ho detto guardandolo dormire
"Io conosco la risposta" mi sono voltata a guardarlo e fatto un mezzo sorriso
"Non sono così tosta come voglio far sembrare. Anche io crollo, più spesso di quanto si possa immaginare" ho sussurrato come se lo stessi confessando a me stessa
"L' ho capito subito che dietro quella corazza c' era qualcosa di speciale"
"Smettila di essere così dolce con me. Voglio litigare, altrimenti su chi sfogo le mie frustrazioni?"
"Potresti sfogarle in un' altra maniera" adbbassa lo sguardo sulle coperte e improvvisamente sento freddo
"Sarebbe una buona idea" lo provoco
"Devi dirmi solo quando"
"Non appena avrò bisogno di sfogare la mia rabbia."
"Spero che qualcuno ti faccia arrabbiare presto" ha sussurrato facendomi l' occhiolino e chiudendo la porta."Riesco ad uscire giusto in tempo per una spesa veloce e torno a casa. Apro la porta con lo stesso sorriso con cui mi sono addormentata la notte precedente.
Ma ritorno subito seria. Sbatto le palpebre e fisso il divano nuovo. Non è il mio "divano nuovo" ma un divano ancora più nuovo, di un colore diverso e più lungo del precedente. Poggio le buste della spesa a terra e vado verso la stanza di Tommi da cui sento provenire le loro voci. Stanno giocando a nascondino. Tommi sta contando con le braccia sul muro con gli occhi chiusi
"Time out" urlo
"Jar... Justin, esci dal tuo nascondiglio!"
"Cavolo questa volta non mi avresti trovato!" Sento una voce otturata e l' armadio richiudersi.
"Eri nascosto nella mia stanza?" dico ancora più nervosa quando compare sulla soglia, fresco di barba con una tuta blu che gli ho comprato al mercato. Non aspetto che mi risponda e vado subito alla domanda successiva
"Dove è finito il mio divano?"
Solleva le sopracciglia e balbetta
"Pensavo, ehm.. in una frase diversa. Insomma, un ringraziamento"
Mi avvicino lentamente.
"Ti ho chiesto dove è finito il mio divano" rimane in silenzio per pochi secondi e poi si decide a parlare guardandomi negli occhi
"Stamattina abbiamo fatto colazione sul divano. Tommi ha fatto cadere della cioccolata al centro, abbiamo provato a ripulirlo ma la macchia è peggiorata"
Sono furiosa e non ho ancora guardato Tommi
"E hai pensato bene di buttarlo sostituendolo con uno nuovo, Jared?"
"Abbiamo pensato che saresti stata contenta"
"Di cosa precisamente? Del fatto che in pochi minuti avete gettato via mesi di sacrifici per pagare quel dannato divano? Del fatto che tu riesca a comprarlo nello stesso tempo che io impiegherei adesso a prenderti a calci nel sedere?"
"Potresti ringraziarmi" dice avvicinandosi con le mani in tasca e la sua solita posizione da duro che ormai ho imparato a conoscere
"Ringraziarti? Certo! che stupida"
"Bene allora.." proseguo allontanadomi e facendo un inchino
"Grazie a te piccoletto" dico voltandomi verso Tommi
"Perchè non mi ascolti mai quando ti dico di non mangiare su quel divano" il tono della voce è alto, i suoi occhi sono lucidi, si fissa le mani e poi corre in camera
"E grazie a te" dico voltandomi verso Jared
"Per aver risolto la situazione nell' unico modo che conosci, liberandoti del mio divano pagato con i sacrifici di un lavoro!" Sono offesa per la leggerezza con cui si è liberato di una cosa a cui davo un valore affettivo. Il divano che io ho scelto, che stavo pagando con tanti sacrifici, simbolo di qualcosa che stavo riuscendo ad ottenere da sola. Acquistando quel divano avevo dimostrato a me stessa che potevo avere qualcosa che desideravo. Adoravo quel divano, se ne stava in vetrina del mobilificio che affacciava sulla strada. Ogni giorno nel tragitto da casa al lavoro lo guardavo e lo immaginavo nel mio salotto. Il sole faceva riflettere il colore crema chiaro. Una mattina tranquilla all' hotel in cui avevo finito in anticipo il mio turno ero entrata a guardarlo da vicino. Sono uscita di lì con un pagamento a rate tasso zero e con un accordo con il mobiliere che lo avrebbe fatto arrivare a casa di lì ad una settimana. Ogni volta che superavo la soglia di casa e lo vedevo era come un incoraggiamento a me stessa, come se mi dicesse "se vuoi una cosa riesci ad ottenerla. Basta avere pazienza" Ripensando a tutto volto lo sguardo sul nuovo divano marrone e poi su Jared che mi guarda con un misto di rabbia e dispiacere. Cammino verso la mia stanza ma mi si para davanti come uno scudo e non riesco a procedere
"Fatti da parte Jared" respiro in maniera accelerata e quasi non sento le sue parole quando le pronuncia
"Non volevo rendere vani tutti i tuoi sacrifici comprando un nuovo divano in contanti. Volevo solo che non ti ritrovassi un divano sporco in casa. L' ho fatto con buone intenzioni" abbassa il viso cercando il mio sguardo.
Sollevo gli occhi nei suoi
"Rivoglio il mio divano Jared" gli porto una mano sul petto
"Lo rivoglio. Anche con quella macchia non sarà un problema"
Lo sento inspirare forte e chiudere gli occhi
"Non guardarmi così Mare. Potrei fare qualunque cosa se mi guardi così" Afferra la mia mano portandosela alle labbra
"Mi basta che tu faccia ritornare qui il mio divano" mi avvicino guardandolo assaporare le mie dita. Riempie i polmoni di ossigeno e lo lascia andare lentamente chiudendo gli occhi"
"Si. Lo faccio rimandare indietro e richiamo la ditta che è venuta a ritirare il vecchio"
"Non è vecchio!"
Lascia la mia mano, gli occhi più scuri , porta le sue mani al mio collo e si avvicina lentamente.
"Preferiresti il divano a me?"
"Preferirei qualsiasi cosa a te" sorride e prova a baciarmi ma faccio un passo indietro e lo supero raggiungendo la mia camera e chiudendomi dentro.

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FABLE
FanfictionEro felice prima di incontrarti. Insomma di quelle felicità minime: lo stipendio alla fine del mese, l' uscita con gli amici, il sorriso del mio fratellino. Era quella tutta la mia felicità. Poi sei arrivato tu, con il tuo successo, i tuoi soldi, la...