Capitolo 38

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Ormai erano passate settimane dall'inizio della nostra convivenza. Avevamo dato la notizia a mia madre il giorno seguente alla nostra riappacificazione. Lei ne fu abbastanza contenta; diceva che le sarei mancata da morire ma che ormai stavo diventando grande e che comunque, qualunque cosa fosse successa, la mia stanza sarebbe stata sempre lì, ad aspettarmi.
Vederla con le lacrime agli occhi mi fece venire qualche dubbio, dei rimorsi nei suoi confronti ma, io e Mattia ci amavamo e la decisione che avevo preso, anche se un po' "sofferta", era la migliore.
Mattia, forse capendo il mio stato d'animo, mi aveva proposto di non portare tutte le mie cose da lui, di lasciarne un po' da mia madre. "Così ti, anzi vi, sarà più facile la separazione. Non sarà una cosa netta e quindi meno difficile da superare." aveva detto. E così feci. Infatti, tornavo spesso a trovare mia madre, con la scusa di prendere una felpa o delle scarpe. A lei faceva piacere avermi tra i piedi e, a me, piaceva vedere la felicità sul suo volto, quando ero a casa. A volte capitava anche che mi fermassi a dormire nella mia cameretta, ancora piena di poster, di foto e di ricordi.

La convivenza tra i due funzionava, litigavano come tutte le coppie al mondo, ma avevano trovato una certa complicità, un affiatamento, che prima non era così marcato.
A Mattia piaceva tornare dagli allenamenti e trovare Giuditta in tenuta da casa, intenta a studiare sul divano o indaffarata in cucina a preparare la cena.
Avevano trovato dei compromessi: lei poteva tornare a casa di sua madre quando meglio credeva mentre, lui, si concedeva serate con i suoi compagni di squadra.
Insomma, andava tutto bene. Non avevano preso la loro storia come "statica"; entrambi, infatti, continuavano ad arricchire il loro rapporto con sorprese, attenzioni e carinerie, tipiche nei primi mesi di ogni relazione.

Era giovedì pomeriggio, Mattia aveva una riunione tecnica con il mister e la squadra. Gli scrissi un messaggio per sapere a che ora avrebbe finito.
"Finisco alle 18. Perché?" mi rispose prontamente.
"Allora ci vediamo a quell'ora, lì fuori!" risposi; gongolando per la sorpresa che avevo in mente per lui.
Verso le 17, mi preparai una sacca, con maglietta e calzettoni, guanti, un cambio pulito e l'occorrente per fare la doccia e uscii di casa, dirigendomi al campo.

Quando Mattia uscì dalla riunione, con i suoi compagni, non trovò Giuditta fuori ad aspettarlo.
"Sarà in ritardo!" disse Perotti, quasi come se volesse tranquillizzare il portiere. Il quale si mise lì ad aspettarla, ammazzando il tempo parlando con i compagni che non erano ancora andati via.
Dopo un quarto d'ora, tirò fuori il telefono dalla tasca per chiamarla e, proprio in quel momento, arrivò un suo messaggio.
"Ti aspetto sul campo! Fai presto!"
Tirò su la testa e, guardando gli amici, disse ridendo: "Mi aspetta sul campo!? Eppure sapeva che non avevo allenamento! Va beh, raga, ci vediamo domani!"
Tutti lo salutarono e lo guardarono andare via.
Si avviò, infatti, al campo, proprio come Giuditta gli aveva detto.
Ci mise poco ad arrivare, anche perché il luogo della riunione era esattamente lì dietro.
Non appena oltrepassò le transenne la vide, seduta in mezzo ai pali della porta che giocherellava con un pallone, passandoselo da una mano all'altra.
"Amore ma, che cos'è sta cosa?" disse ridendo, avvicinandosi a lei.
Quando le fu vicino, la aiutò ad alzarsi e vide che era in tenuta da gioco.

Indossavo esattamente la divisa di Mattia; con l'unica differenza del nome sulla schiena: "Lady Perin".
Mi voltai di spalle e con i pollici versi, gli indicai il nome. Mattia, non riuscì a trattenere né la risata, né lo stupore di trovarmi lì.
"Non te l'aspettavi proprio?" dissi io, soddisfatta della riuscita del mio piano.
"No, davvero! Poi il nome mi ha spiazzato!" mi rispose, divertito.
"La maglia me l'hanno regalata Ambra e le altre, per il mio compleanno. Anche io, proprio come te, in quel momento non me lo sarei mai aspettato!"
"Beh ma, cosa ci facciamo qui?" chiese curioso.
"Intanto dammi un bacio, poi ti vai a cambiare e ci alleniamo un po'!"
"Stai scherzando, vero?" domandò lui, stupito dalle mie parole.
"Assolutamente no! Ogni volta ti lamenti che io non sono mai partecipe del tuo lavoro, che vengo alle partite solo perché mi piace l'atmosfera dello stadio. Beh, oggi ti dimostrerò che ti stai sbagliando." gli risposi, avvicinandomi a lui per baciarlo, poi aggiunsi, porgendogli una sacca: "Ora prendi questa e vai a cambiarti che oggi ti farò vedere che sono un ottimo estremo difensore anche io!"

Dopo una manciata di minuti, Mattia rientrò in campo, con la tenuta da gioco; proponendo subito di fare un po' di riscaldamento.
Giuditta accettò, ammettendo che il riscaldamento migliore, sarebbe stato sotto le coperte.
"Non mi tentare! Sappi che vestita così, sei fottutamente sexy! Potrei prendere alla lettera le tue parole!" disse il portiere, dandole una palpata al sedere.
"Ammetto che non mi dispiacerebbe!" rispose lei divertita, cominciando a correre.
Fecero così un serio riscaldamento e poi, si concentrarono sui tiri e le parate.
Tra un bacio e l'altro, passarono un momento felice; finalmente Mattia, aveva la possibilità di mostrarle la sua passione, la sua tecnica; farle capire il suo punto di vista, la sua tensione e il suo impegno mentre proteggeva quei pali.

"Allora amore, sono o no un ottimo portiere anche io?!" dissi, alla fine del nostro allenamento.
"Diciamo di sì, dai. In un allenamento non posso valutare tutte le tue capacità calcistiche. Ma so per certo che sei un'ottima fidanzata!" mi rispose, stampandomi un bacio sulle labbra.
"Anche tu, dai, non sei male!" risposi in modo ironico.
"Ah sì! Beh, se non sei troppo stanca, appena arriviamo a casa ti faccio vedere tutte le mie qualità di fidanzato!" disse lui, afferrandomi per la vita.
"Per te, non sono mai stanca!"
"Ti amo e grazie della splendida sorpresa!"
"Ti amo anche io! Dai, ora andiamo negli spogliatoi, doccia veloce e poi, dritti a casa. Non vedo l'ora di rivedere le tue qualità di fidanzato, che, come sai, sono quelle che preferisco."

NdA: Un po' di dolcezza penso vi faccia piacere! Non sono sempre così cattiva.. Fatevi sentire e grazie a chi legge! Bacioni Elenza.

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora