"Dai ragazze, muovete il culo o preferite rimanere qui fuori?" disse Anna con la sua solita grazia. Non eravamo amiche intime, come potevo esserlo con Ambra o Dalila ma, Anna sapeva essere di compagnia, quando non diventava una portuale. Era una nostra ex compagna del liceo; abitava parecchio distante da ognuna di noi ma, quando si trattava di festeggiare lei c'era sempre; per questa ragione Emma aveva deciso di invitarla.
Ci avviammo verso l'ingresso della discoteca; un ragazzo, molto probabilmente un PR, ci accolse con un bianco sorriso. Ambra gli disse i nostri nomi che, lui, cercò rapidamente sulla lista.
"Perfetto! Trovate tutte! All'entrata del privè e all'uscita, dovete mostrare questo" disse, riferendosi al timbro che stava ponendo sul dorso della mano di ognuna di noi. Era un timbro con scritto "21". Lo guardai ridendo e dissi: "Come i miei anni!" ma, nessuno mi diede importanza. Prima di entrare, mi vennero in mente le parole del PR e, con parecchio stupore chiesi alle mie amiche: "Nel privè?"
Nessuna mi aveva detto di aver preso un tavolo.
"Ho scritto ad un tipo che lavora qui dentro e, visto che gli ho detto che saremo venute per un compleanno, ci ha regalato un piccolo tavolo con una bottiglia di spumante." mi rispose Dalila.
"Che culo!" fu il commento mio e di Giorgia.
Entrammo; la musica era fortissima, mi ci volle qualche secondo per abituarmi. Ambra fece strada verso il privè, più ci allontanavamo dalla pista e più la musica sembrava sempre più bassa. Vidi entrare le mie amiche, tra due spesse tende di velluto nero; io le seguii, ritrovandomi in una stanza buia.
"Sorpresaaaaa!" sentii dire in coro da tutte le persone che avevo davanti.
Non sarei mai stata capace di stabilire quanti fossero gli invitati ma, sicuramente di fronte a me avevo quasi tutte le persone a cui volevo bene.
Misi una mano davanti alla bocca per stupore, non potevo credere a tutto ciò. Cercai con lo sguardo le mie amiche e domandai: "Voi avete fatto tutto questo per me?"
"Non noi ma, lui!" rispose Emma, indicando dietro di me.
Mi voltai e lo vidi. Era bellissimo, indossava questa camicia bianca che, gli calzava a pennello; un pantalone nero, come le sue scarpe, e una giacca di lino color grigio chiaro.
"Sorpresa!" mi disse, aprendo le braccia.
Ecco, l'unica persona che ho veramente sperato ci fosse in mezzo a tutta quella gente.
Mattia era dentro già da un po', aspettava che Giuditta e le altre arrivassero. Era agitato e, ne ebbe la conferma, quando le vide entrare. Gli batteva forte il cuore ed aveva la gola secca.
Si avviò al privè ed aspettò che tutti dicessero la frase di rito, prima di entrare. Non appena superò le tende se la ritrovò davanti, bella come non mai; in quel vestito nero, che le stava divinamente.
Rimase a guardarla per tutto il tempo, fino a quando, lei non si voltò, sotto indicazione di Emma.
Le si avvicinò, le prese le mani e la guardò dritto negli occhi.
"Giuditta, io, ti devo delle spiegazioni" disse con voce insicura.
Lei, gli pose un dito sulle labbra, spingendolo al silenzio e rispose: "Non dire nulla, non roviniamoci questa serata; questa serata che tu, hai organizzato per me. Mattia, non so cosa sia ma, c'è qualcosa dentro che, mi spinge a fidarmi di te."
Lui le afferrò la vita e la baciò; prima dolcemente e poi, appena lei si rilassò, in modo più passionale. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che il portiere aveva toccato quelle labbra.
Mi baciò, non ebbi neanche il tempo di rendermene conto. Subito, provai ad opporre resistenza ma poi, mi accorsi che il mio sforzo sarebbe stato inutile. Infatti, mi lasciai trasportare da quel bacio. Le nostre lingue si riassaporarono dopo tanto tempo e tutto, sembrò tornare come prima.
"Ti amo." mi disse, appena ci separammo.
"Anche io, Mattia. È stato davvero difficile in questi giorni."
"Ora siamo insieme e poi, chiariremo ogni cosa."
Mi divincolai dalla sua presa e raggiunsi le mie amiche; le abbracciai e le ringraziai per tutto quello che avevano fatto per me.
Ambra mi prese sottobraccio e mi fece fare il giro della sala. C'era chi ballava, chi mangiava e beveva; sembrava che tutti si stessero comunque divertendo.
Incontrai le mie compagne di università, tra cui Martina con il suo barista; le mie vicine di casa; Francesco e Roberto; alcune ex compagne del liceo; i miei cugini; qualche giocatore del Genoa, amici di Mattia; l'intera squadra di Ambra, insieme ai suoi allenatori, che erano stati anche miei, prima che smettessi di giocare.
Ci avvicinammo a quest'ultimi e, uno di loro, mi disse ridendo: "Oh, Giudy ma ora te la fai con un calciatore?"
"Eh, già" risposi io, mostrando un sorriso ampio.
Ridemmo ancora un po', fino a quando, Giorgia non mi portò via.
"Tesoro siete così carini insieme!" mi disse mentre mi portava al bancone per prendere un drink.
"Davvero? Forse perché ho il tacco molto alto e non sembro così bassa!" risposi ridendo.
Fu una serata velocissima; non mi accorsi nemmeno che pian piano le perone stavano andando via.
Vidi Ambra alzare un braccio ed urlare: "Chi hai regali venga con me!". In molti la seguirono, Mattia compreso.
Erano rimaste poche persone, Mattia aiutò Ambra a prendere tutti i sacchettini che erano su un tavolo, per portarli all'auto e metterli nel porta bagagli.
Aprirono anche la macchina di Dalila, dalla quale presero una sacca con i vestiti di Giuditta che misero nel sedile posteriore del Qashqai.
Tornarono dentro e Mattia si mise alla ricerca della sua ragazza. La vide uscire dal bagno con Emma e Anna; era così bella da togliere il fiato.
Le si avvicinò, lei si stacco dalle sue amiche per rivolgersi a lui. "Amore, che vuoi fare?" chiese Mattia,
"Andiamo a casa. Le altre hanno detto che vogliono fare chiusura. Io sinceramente sono un po' stanca e poi, abbiamo tante cose da dirci."
"D'accordo, allora andiamo." disse Mattia, prendendola per mano.
Le mie amiche ci seguirono, accompagnandoci nel parcheggio.
"Ragazze, grazie davvero." dissi rivolgendomi alle mie socie;
"Figurati, è stato un piacere!" rispose Giorgia;
"Non so se io e Giuditta, ora, saremo stati insieme, in questo parcheggio, se non fosse stato per voi." sottolineò Mattia.
Si avvicinò a tutte loro e le abbraccio, come se le conoscesse da tempo. Ad ognuna disse un ringraziamento "personale", senza che gli altri lo sentissero. Percepii solo quello che riferì ad Emma: "è stato difficile convincerti ma, sono contento di esserci riuscito! Grazie davvero!"
Salutate Ambra, Emma, Giorgia e Dalila, il calciatore e Giuditta salirono in auto.
"Sicura che vuoi venire da me?" chiese il portiere;
"Sì, Mattia, sì. Non voglio aspettare ancora. Ma prima, dobbiamo passare a casa. Non ho cambi, ne niente."
"Tutto a posto!" disse, indicando la sacca sul sedile dietro.
"Ma come è possibile?"
"Hai delle amiche favolose Giuditta; sanno sempre cosa è meglio per te". Detto ciò, partimmo alla volta di casa Perin.
Ho visto tanti mi piace =) Grazie mille!! Mi fa davvero piacere sapere che la mia FF vi piaccia. Vorrei sapere qualche commento a proposito.
Baci Elenza
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Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || Perin
FanfictionGiuditta, una studentessa di infermieristica pediatrica, s'incontra, o meglio dire scontra, con un ragazzo al volante della sua macchina. Questo ragazzo è Mattia Perin e da lì in poi le cose non saranno mai più come prima. Ma per scoprire cosa succe...