Capitolo 5

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"Sono Mattia Perin" questa frase continuava a frullarmi in testa, voleva parlare con me e come biasimarlo, ero sparita nel nulla. Feci a mia madre segno di si con la testa e lei disse prontamente un "Scende".
Mi guardai nello specchio che era in corridoio, ero in tuta e ciabatte, pensai che almeno avrei dovuto cambiarmi quest'ultime, così presi un paio di scarpe da ginnastica distrutte, "da battaglia" come le definivamo con le altre, una felpa, cellulare, chiavi ed uscii.

Mattia era sotto casa, appoggiato al suo Qashqai che l'aspettava, era agitato, continuava a ripetersi il discorso che le avrebbe fatto, con la speranza che l'emozione non lo tradisse, facendoglielo dimenticare.
Lei uscii dal portone, non l'aveva mai vista così: era struccata, con gli occhi gonfi e arrossati per il pianto, era in tuta e scarpe da ginnastica, con i capelli arruffati tenuti su da una pinza. Vedendola in quello stato, capì che c'era qualcosa che non andava.

"Giuditta si può sapere che è successo?" questa fu la domanda con cui lui esordì; mi venne subito da piangere.
"Mattia è complicato. Ho ritenuto meglio, soprattutto per me, che io uscissi dalla tua vita senza fare rumore." dissi con la voce tremante;
"Non fare rumore? Cazzo sono 24ore che ti cerco, ti chiamo o ti scrivo continuamente senza avere risposta! Questo per te è non fare rumore?" mi disse urlando;
Mi sembrava di diventare sempre più piccola, una parte di me voleva scappare, mentre l'altra avrebbe sputato fuori tutti i suoi pensieri. Infatti così feci, con tutto il fiato che avevo sbottai: "So perfettamente che intenzioni hai! Come può un ragazzo come te, con la tua vita, con la tua fortuna cercare una come me, con una vita piena di problemi, con un fisico tutto tranne che invidiabile, senza tanti pregi. Mattia non prendiamoci in giro, tu vuoi divertirti! Ti sei messo in testa che finché non mi porterai a letto non sarai soddisfatto, ed io non voglio darti questa soddisfazione. Non a mie spese almeno. Tu pensi che per me sia solo un gioco? Beh non è così! Io mi sto affezionando e so che dimenticare sarà sempre più difficile, quindi meglio dividerci ora che i ricordi sono pochi, piuttosto che più avanti; insieme ai momenti da cancellare aumenta anche il dolore, ricordatelo!"

Mattia non riusciva a guardarla, si era sfogata sia parole, sia con il pianto. Vederla piangere però, era peggio di qualunque cosa, una sofferenza infinita.
Finalmente aveva capito il perché della sua sparizione improvvisa; doveva solo farle comprendere che, quello che pensava, non era vero, che si sbagliava. Le afferrò la vita, l'attirò a sé, le alzò il mento e la guardò negli occhi. Quegli occhi che lo avevano conquistato fin da subito, quel verde nel quale si perdeva, che gli ricordava il campo da calcio, la speranza.
Senza neanche pensarci troppo, le si avvicinò e la baciò con dolcezza sulle labbra. Fu un bacio semplice ma, dietro ad esso lui aveva riposto la sua protezione, la fiducia e l'affetto.

Mi baciò "Mamma mia, quanto mi erano mancate le sue labbra!" pensai. Era stato un bacio casto, veloce ma, a me, era bastato.
"Mattia promettimi che non mi farai soffrire?! Fammi capire che ciò che stavo pensando era lontanissimo dalla verità. Non avrei la forza di sopportare altro male."
"Giuditta, ti prego, smettila! Non devi pensare che il mio unico scopo è fare sesso con te, per poi abbandonarti come un oggetto vecchio ed inutile! Non ti lascerò andare via così facilmente! Tu mi piaci! Lo vuoi capire?" si interruppe per guardarmi; io non potevo credere alle sue parole; "io gli piaccio?" mi domandai e, non mi trattenni, mostrando sul volto tutto il mio stupore. Lui proseguì: "Si mi piaci, è così, so che a te sembra strano ma, è la verità! Non sarai una modella ma, sei splendida, lo sei per il tuo modo di parlare, di pensare o di agire. Eri splendida la sera in cui ci siamo conosciuti, nonostante la fatica del turno di lavoro; quella del fast food con la tua buffa risata, la volta in discoteca, il tuo vestitino, sai, lo ricordo ancora; e lo sei adesso!" mi guardò accennando un sorrisone.
Mi venne da ridere, come faceva a dire che ero splendida anche in quel momento; "Mi hai vista bene? Sono in tuta ed ho gli occhi irritati!" gli feci notare.
"A me piaci lo stesso; mi piaci in jeans, in tacchi o in tuta; devi capirlo!".
Ero stanca di piangere; volevo solo essere felice e, dentro di me, sapevo che Mattia poteva darmi quello di cui avevo bisogno; così mi infilai fra le sue braccia e appoggiai la mia testa sul suo petto, chiudendo gli occhi. Lui mi accarezzò il viso e poco dopo ci ribaciammo a lungo.
Mattia interruppe il nostro bacio con: "Ho una cosa per te." Così mi liberò dal suo abbraccio ed aprì la portiera dell'auto; quando la richiuse, in mano, aveva un sacchettino, me lo porse, lo aprii e dentro trovai cinque segnalibri su Coverciano; "Mi avevi detto di fare la raccolta, allora te ne ho portato uno, per ogni giorno che sono stato via".
Ricominciai a piangere, capendo cosa stavo rischiando di perdermi l'uomo dei miei sogni, colui che si ricordava pure della mia fisima per i segnalibri.
Lo abbracciai con tutta la forza che avevo e lui non mi ostacolò.

"Non piangere ti prego, non riesco più a sopportare le tue lacrime, mi fanno male", Mattia cercò di tranquillizzarla, facendole capire che lui per lei ci sarebbe sempre stato. Era distrutto, iniziava a sentire il ritiro sulle spalle, la stanchezza iniziò a colpirlo.

"Tu sei stanco morto! Vai a casa ti prego." gli dissi vedendolo sbadigliare;
"Voglio stare qui con te, non voglio andare via."
Le sue parole mi riempirono di gioia, anche io avrei voluto rimanesse accanto a me ma, vedevo la sua stanchezza e non volevo che non riposasse per colpa mia, in fondo era appena tornato da un ritiro della Nazionale.
Così gli domandai quando avrebbe ricominciato gli allenamenti; "Tra tre giorni; ho due giorni di vacanza" mi disse lui con un sorriso che avrebbe sciolto chiunque.
"Perfetto allora ci vediamo domani!" dissi in modo frettoloso cercando di non fargli perdere altro tempo.
Quindi lo salutai, dandogli un bacio a stampo ma, a lui, non bastò perché mi riafferrò per un braccio e mi attirò a sé, baciandomi appassionatamente.
Le labbra continuavano a cercarsi con avidità, non so per quanto ancora si sarebbero bastate.
So che sarebbe arrivato il giorno in cui saremmo andati oltre un semplice bacio ma, in quel momento non volevo pensarci. Non dovevo guardare la cosa in modo negativo, Mattia non era come gli altri ed io, avrei dovuto mettermelo in testa il prima possibile.
Mi staccai a fatica, lo obbligai a salire in macchina e lo vidi andare via. Ero tranquilla perché domani saremo stati insieme tutto il pomeriggio... E forse anche la notte.

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora