Capitolo 35

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"Amore ma stai piangendo?" mi chiese il portiere, con tono preoccupato.
"No, amore, no! Sono semplicemente senza voce. Sai, qui ai campi urlo di continuo dietro ai ragazzi e la voce piano piano sparisce. Poi sono anche un po' stanca. Sai sono le 2 e mezza del mattino. Come mai mi hai chiamata a quest'ora?" chiesi, domandandomi perché fosse ancora sveglio, ma ringraziando che lo avesse fatto.
"Avevo voglia di sentirti. Volevo dirti che ti amo. Non te lo dicevo da un po'; e avevo bisogno di fartelo sapere!"
"Anche io ti amo! Mi manchi da morire!"
"Anche tu piccola. Quando torni?"
"Domani amore mio!"
"Allora domani sarai mia! E lo sarai sempre! Ti amo piccola; buonanotte."
Appena chiuse la telefonata, mi sentii una merda. Come avevo potuto solo immaginare che Mattia non mi amasse più? Ok, avevo rinunciato alla convivenza e lui poteva esserci rimasto male ma, non per questo, il suo sentimento doveva sminuire. Mi sono comportata da stronza e lui, non se lo meritava. Dovevo dirglielo, dovevo dirgli che avevo permesso ad un altro di insinuarsi nella mia mente; fargli sapere che avevo concesso a Luca di convincermi a credere che lui non mi amasse più. Avevo fatto una cazzata e, questa notte, avevo rischiato di pagarne le conseguenze peggiori.

Giuditta era sembrata strana al telefono; soprattutto per il suo tono di voce. Mattia, infatti, non riusciva a credere che fosse dovuto alle sole urla fatte ai ragazzi, dietro, c'era qualcosa di più. Aveva paura fosse successo qualcosa, ma cercava di togliersi dalla testa le ipotesi peggiori.
L'avrebbe rivista, l'indomani, il giorno stesso vista l'ora tarda; finalmente l'avrebbe riabbracciata, ribaciata.
Sapeva però che avrebbe dovuto dirgli cosa era successo con Federica, rischiando anche di rovinare tutto ma, Giuditta, doveva conoscere la verità.

Al mattino tutti avevano la faccia stanca, l'ultima sera si fa sempre un po' più tardi del solito, si festeggiava in gruppo.
Ci eravamo svegliati a malincuore, vestiti e andati a fare colazione tutti insieme. Dopo esserci riempiti lo stomaco, ci eravamo avviati nelle nostre stanze per preparare definitivamente le valigie.
Mentre stavo facendo le scale per salire però, Luca mi afferrò per un braccio. Io trasalii, il cuore mi finì in gola.
"Giuditta, aspetta! Io ti devo delle scuse. Ieri mi sono comportato come un coglione; un vero stronzo e, me ne sono reso conto solo nel momento in cui ti ho visto andare via. So che sarà difficile per te ma, perdonami! Ti ho trattato come un oggetto e non avevo il diritto di farlo; nessuno ha il diritto di essere trattato nel modo in cui io ho trattato te.
Sono stato pessimo, un pessimo amico, un pessimo amante.
Ma sai, ti volevo! Volevo poter provare quello che prova il tuo uomo, volevo sentirti sotto di me, sentirti godere grazie a me e, dopo il primo bacio, beh, io, non ho capito più nulla.
Ti prego Giudy, perdonami! Sono stato un bastardo! Hai tutte le ragioni per odiarmi ma, ti prego, provaci, prova a cancellare quello che è successo."
Non sapevo cosa rispondere; aveva chiarito ogni mio dubbio sul suo comportamento; aveva ammesso le sue colpe. Io avevo Mattia e non mi importava di Luca. Ne di farlo soffrire, ne di farlo felice. Così, non dissi nulla e lo abbracciai.
Percepii lo stupore di Luca, dovuto al mio gesto. Sentivo che aveva paura persino a stringermi in quell'abbraccio e, questo mi fece capire che il comportamento della sera prima era stato un episodio isolato, che non lo avrebbe più fatto, ne con me, ne con nessun'altra.
Appena ci staccammo, alzai la testa per cercare il suo sguardo e gli dissi: "Non ti preoccupare, non è successo niente. Ammetto che, in quei momenti, ho avuto paura ma, ora è tutto ok!"
E, detto ciò me ne andai in camera.

Mattia salutò i suoi genitori, promettendo di tornare presto e di portare anche Giuditta con sé.
Sua madre tra le lacrime lo abbracciò dicendo: "Mattia, sii felice! Te lo meriti, non permettere a nessuno di rovinarti la vita, la carriera e la tua esistenza. Se ami quella ragazza, non fartela scappare; se non la ami più, beh, lasciala, senza pensare alle conseguenze delle tue scelte. Mattia hai un futuro davanti, e non solo da giocatore! Sarai un buon padre ed un ottimo marito; ti abbiamo cresciuto bene. Ama ma, soprattutto, amati."
Il portiere la strinse forte a sé e asciugando una lacrima solitaria sul suo volto, e poi, salì in macchina.
Stava lasciando la sua famiglia, sapendo che, avrebbe raggiunto il suo amore.

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora