Capitolo 29

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NdA: Attenzione: questo capitolo sarà molto dettagliato, molto "spinto", ci saranno scene di sesso esplicite.. Spero di non traumatizzare nessuno. Buona lettura!! Elenza.

Per tutto il viaggio, tra il Gaslini e la casa di Mattia, ci tenemmo per mano. Avevo un sorriso da ebete stampato sulla faccia; ero innamorata del mio uomo e non potevo desiderare altro.
"Amore, se ripenso a quello che hai organizzato oggi; mi viene da piangere. Come potrei stare senza di te? Senza te che mi fai sentire importante, speciale, unica. Ti amo davvero! E, a volte, ho paura che tu non te lo senta dire abbastanza."
"Lo so; so i tuoi sentimenti! Non farei tutte queste cose per te! Ti amo anche io!"
Finì il suo discorso parcheggiando l'auto in garage. Appena tirò il freno a mano, si slacciò la cintura, si avvicinò a me e, afferrandomi il viso, mi baciò con passione.
"Mamma mia, quanto ti amo!" dissi, ricominciando a baciarlo.

Scesero dall'auto e, sempre mano nella mano, si avviarono verso l'appartamento.
La casa era illuminata dal tramonto che si poteva scorgere dalle grandi vetrate. Giuditta amava questo attico; la faceva sentire sempre in armonia con il mondo.
Qui dentro aveva passato i momenti più belli con Mattia; i baci appassionati, i film d'azione, la loro prima volta, le docce mattutine e le cene a base di pizza d'asporto.
Mattia la distrasse dai suoi pensieri, cingendola da dietro; baciandola su una spalla.
"Guardi il tramonto?" chiese il portiere.
"Sì amore, guarda che bei colori! Che meraviglia!" rispose, voltandosi, mettendogli le braccia al collo e baciandolo.

Cominciammo a baciarci con passione; entrambi sentivamo un trasporto fortissimo, un'attrazione infrenabile.
Mi staccai; andando in cucina per mettere su del tè. Appena accesi il gas, mi spostai nella camera, dove trovai Mattia, seduto sul letto, che fissava il vuoto.
"Ehi! Tutto bene?" chiesi preoccupata;
"Sì, Giudy sì. Non preoccuparti."
"Guardami!" dissi avvicinandomi a lui. Mattia spostò il suo sguardo, incrociandolo con il mio. Se nei miei occhi vedevo tanta gioia, nei suoi potevo solo percepire della tristezza.
Non mi ci voleva molto a capire il perché.

Mattia era stremato, non ce la faceva più a trattenersi; ormai erano mesi che non facevano l'amore, che non si toccavano con passione.
Lui provò più volte ad eccitarla, a spingerla ad andare oltre a qualche bacio appassionato o toccatina che fosse ma, lei non rispondeva positivamente alla sua continua richiesta.
Pian piano, infatti, Mattia smise definitivamente di provarci; non aveva più senso. Vedeva, sul volto di Giuditta, la vergogna e l'ansia, mentre le toglieva la maglietta o il reggiseno.
Lei si sentiva in colpa, responsabile della frustrazione del portiere e, per questo Mattia, continuava a ripeterle che non c'erano problemi e che l'avrebbe aspettata. Entrambi soffrivano di questa situazione.

Io e Mattia sembravamo una coppia che stava insieme da anni; con la nostra routine e la nostra complicità. Stavamo infatti, davvero tanto tempo insieme e, più stavo con lui, più io stavo bene. Quando passavo la notte da lui, però, mi sentivo imbarazzata, affranta e delusa da me stessa, perché non avevo ancora trovato il coraggio di rifare l'amore con lui.
Nei primi tempi Mattia ci provava, appena poteva. Agiva, con la speranza che mi sbloccassi, infatti, mi metteva una mano tra le gambe; qualche bacio sul collo o semplicemente mi sollevava la maglietta, sperando di avere dei benefici.
Io, però, niente! Lo bloccavo puntualmente, così, lui, era costretto a nascondere la sua eccitazione, a trattenersi.
Con il tempo, Perin, smise di insistere, senza provarci nemmeno più.
Avevo un timore immenso, una paura continua: ero spaventata infatti, all'idea, che Mattia potesse andare da un'altra donna.
Avrebbe avuto tutte le ragioni, ne avevamo anche parlato ma, lui continuava a ripetermi che non sarebbe andato da nessuna parte, che io, ero l'unica che sarebbe potuta stare al suo fianco.

Mattia non disse nulla, si alzò ed andò in cucina per servire il tè nelle tazze. Giuditta gli andò dietro; prese la tazza che il portiere le porse e si sedette sul divano. Mattia fece altrettanto.
"Amore, che mangiamo stasera?" domandò Perin, accendendo la televisione.
"Ma non saprei, cinese?" proposi io, avendo l'acquolina in bocca, ripensando ai ravioli al vapore.
"Ci sto!" mi rispose freddo.
Posai la tazza sul tavolino davanti al divano e mi alzai recandomi in stanza.
"Dove vai?" mi chiese Mattia ma, io, non risposi.

Perin la seguì in camera; non appena entrò la vide in piedi, davanti alla finestra. Le andò dietro, lei si voltò e, senza dire parola, gli tolse la maglietta.
Cominciò, così, a baciargli le labbra, poi il collo e le spalle. Baciò ogni pezzo di pelle dalla bocca, all'ombelico.
Giuditta si accucciò, fino ad arrivare ad altezza della sua vita. Abbassò sia l'elastico dei pantaloni che quello dei suoi boxer; ritrovandosi tra le mani la sua erezione. Senza pensarci troppo, cominciò a dargli piacere.
Mattia, si appoggiò al muro, non riusciva a reggere; gli tremavano le gambe. Era tanto che Giuditta non si comportava così, e, adesso, in modo così inaspettato, era ancora più inebriante.

"Giu-dit-ta!", Mattia venne sillabando il mio nome. Non potei avere soddisfazione più grande.
Il portiere mi rialzò, mi diede un bacio sulle labbra e mi prese in braccio. Mi portò sul letto, facendomi sdraiare. Si spogliò del tutto, sotto i miei occhi, soddisfatti.
Pian piano, cominciò a togliermi i vestiti, facendomi rimanere solo in mutande e reggiseno.
Si sdraiò sopra di me, baciandomi con passione; le nostre lingue cominciarono ad incontrarsi, una era affamata dell'altra.
Lo feci rotolare, ribaltando la situazione; mi ritrovai così sopra di lui; mi tirai su, permettendogli di guardarmi bene e mi tolsi il reggiseno. Mattia mi sorrise.

Il portiere la guardò spogliarsi, non riuscì a farsi scappare un sorriso.
"Mamma mia quanto sei bella!" disse lui.
Gli tappò la bocca con un bacio; era già abbastanza in imbarazzo così, ci mancava lui che le faceva i complimenti.
Ricominciarono a baciarsi, rotolando su e giù per il letto; fino a quando Mattia non la bloccò sotto di lui.
Si strusciò per il suo corpo, fino ad arrivare al suo centro. Infilò una mano nei suoi slip, cosa che provocò in lei un sussulto.
Cominciò a stuzzicarla, continuando a baciarle i seni. Lei era sua, quel giorno non lo avrebbe fermato.

Percepivo le dita di Mattia insinuarsi in me, quanto mi mancava questa sensazione. Come ho fatto a rinunciarvi per così tanto tempo?
Lo volevo, lo desideravo dentro di me, subito. Sollevai il bacino, aiutandolo a sfilarmi le mutande.
Mattia mi allargò le gambe ed incastrò i nostri bacini.
"Sei pronta?" mi domandò, ormai in posizione, per entrarmi dentro.
"Assolutamente sì! Ti voglio, ora!" risposi, affannando.
"Anche io ti voglio."
"Allora cosa aspetti?!" chiesi, attirandolo a me e aprendo ancora il più possibile le gambe.

Non appena ebbe un consenso, Mattia, non se lo fece ripete due volte; con una spinta entrò dentro di lei.
"Amore!" disse, cercando il suo sguardo sotto di lui. Gli rispose con un gemito di piacere; suscitato da quei movimenti perfetti. All'inizio, Mattia, la percepiva rigida, fredda ma, quando cominciò a muovere il bacino, a ritmo costante, la vide rilassarsi.
I loro respiri cominciarono a sincronizzarsi, i loro corpi sembravano una cosa sola.

"Mattia! Mattia!" cominciai ad urlare il suo nome; non riuscivo più a trattenermi; il piacere mi stava divorando.
"Aspetta Giudy, aspetta! Vieni con me!" mi disse all'orecchio; incitandomi ad aspettare.
Il portiere diede giusto qualche colpo di bacino prima di farmi venire, anzi, farci venire.
Il mio corpo era preso dagli spasmi post orgasmo, quando Mattia, uscito da me, cominciò a baciarmi il corpo sudato, fino ad arrivare in mezzo alle mie gambe.
Non riuscii nemmeno ad oppormi; ero senza forze, l'orgasmo mi aveva distrutta. Cominciai a sentire la sua lingua calda e, insieme ad essa, il piacere.
"Mattia! Mattia!" ricominciai così quella splendida e perfetta agonia.

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora