Capitolo18

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Io e Mattia riprendemmo la nostra storia in mano. Lui era quello di sempre, il ragazzo che mi aveva quasi investito ma forse, era diventato più apprensivo rispetto a prima. Dentro di lui percepivo un certo timore, quella paura di farmi soffrire, di fare "danni".

Una domenica mattina, mi svegliai da sola a casa di Mattia. Lui era uscito presto per via degli allenamenti, ed io, avevo approfittato per dormire un po' più del solito. Tra una settimana avrei ricominciato il tirocinio e volevo sfruttare al massimo questi ultimi giorni di "vacanza".

Per tutta la giornata, il mio portiere, mi avrebbe lasciato da sola; sarebbe rimasto sul campo a prepararsi con la squadra, per via della partita che ci sarebbe stata alla sera.

Mi squillò il telefono, ebbi un po' di difficoltà nel prendere il cellulare, ero ancora nel mondo dei sogni ma, feci uno sforzo.

"Pronto" dissi con un po' di scazzo.

"Amore ma, buongiorno!! Ti ho svegliata?"

"Sì" risposi un po' seccamente.

"Dai, allora per farmi perdonare, stasera ti porterò in un ristorantino davvero, davvero, carino. Un posto stra-romantico come piacciono a te! Però devi essere più bella del solito perché, è un posto mooolto esclusivo."

"Tu avresti dei dubbi sul mio modo di vestire?" risposi, ormai sveglia.

"Non potrei mai!" disse ridendo; "Ora, però, ti saluto piccola, devo andare. Ci vediamo stasera, prima in tribuna e poi, a cena".

"D'accordo. A stasera." gli mandai un bacio "virtuale" e chiusi la chiamata.

Mattia continuava a stupirsi del rapporto che era tornato tra lui e Giuditta. Spesso aveva paura di dire o fare cazzate e, rovinare tutto.

Era contento quando lei, si fermava a dormire da lui, anche quando lui non c'era a svegliarsi al suo fianco.

Quella sera, dopo la partita, aveva una sorpresa in serbo per lei; non vedeva l'ora di mostrargliela.

Ormai ero sveglia, quindi, mi alzai definitivamente, feci una doccia ed andai in cucina per fare colazione. Presi il telefono e scrissi alle altre se, avevano voglia di passare un pomeriggio con me a casa Perin.

Ambra e Giorgia accettarono con entusiasmo mentre, Emma e Dalila, purtroppo avevano già un impegno.

Dopo pranzo, il campanello suonò. Erano le mie amiche, le feci salire e, non appena misero piede in casa di Mattia, rimasero senza parole.

Questo era l'effetto che quella vista, appunto mozzafiato, faceva: quelle vetrate che ti davano la sensazione di essere all'aperto e non in casa.

Feci fare il giro della casa e poi le feci accomodare sul divano bianco. Parlammo del più e del meno, guardammo un po' di TV e facemmo anche un piccolo aperitivo casalingo, con quello che trovammo in frigo e in dispensa.

"Raga sono un po' in crisi, non so cosa mettermi!" dissi, dopo aver bevuto il mio bicchiere di vino bianco.

"Cosa ti sei portata da casa?" chiese Ambra, sempre pronta a dare consigli di moda.

Andai in camera e presi la borsa con tutti i miei vestiti,la portai in salotto e pian piano tirai fuori qualche pantalone, vestito o maglia.

"Trovato!" disse Giorgia; tirando fuori un tubino grigio chiaro, con spacco laterale. Non appena lo vidi, tornai in camera e presi una scatola da scarpe.

La aprii, dicendo: "Con queste, sono perfetta!". Mostrai il contenuto alle mie amiche, un paio di decolté dello stesso colore. "Le ho comprate giusto ieri; senza ricordarmi di questo vestito. Per fortuna che l'ho portato! Altrimenti stasera non avrei saputo che indossare".

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora