Capitolo 12

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Aprii gli occhi per via dei raggi del sole che penetravano nella stanza. Guardai la sveglia sul comodino e vidi che erano solamente le otto meno un quarto. Feci per alzarmi ma, mi sentii afferrare un polso.
"Dove pensi di andare?" mi disse Mattia con la voce impastata dal sonno.
"In bagno, forse?" risposi, tornando sul letto; "Ma se vuoi, avrei un'altra idea in testa."
Mi misi a cavalcioni su di lui; baciandolo con passione sulle labbra; mettendogli le mani fra i capelli.
"Amo queste tue idee mattutine" disse, rispondendo al mio bacio, infilando la sua lingua nella mia bocca.

Fecero l'amore un'altra volta; Mattia adorava sentire il respiro di lei sul suo collo, la sua pelle sotto le mani ed il suo profumo. A volte avrebbe voluto che tutto il mondo non esistesse; avrebbe voluto rimanere da solo con lei; su quel letto, che spesso credeva fosse un'isola deserta: la loro. Arrivarono al piacere, però rimasero ancora sul letto a baciarsi e a coccolarsi, fino a quando; non si alzarono per andare a farsi un doccia.

Dopo essere uscita dal bagno, indossai una maglietta di Mattia e mi recai in cucina per preparare la colazione. Nonostante non avessimo dormito tanto, io mi sentivo bella pimpante. Avevo messo su il caffè e preparato le tazze sul tavolo, quando Mattia entrò in cucina con il cellulare in mano; mi diede una pacca sul culo e mi baciò una guancia.

Prendendo il cellulare Mattia aveva trovato due messaggi; uno di un compagno di squadra e l'altro di Melissa.
Il primo lo fece incazzare, perché gli chiedeva di coprirlo; nel caso avesse visto o sentito Carlotta, la sua fidanzata. Mattia odiava i traditori e, soprattutto, chi lo faceva continuamente, quasi alla luce del sole; senza sentirsi neanche in colpa.
Mentre, il secondo lo riempì di gioia. Così, distratto a cercare una risposta al messaggio per Melissa, si avviò in cucina.

La caffettiera iniziò a "borbottare", spensi il gas e ne versai il contenuto nelle tazzine; poi mi sedetti sulla sedia di fronte al mio portiere.
"Amore oggi, visto che ci siamo svegliati così presto, potremmo fare una gita; magari fuori Genova. Tipo Milano o non so; tu hai idee?" chiesi mentre sorseggiavo il primo caffè della giornata.
Mattia non mi rispose; continuava a maneggiare con il suo iPhone.
"Mattia!? Allora?" insistetti io;
Nessuna risposta; non riuscii più a mantenere la calma;
"Mattia cazzo! Si può sapere con chi cazzo stai messaggiando?"
"Ma con nessuno!" rispose finalmente lui; staccando gli occhi dal display, rivolgendomi un sorriso e posando finalmente il telefono sul tavolo.
Mi tranquillizzai, così cominciammo a parlare di quello che avremmo potuto fare oggi.
Finii l'ultimo biscotto dentro la scatola; mi alzai per prendere un pacco nuovo nella dispensa, alle spalle di Mattia.
Tornando verso il mio posto posai il pacchetto davanti a lui e mi appoggiai alle sue spalle, abbracciandolo da dietro.
Mattia ritrasse subito il cellulare, che aveva ripreso in mano.
"Amore mi stai nascondendo qualcosa?" chiesi preoccupata.
"Ti ho già detto di no." mi disse voltandosi e mostrandomi un altro dei suoi sorrisi.
Mentre mi stavo rialzando per tornare a finire il mio caffè, cercai di capire se nascondeva o meno qualcosa. Un'occhiata veloce mi bastò per leggere l'anticipazione del SMS che gli era appena arrivato.
"Perfetto allora :) Basta che tu mi dica quando non sei con lei.". Il messaggio era di Melissa.
"Per fortuna che non stavi messaggiando con nessuno" dissi con le lacrime agli occhi.
"È solamente Melissa." mi disse, guardando il display.
"Uuuuh; quella troiaa! Dimmi che stai scherzando!? Dimmi che ho letto male." sbottai, ancora più incazzata.
"No, non sto scherzando e poi, non è una troia." mi rispose lui, staccando finalmente gli occhi dal suo prezioso cellulare.
"Mi odia e lo sai. Ogni volta che sono in tribuna, mi passa vicino e mi guarda male; non la sopporto! Anche Benedetta pensa la stessa cosa. Mattia cazzo! Quando ti devi vedere con lei? Ovviamente quando non ci sono io." dissi piangendo, senza provare a fermare le lacrime. Corsi in camera senza neanche aspettare una sua risposta.

Appena vide Giuditta andarsene, Mattia, la seguì in camera.
"Cosa stai facendo?" le chiese, vedendo che stava infilando alla rinfusa tutta la roba nel borsone e che stava indossando dei vestiti per uscire.
"Me ne vado! Così potrai incontrare quella troia!" gli rispose, tirando su con il naso. "Mattia come hai potuto? Prendermi per il culo in questo modo? Evidentemente quella cretina ti fa smettere di ragionare, evidentemente è meglio di me."
Detto ciò si avviò alla porta d'ingresso con tutta la sua roba. Mattia cercò di fermarla.

"Giuditta davvero non è come sembra." questo mi disse dopo avermi sbarrato la strada tra il corridoio e l'ingresso.
"Mattia spostati. Non me ne frega niente!" dissi praticamente urlando; "Smettila di negare. Mi hai preso per il culo ed io, ora, non sono disposta a farmi abbindolare così. Io mi fidavo di te."
Spingendolo, riuscii a farlo spostare di quel poco affinché io potessi passare e, prima di uscire, non mi trattenermi dal dirgli: "Non so quanto di quello che mi hai detto ieri sia vero, a sto punto. Sei uno stronzo; divertiti! Buona giornata".
Aprii la porta e me ne andai senza neanche voltarmi indietro.

Il portiere la vide uscire ma, non ebbe il coraggio di fermarla. Aveva ragione, era stato un cretino. Avrebbe dovuto occuparsi di Melissa quando non era con Giuditta. Lei non avrebbe dovuto sapere di quei messaggi, per altro, mal interpretati. Continuava a chiedersi perché non aveva provato a spiegare a Giuditta come veramente stavano le cose; perché si era limitato ad un semplice e scontato "non è come sembra". Non poteva credere alle parole con cui Giuditta aveva chiuso la porta. Aveva messo in dubbio il fatto che lui l'amasse.
Come era potuto succedere tutto quel casino?
Mattia si appoggiò al muro, scivolò a terra e cominciò a piangere.
Piangeva per la rabbia, per la tristezza o per il nervoso. Piangeva.

Piansi tutto il viaggio di ritorno verso casa; non riuscivo nemmeno a respirare per via dei singhiozzi. Scrissi un messaggio alle mie amiche: "Stasera ho bisogno di una serata tra di noi! Vi voglio bene". Arrivai a casa, mi misi più comoda e mi buttai sul letto a piangere. Chissà quando avrei smesso di farlo.
Cosa gli aveva scritto Mattia per avere una risposta così da lei? Perché messaggiava con quella stronza?
"Perché" era l'unica domanda che riuscivo a pormi. Non avevo il coraggio di chiedermi: "Quando aveva detto di amarmi, era stato sincero?"

NdA: Mattia ha le sue buone ragioni, ma lo saprete solo in seguito. :) Perché lo volete sapere, giusto? Baci Elenza.

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora