Capitolo 11

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Bollino Rosso: scene di sesso

"È arrivato il momento di.. conoscere tua madre." concluse Mattia, solo dopo averci pensato un po' su.
"Ah. Sei sicuro di quello che stai dicendo?"
"Sì! Mi farebbe piacere, so che farai di tutto per convincermi del contrario" disse lui ridendo; "Ma, io sono davvero curioso di incontrarla, anche perché mi parli spesso di lei e credo che tu faccia lo stesso con lei, riferendoti a me."

"Ok! L'ho detto. Ho detto che voglio conoscere sua madre, sono pronto. Voglio che lei sappia che sono un bravo ragazzo, che di me può fidarsi." pensò Mattia, mentre aspettava che Giuditta rispondesse alla sua richiesta.
Se per il portiere era stato difficile chiederle di incontrare la mamma, figuriamoci come sarebbe stato vederla davvero.

Ci misi poco a capire che Mattia aveva ragione; dovevo far si che si conoscessero. Due persone fondamentali della mia vita si sarebbero incontrate ed io non riuscivo a crederci. Non avevo ancora presentato Mattia a nessuna della mie amiche, nessuna delle mie compagne di corso e a nessun famigliare; quindi l'idea di dire "Questo è il mio ragazzo" ad una persona che mi conosceva bene, o comunque da tanto tempo, mi agitava da morire.
"D'accordo, organizziamo una sera in cui tu non hai gli allenamenti il giorno dopo; almeno se facciamo un po' più tardi potrai stare tranquillo."
"Sicura che a te vada bene?" chiese lui preoccupato.
"Amore sì; davvero."
Mi avvicinai così al suo viso e lo baciai con passione.
Dopo due settimane arrivò finalmente la serata in cui, mia madre e Mattia si sarebbero incontrati.
Avevamo stabilito di cenare in una pizzeria vicino a casa mia; poco distante da il luogo di lavoro di mamma ma, un po' lontana dal campo di Pegli.
"Giuditta andiamo?" mi chiese mia madre; "C'è Vittorio che ci aspetta giù" disse, riferendosi al suo compagno; e così uscimmo di casa.
Scendemmo in strada, dove trovammo la macchina di Vittorio ad aspettarci. Lui era seduto sul sedile del guidatore, mi sporsi in avanti e lo salutai con un bacio sulla guancia, poi, ci avviammo alla pizzeria. Mamma usciva con lui da meno di un anno, era felice e, a me, questo bastava, in fondo, lui mi piaceva. Non potevo desiderare niente di meglio per lei.
Eravamo davanti al locale da circa 10 minuti, quando, arrivò Mattia. Era splendido nella sua semplicità: indossava dei normalissimi jeans chiari ed una camicia bianca.
Io avevo un classico tubino nero ed il mio ormai solito tacco alto in vernice, anch'esso nero.
Si presentò con una stretta di mano al compagno di mamma; due baci sulle guance per lei ed uno sulle labbra per me.
"Ciao amore" gli sussurrai nell'orecchio;
"Ciao a te piccola."
Entrammo nella pizzeria e andammo a sederci al tavolo che ci fu indicato. Vedevo Mattia molto teso; balbettava e si mangiava le parole.
"Tesoro dov'è il bagno?" mi chiese tutto di un fiato.
"Vieni, ti ci accompagno io."
Lo condussi ai servizi; lì si appoggiò al bordo dei lavandini e mi disse: "Amore sono agitatissimo; ho paura di dire una marea di cazzate! Non voglio fare la figura del cretino con tua mamma."
"Tesoro, devi stare tranquillo. Tu sei perfetto come sei. Mi piaci così, e sono sicura che farai lo stesso effetto anche a lei."
Mi ringraziò con un bacio sulle labbra; "Amò, per fortuna mi hai un po' tranquillizzato. Guarda come sto sudando." mi disse alzando il braccio e mostrandomi l'alone. Mi misi a ridere, lo abbracciai e lo ribaciai nuovamente, questa volta con più trasporto, dopo di che, tornammo da mia madre e Vittorio.

La cena si rivelò piacevole; Mattia sembrava a suo agio con loro, quasi come se li conoscesse da sempre. Non la finiva di guardare Giuditta per confrontarla con sua madre; si assomigliavano poco; avevano però entrambe gli stessi splendidi occhi verdi. Dopo qualche ora uscirono dalla pizzeria, sazi di cibo e di chiacchiere.
La mamma di Giuditta subito sembrava imbronciata; quasi non sorrideva ma, dopo poco, si sciolse e, cominciò a parlare tranquillamente senza la vena di "nervoso" dietro la sua voce.

Visto che la macchina di Mattia era leggermente distante, decidemmo di arrivarci con l'auto di Vittorio, dove avrei preso il mio borsone, con dentro il cambio per i giorni che avrei passato a casa Perin.
Arrivati davanti al Qashqai, scendemmo dalla BMW; Vittorio spostò la mia sacca da un bagagliaio all'altro e poi si unì a mamma nei saluti e nei ringraziamenti per la bella serata.
"Grazie signora per la piacevole serata e per la cena" disse Mattia a mia madre.
"Chiamami pure Enrica, comunque grazie a te per la compagnia. Guida piano." "E tu scrivimi quando arrivate." concluse riferendosi a me.
L'abbracciai forte, la ringraziai anche io e la baciai sulla guancia; dopo di che, salii sulla Nissan insieme a Mattia.
La BMW aveva già lasciato il parcheggiò quando, il mio portiere, mi prese e mi fece sedere sulle sue gambe.
"Amore ti peso!" dissi cercando di oppormi;
"Secondo te le sono piaciuto? E a lui? Facevo discorsi stupidi?" mi domandò, sempre tenendomi stretta, seduta sulle sue ginocchia.
"Mattia basta. Calmati. Sei stato strepitoso, sei piaciuto ad entrambi, puoi scommetterci. Ormai conosco troppo bene mia madre, non ti avrebbe mai detto di chiamarla tranquillamente Enrica."
Il mio tesoro sembrò tranquillizzarsi, infatti, mi baciò dolcemente; prima le labbra, poi il collo e le spalle. Sentivo le sue mani infilarsi sotto la gonna del mio tubino; lo bloccai e gli sussurrai un "A casa" nell'orecchio. Fece, così, terminare quel bacio; mi liberò dal suo abbraccio, aspettò che mi allacciassi la cintura e fece partire il motore.

Arrivarono a casa in poco tempo; Giuditta appena entrò si levò i tacchi e, scalza, si avviò nella camera da letto. Mattia la seguì; posò la sua sacca sul pavimento e cominciò a guardarla indaffarata, mentre provava a slacciare la zip del tubino.
"Aspetta faccio io" e le si avvicinò. Fece abbassare lentamente la cerniera; il rumore dei due lembi che si separavano sembrava l'unico suono; insieme a quello del loro respiro.
Giuditta rimase solo con l'intimo addosso; così si girò e cominciò a spogliare pian piano il suo calciatore.
"Ora tu rilassati, ci penso io a te." gli disse, inginocchiandosi davanti a lui, slacciandogli i bottoni del jeans e abbassando l'elastico dei suoi boxer.

Volevo far capire a Mattia che, quello che aveva fatto quella sera, per me era molto importante. Per questa ragione decisi di dargli piacere con una serie di preliminari, dedicati solo a lui, al suo corpo. Lui sapeva quanto fosse difficile per me fare certe cose, ma con Mattia riuscivo io stessa, attraverso le emozioni che mi trasmetteva, a percepire piacere.
Non volevo usare il sesso per evitare di dire le cose; volevo solo che il mio messaggio arrivasse e che lui, lo percepisse con tutti i sensi.
Mi bloccò, facendomi sdraiare sul letto e posizionandosi sopra di me; con i gomiti a lato della mia testa, le sue labbra sulle mie. Mi guardò fisso negli occhi e, con un muto consenso, mi entrò dentro. Sentii una scarica di piacere indescrivibile; una sensazione intensa e magnifica.
Facemmo l'amore fino a quando non ci sentimmo entrambi sazi l'uno dell'altro. Quando lui uscii da me, io mi accoccolai al suo fianco; con la testa appoggiata sulla sua spalla ed un braccio sui suoi pettorali.
Mattia stava giocando con i miei capelli, quando ad un tratto, con un filo di voce mi disse: "Ti amo".
Mi tirai su, appoggiandomi sul gomito, cercai il suo sguardo e, senza tanti giri di parole; lo baciai dolcemente sulle labbra e, accarezzandogli il viso gli risposi "Anche io ti amo".
Ricominciammo a baciarci, prima tranquillamente e con dolcezza poi, sempre più in modo appassionato e carnale. Ricominciammo a fare l'amore; questa volta con una certezza in più: che la nostra non era una storia da poco, il nostro era un amore.

Giunsero all'orgasmo più volte, fino a quando, esausti non si addormentarono, con il sorriso sulle labbra. Erano circa le tre del mattino, entrambi stavano dormendo quando, l'iPhone di Mattia si illuminò per l'arrivo di un messaggio.

NdA: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto; ho cercato di scriverlo nel miglior modo possibile. Dite la vostra! Baci, Elenza :)

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora