Capitolo 15

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  Passai ancora qualche giorno da Ambra, fino al giorno in cui smisi di piangere senza un apparente motivo.
Mi stavo riprendendo; avevo diminuito drasticamente il numero di sigarette e di fazzolettini.
Stavo visibilmente meglio, avevo ricominciato a ridere di gusto. Ero consapevole che la mia reazione potesse essere considerata eccessiva: noi eravamo stati insieme qualche mese, poco più e poco meno. Io, però, avevo messo da parte i miei dubbi, le mie paure solo per lui; per quel noi in cui credevo davvero ma, Mattia mi aveva tradito: non solo con Melissa ma, aveva tradito la mia fiducia e la mia persona.
Adesso, però, era finito tutto. Lui aveva causato tutto ciò ed io, dovevo farmene una ragione.
Avevo riacceso il telefono già da giorni; subito, arrivarono numerosi messaggi: o del gestore che mi informava che Mattia mi aveva cercato o direttamente di Perin.
Non li lessi nemmeno; non volevo ricominciare il mio pianto, così, li cancellai.
Dovevo essere una persona nuova! Dovevo andare avanti!

"Oggi ha riso per un tempo infinito, fino alle lacrime ma, questa volta di gioia." Questa fu una risposta che, Mattia, aveva ricevuto da Ambra; alla quale scriveva spesso, per chiedere di Giuditta. Si era commosso; sapeva che il suo amore aveva versato troppe lacrime per colpa sua; per colpa di una sua distrazione. Perin, continuava a ripetersi che tutto ciò si sarebbe potuto evitare, se solo fosse stato più attento.
Mancava ormai solo un giorno al compleanno di Giuditta; la testa di Mattia era perennemente su quella ragazza, voleva che tutto fosse perfetto, che lei fosse felice e che lui tornasse nei suoi pensieri, in modo positivo.
Era agitato, l'indomani l'avrebbe finalmente rivista; ne era certo perché, le sue amiche, gli avevano detto di averla convinta.

"Allora facciamo così" aveva esordito Ambra. Eravamo tutte a casa sua; avremmo passato due giorni da lei; volevano che per il mio compleanno non mi sentissi sola.
Non appena ebbe ottenuto da tutte l'attenzione, continuò: "Domani sera, potremmo andare a mangiare fuori qualcosina, poi tornare a casa per cambiarci."
"Ci sta! Poi andiamo con la mia macchina?" chiese Dalila.
"Se volete andiamo con la mia" proposi, cercando di rendermi utile almeno in qualcosa.
Risero tutte; "È il tuo compleanno e tu non puoi non bere!" mi rispose Emma, quasi stupita dalla mia affermazione.
Discutemmo ancora un po' sul da farsi, fino a quando ogni dubbio organizzativo non fosse stato colmato.
Avrei festeggiato il mio compleanno senza Mattia e questo mi sembrava strano. Avrei giurato che saremmo stati insieme tanto tempo, che avremmo condiviso tantissimi momenti; ed invece, mi sbagliavo.
Mi distolse dai miei pensieri la colonna sonora del film che stavamo per vedere; mi sistemai sul divano con la mia birretta in mano ed iniziai a godermi lo spettacolo.
Finito il film, i popcorn e la bottiglia andammo tutte a dormire. Non aspettammo neanche la mezzanotte; il giorno del mio compleanno.

Ambra, Dalila, Giorgia ed Emma si alzarono, cercando di non svegliare Giuditta. Si vestirono ed uscirono velocemente di casa.
Le prime due si recarono a casa di Giuditta; suonarono e furono accolte dalla madre. Mentre, Giorgia ed Emma si incontrarono con Mattia.

Mi svegliai al mattino, con l'emozione solita che ha il festeggiato il giorno del suo compleanno.
Mi alzai dal letto e andai in cucina, pensando di trovare le mie amiche; invece, non trovai nessuno.
Mi feci prendere dallo sconforto; iniziai a girare la casa con la speranza di trovarne almeno una ma, dentro di me, sapevo che non sarebbe stato così.
Mi sedetti sul divano, con le lacrime agli occhi, quando, la porta d'ingresso si aprì. Vidi entrare tutte e quattro le mie socie; con il sorriso sulla faccia che mi urlavano: "Auguriii!!"
Ricacciai indietro il pianto che stava per scendere. Avevo avuto la paura di essere stata abbandonata ma, per fortuna, mi ero sbagliata! Mi alzai ed andai ad abbracciarle.
Giorgia mi mostrò un sacchetto dicendo: "Colazioniamo! Brioches calde!"
Facemmo colazione insieme; mi sentii a casa, in famiglia. Ne avevo davvero bisogno. Queste sensazioni mi erano mancate!
"Questo è per te!" mi disse Emma, porgendomi una scatola enorme, più lunga che alta.
La aprii e dentro trovai un vestito strepitoso; mi venne da piangere dalla gioia. "Ma voi siete pazze!" dissi tirandolo fuori dalla scatola e, non riuscendo a credere ai miei occhi.
Era un abito nero a balze, lungo dietro e sempre più corto salendo in avanti, mono spalla, arricchito con perle e pietre. Quasi, emanava luce propria.
"Provalo!" mi esortò Giorgia; ed io, non me lo feci ripetere due volte.
Lo indossai ed andai davanti allo specchio. Con quel vestito mi sentivo splendida, nonostante i miei capelli spettinati, i miei occhi gonfi, la mia faccia pallida ed i miei chili di troppo. Ero bellissima e nessuno sarebbe riuscito a convincermi del contrario.
Mi girai a guardare le mie amiche, con un sorriso sincero.
"Ti piace?" mi chiese Dalila, sapendo già la mia risposta affermativa. Io annuii.
"Vediamo se ti piacciono anche queste!" mi disse Ambra, porgendomi una scatola da scarpe.
Guardai subito il contenuto: un paio di sandali alti, con plateau e tacco largo. Sul davanti, c'erano due trecce intrecciate tra di loro. Ogni "filo" era impreziosito da pietre e perle; come il vestito che stavo indossando.
"Non posso crederci!" dissi; provando le splendide scarpe gioiello.
Mi sentivo una principessa; alzai lo sguardo e vidi le mie amiche asciugarsi gli occhi; non riuscii a trattenermi e piansi anche io.
Non avrò avuto Mattia ma ero circondata da persone favolose.

Mattia continuava a domandarsi se il vestito le sarebbe piaciuto, se le sarebbe stato bene.
Era stato quasi un intero pomeriggio insieme alle sue amiche, a scegliere i vestiti.
Aveva comprato per ognuna di loro un abito lungo da sera; ed insieme avevano scelto un vestito per Giuditta che però, decisero di pagare le ragazze.
Non voleva ostentare le sue possibilità economiche ma, vedendo che ognuna di loro si esaltava nel vedere un vestito, prese la scelta di regalarglieli.
Con quel gesto era riuscito un po' ad addolcirle; a diminuire l'astio che c'era tra di loro, a conquistare ancora un po' la loro fiducia.

Il giorno volò; uscimmo a fare due passi; poi decidemmo di fare un veloce apericena prima di tornare a casa per prepararci.
Mi obbligarono ad indossare quello splendido vestito; avevo paura di sciuparlo ma, se non lo mettevo adesso non lo avrei più indossato, così non opposi più di tanta resistenza.
Ero l'unica pronta; le mie amiche erano solo truccate. Stavo per cazziarle quando mi squillò il telefono: Mamma.
"Pronto?" dissi preoccupata.
"Ciao Giuditta! Auguri" mi disse con tono dolce; "Potresti passare a casa? Vorrei farteli di persona e vorrei darti il mio regalo".
"Aspetto che Anna venga a prendermi ed arrivo". Chiusi la chiamata proprio quando la nostra amica Anna suonò al citofono.
Salutammo rapidamente le altre e andammo a casa di mamma.
Fu una cosa veloce; abbracciai forte mia madre, sforzandomi di non piangere. Quando lei si staccò da me mi consegnò un pacchettino. Dentro trovai un paio di orecchini: delle perle.
"Oh, mamma!" dissi prima di sostituirle a quelli che stavo
indossando. La ringraziai, la baciai sulle guance ed uscii.
Quando arrivai alla macchina di Anna mi arrivò un messaggio di Ambra: "Ci vediamo direttamente davanti al locale; siamo già per strada." Lo dissi alla mia autista che accese il motore e partì.

Mattia arrivò nel parcheggio della discoteca con il suo Qashqai; scese dall'auto ed aspettò che lo raggiungessero Ambra, Dalila, Giorgia ed Emma.
La sua attesa non durò molto; infatti vide la Lancia di Dalila parcheggiarsi e, loro, scendere.
Erano bellissime nei loro vestiti nuovi: Emma aveva un vestito color carta zucchero e dei sandali argentati; Dalila era sui toni del verde; Giorgia aveva un vestitino sul fucsia ed Ambra aveva un abito a campana nero, carico di fiori con scarpe abbinate.
Perin le salutò frettolosamente ed espose loro il suo piano; appena finì la spiegazione, entrò nella discoteca.

Arrivammo davanti al locale in poco tempo, troppo poco. Anna guidava come una pazza; io definivo la mia guida "sportiva" ma, la sua, era nauseante.
Scesi dalla macchina e le vidi, le mie splendide amiche; vestite come delle principesse.
"Ragazze siete meravigliose" dissi, guardandole come una mamma guarda le sue figlie.
Emma chiese, ad un uomo della sicurezza, se cortesemente poteva farci una foto, lui annuì e così, ci mettemmo in posa.
Non mi accorsi nemmeno che Anna, andò all'ingresso del locale e disse: "Siamo del compleanno e, abbiamo la festeggiata".

Baci Elenza!

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora