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Ljena

Corro, corro. Mi stanno raggiungendo? Li sento arrivare, non so cosa fare! Giada è morta, Din anche. Corro, devo correre di più, mi raggiungeranno,
un ramo mi frusta la faccia, fa male, sento il sangue caldo scorrermi sul viso.
Non posso fermarmi.
Da quanto è che corro? Non posso fermarmi.
Morglock è troppo potente. Dove andare? Non possiamo continuare a nasconderci. Siamo l’ultima resistenza, e siamo disperati.
Devo continuare a correre, sento i miei polmoni urlare. Non ho più fiato, sento che tra poco morirò se non mi riposo un attimo, non posso fermarmi o mi raggiungeranno, non posso riposarmi.
Non ho mai avuto tanta paura per la mia vita.
Santski, dove sei? Ho bisogno di te.

Santski

Quando sono arrivati ho iniziato a correre, poi a volare. Mi è sempre riuscito meglio volare, ora sento che non basta.
Volo sopra le cime degli alberi, li sento gridare, ringhiare, imprecare, ululare, sento la fatica di Ljena come mia.
Terrore è instancabile,
non posso combattere,
posso solo scappare.
Gli altri sono morti, o ci hanno traditi. Perché siamo rimasti soli?
Non ho mai avuto tanta paura per la mia vita. Sento Ljena ansimare quasi come fosse vicino a me, non ce la fa più. Sento il suo muto richiamo.
Arrivo, Ljena, arrivo. Resterò con te fino alla morte, non ti lascerò sola.


Francesco

“Non trovi che la prof oggi sembri un troll?” ridacchio cercando di non farmi sentire, mi copro la bocca con la mano. È vero: la professoressa di italiano oggi è particolarmente brutta e arcigna. Annuisco in direzione di Sirio, il mio compagno di banco, e lo vedo ridere. Lui sa sempre come divertirsi, anche durante una lezione come questa. Provo a disegnare un cavallo sul banco. Perché le zampe sono sempre così difficili? Vengono sempre troppo lunghe, o troppo corte, o troppo ricurve. Ma cosa sta dicendo la prof? Mi sono perso un pezzo. Chiedo a Sirio, ne sa quanto me. Siamo molto attenti, eh? Ah, sì, sta correggendo un esercizio di grammatica. Che non ho fatto. Oh beh, pazienza.  Meglio fare finta di stare attenti, altrimenti… cerco di sbirciare il quaderno di Sirio, mi scaccia con la mano. Accidenti a lui! Allungo il collo verso Giacomo, il secchione, ma non leggo una parola. Perché ha una scrittura così piccola, stretta e ordinata? E poi ci sono io, che scrivo largo quanto una casa e ordinato quanto un ragno ubriaco. Va beh, speriamo che tenendo un profilo basso nessuno se ne accorga.

Ljena

Un guerriero mascherato mi compare davanti. Strillo, cambio direzione, sento Santski vicino a me e questo mi da’ conforto.
Corro per altri due metri
Me li ritrovo davanti
Cambio direzione
Un’altra maschera
Sono circondata
Non so cosa fare
Non ho abbastanza energie per combattere
Posso solo fuggire, ma dove?
Mi prenderanno, come hanno preso Din
E Giada
E Sorian
E tutti gli altri.
Sento Santski volare sopra di me
Il sangue mi scorre su una guancia
Sono disperata
Potrei teletrasportarmi da qualche parte, se ne avessi il tempo o le energie
Devo fuggire, ma dove? Posti sicuri non esistono più in questo mondo.
Devo provare, devo andarmene, dove non so, so solo che devo andarmene.
Do il via all’incantesimo

Santski

Leggo i pensieri di Ljena come se fossero i miei, sento la sua disperazione come se fosse mia. La sua disperazione è la mia. Non posso fuggire lasciandola qua, non ha abbastanza forze per trasformarsi e volare. Le è sempre riuscito meglio correre. Sento la stanchezza farsi ogni secondo più pesante
Una luce abbagliante mi acceca
Viene da Ljena
E da me.
Ma è normale?
Stiamo esplodendo in luce
Ci stiamo dissolvendo
No
È solo un incantesimo di teletrasporto, ma non abbiamo le forze di fare un incantesimo, siamo troppo stanchi
Cosa sta succedendo? Cosa stiamo facendo? Cerco di fermare l’incantesimo che inconsciamente abbiamo generato, cosa stiamo facendo? È troppo forte
Moriremo
Non abbiamo abbastanza forze
Mi sento strappare via
Cosa stiamo facendo
Non lo so neanche io
Sento gli urli di stupore del Clan del Lupo
Poi una luce fortissima
Poi il buio
Poi di nuovo la luce
Cado a terra
Non ho più le forze. Ma dove sono finito?
Mi guardo intorno, è tutto troppo strano, sono morto? Chiudo gli occhi e svengo.

Francesco

“E ora… interroghiamo! Vediamo un po’, Moreschi, vieni tu alla lavagna?” Accidenti! Quella strega si dev’essere accorta che ero disattento. Mi alzo, non ho studiato niente, vado alla lavagna. E iniziano gli urli. Rimango immobile con un braccio mezzo alzato, che succede? Chi grida? Non sono solo grida, capisco. Sono rumori di gente che corre, dei passi affrettati, una voce terribile che urla: “Non lasciamoli scappare!”. Sono agghiacciato. Il resto della classe anche. Guardo istintivamente la porta della classe, ma in corridoio sembra che tutto sia tranquillo. Ci metto qualche secondo a capire che quei rumori sono nell’aria, tutto intorno a noi. “Ce li abbiamo in pugno!” “Catturiamoli!” “Ma che fanno? Fermateli!” il trambusto si fa sempre più forte, poi l’aria sembra squarciarsi
Ma che cosa sta succedendo?
Una ragazza dai lunghi capelli color del caramello viene letteralmente catapultata fuori da quella ferita nell’aria e cade a terra, raggomitolata su se stessa. È ferita? Chi è? Attraverso quella sorta di taglio vedo un bosco. E delle persone, uomini terribili con maschere scure. Sono accompagnati da… animali? Ma cosa… cercano di penetrare in classe, tutto questo non è possibile! Cosa vogliono fare? Ma che diavolo sta succedendo?! La ragazza si rialza e si gira verso la finestra, non so come ma prende due lembi di aria e con un grido richiude quella sorta di strappo. Poi si gira verso di noi.
Ha degli occhi grigi spettacolari, color dell’acciaio, non sembrano umani
Sembra sfinita, e smarrita anche, non sembra capire più di noi. Si guarda in torno come un animale in gabbia, ha gli occhi spaventati. Poi cade a terra e sviene.

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