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Morglock

Non so cosa sia successo
La vetrinetta è in frantumi di fronte a me
E le mie nocche sono scorticate e piene di sangue
Per terra ci sono frammenti di vetro insanguinati
L’ho rotta io la vetrinetta
Ma non me lo ricordo
Succede spesso
Momenti di vuoto e poi scopro di aver rotto qualcosa,
ferito qualcuno,
ucciso qualcuno.
Terrore è accucciato in un angolo
Guaisce
Ha una zampa ferita, come la mia mano
Dio quanto lo odio
Lo odio
Lo odio
Eppure non posso fare a meno di amarlo,
È il mio doppio,
È parte di me
Ma lo odio.
Pensavo che Ljena avrebbe capito!
Pensavo che mi avrebbe aiutato! Che mi avrebbe ascoltato! Eppure è come tutti gli altri
Oggi stavo per ucciderla
Eppure non l’ho fatto
Perché? So che non capirà mai, è come tutti gli altri, non vuole capire
Ma non posso ucciderla
Perché non mi capisce?
Pensavo che almeno lei avrebbe capito! Che mi avrebbe aiutato! Che…
Faccio a pezzi la stanza, prendo a calci i mobili, ribalto le sedie
Mi faccio male ma non mi importa
Sento Terrore guaire, piangere, soffrire
Ma non mi importa
Anzi, ne provo piacere
Voglio che soffra
Voglio che stia male
Lo odio
Lo odio
Lo odio
È incompleto
Non è lei
Non è un vero doppio
Eppure siamo legati, indissolubilmente legati,
Lo amo come la mia vita, non posso fare a meno di lui
E allo stesso tempo non posso fare a meno di odiarlo
È un legame maledetto
Siamo maledetti
Due corpi maledetti
Un’anima maledetta
Non so di nuovo cosa sia successo
Un altro attimo di vuoto totale
Davanti a me, nel mio letto c’è uno squarcio lungo mezzo metro
Ne fuoriescono piume, che volteggiano per la stanza, sembra la neve
Il mio stiletto è ancora piantato nel materasso
Sono stato io, di nuovo
Terrore è spaventato
Anche lui mi odia
Mi ucciderebbe se non fosse che così facendo ucciderebbe se stesso
Siamo troppo legati
Vorrei ucciderlo
Potrei se volessi
Non me ne importa molto della mia vita
E se morissi potrei riavere lei
Ma non posso ucciderlo
La sola idea mi è ripugnante, non posso, lo amo troppo, è una parte di me
La parte più odiata di me
Lui prova solo rabbia, dolore, frustrazione, non vuole essere legato a me
È la mia stessa rabbia
Non voglio essere legato a lui
Questo legame mi è insopportabile
Prendo il mio pugnale, ne poso la lama gelida come ghiaccio sul mio avambraccio bianco
E la faccio penetrare
Vedo il sangue rosso sgorgare
Da me e da Terrore
E ne gioisco
Rosso su bianco
Non sento dolore, solo piacere
Perché lui soffre
Il dolore viene dopo
Crollo in ginocchio in mezzo alla stanza
Lacrime sgorgano dai miei occhi
E non è solo un dolore fisico
È qualcosa di più
È un dolore mentale
Un dolore come non ne ho mai provato
O forse sì
Un anno fa
Un giorno lontano
Un ricordo confuso
Che quasi non ricordo
Riconosco questo dolore
È nostalgia
È una mancanza
È un sentirsi incompleto
Perdonami ti prego
Se mi puoi sentire perdonami per ciò che ho fatto
Perdonami
E continuo a piangere in mezzo a questa stanza devastata
Ramsey perdonami.

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