Capitolo 13

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"Che cosa ha lei che io non ho, che cosa ha più di me... Al tuo nome e alla tua voce pensare senza farmi male... e una vita sola non può bastare per dimenticare una storia che vale"

Furono queste le parole della canzone "Una storia che vale" di Laura Pausini, che mi colpirono come frecce. Ero sdraiata sul mio letto, con la faccia sul cuscino, ormai il mio unico sostegno, avevo preso l'iPod, impostandolo su "riproduzione casuale" ed aveva selezionato proprio questa. Come se lo facesse apposta; "Melissa cosa aveva più di me", "perché Mattia aveva scelto lei?"
Mentre mi ponevo tutti questi interrogativi mi squillò il telefono.
"Pronto?" dissi con voce tremante;
"Amore, che succede? Stasera non dovevi essere con Mattia?" disse Ambra, dall'altro capo del telefono.
"È uno stronzo! Ambra davvero, non avrei mai creduto potesse essere così."
"Allora, facciamo così: vieni da me, pranziamo insieme, ti sfoghi un po' e mi racconti tutto."
"Ma, io.."
"Giuditta, vestiti, portati dei cambi e, per alcuni giorni rimani da me! Io, mentre tu ti prepari, vado a comprare qualche schifezza che, sicuramente, ti, anzi ci, tireranno su il morale".
Accettai l'invito di Ambra perché, lei sapeva sempre cosa era giusto per me; quando stavo male, quando qualcosa non andava, lei, cercava di tirarmi su ogni volta. C'era sempre, anche quando non era a conoscenza di quello che mi succedeva. Non avrei mai potuto fare a meno di lei.
Mi vestii e scesi sotto casa, dove trovai subito la mia amica.
Non ero sola.

Si tirò su dal pavimento, si asciugò il viso e prese in mano il telefono.
"Ste ho fatto un casino! Sono un cretino. Ho rovinato tutto."
"Mattia calmati! Ora respiri e mi racconti cosa è successo; magari davanti ad un caffè. Vieni da me quando vuoi."
Sentendo le parole del suo amico Sturaro, Perin si tranquillizzò. Aveva un enorme bisogno di parlare con il suo compagno, suo fratello praticamente. Si cambiò i vestiti ed uscì di casa.

Arrivammo a casa di Ambra piene di sacchetti; avevamo comprato di tutto, soprattutto una scorta di birra che, era graditissima sia a me che a lei. Stasera non mi sarei posta limiti; non volevo pensare a tutto quello che era successo poche ore prima.
Mi accesi una sigaretta e la guardai; dovevo cominciare a raccontarle tutta la storia. Ambra mi fece segno di partire ed io, tra una lacrima e l'altra, iniziai a parlare.

Stefano lo guardava senza dire una parola; Mattia si sentiva un deficiente.
"Allora?" chiese, alla fine, esasperato da quel silenzio.
"Se la rivuoi con te, dobbiamo trovare una soluzione e, prima l'abbiamo, meglio è."
"Hai idee?" chiese il portiere, con la speranza che il suo compagno avesse un asso nella manica.

"Che stronzo! Sono senza parole." disse Ambra, in conclusione del mio discorso. "Amore, lo scopo di questi giorni che passeremo insieme sarà quello di distrarti! Già stasera vedremo le altre e vedrai che non ti faremo pensare a quello là che non ti merita. Se lui preferisce stare con quella troia, cazzi suoi!"
Io piangevo, cercavo di non far scendere le lacrime ma, era davvero difficile. Continuavo a pensare alle settimane passate con Mattia; le volte in cui avevamo fatto l'amore, i film visti insieme e i tanti baci. Non potevo cancellare in così poco tempo tutti questi momenti, questi "pezzi" di vita.
"D'accordo, io ci proverò ma, Ambra, non vi prometto nulla. Non è facile"; dissi accendendomi un'altra sigaretta.
"Amore, non preoccuparti. Noi ti staremo vicino."

"Ho un idea!" disse Stefano.
"Davvero?" chiese subito Mattia, non potendo credere a quelle parole ma, accennando comunque un sorriso.
"Devi farle una sorpresa!"
"Ma come? Lei non mi vuole parlare. È tutto il giorno che le scrivo, che la chiamo ma, ovviamente non mi risponde. Credo abbia il telefono spento." sospirò Mattia, con un velo di tristezza nella voce.

Per cena arrivarono anche Giorgia, Dalila ed Emma.
"Ti ha cercato?" mi chiese Giorgia, dopo aver finito il suo piatto di pasta, guardando il mio; ancora praticamente pieno.
"No. Cioè non lo so. Ho spento il telefono, tanto ho detto a mia madre e alle mie compagne di corso, di cercarmi su quello di Ambra."
"Hai fatto bene, questa sera deve essere un modo per svagarti. So che è difficile ma, non ci devi pensare." mi disse Dalila, cercando di non farmi capire che, se lo avesse avuto davanti, lo avrebbe insaccato.

"Ho trovato!" disse Mattia, vedendo l'amico aggiornare il suo profilo Facebook. "Cerca Giuditta; che poi ti spiego!"
Stefano non se lo fece ripetere due volte, digitò il nome della ragazza e aspettò i risultati.
"Cazzo! Ha la bacheca privata. Ma, cosa vuoi vedere?" chiese Sturaro al portiere.
"Allora; dobbiamo cercare le sue amiche. Solo attraverso loro potrò comunicare con lei. Io non le conosco, se non qualche nome." affermò Mattia, con un velo amaro nella voce.
"Proviamo! Dimmi i nomi che sai o che ti vengono in mente. Ti prometto che guarderemo tutti i profili di Facebook, fino a quando, non troveremo quelle ragazze. Non voglio più vederti così, soprattutto se non te lo meriti."
"Grazie, Ste sei un vero amico, un fratello!"

"Grazie ragazze; non so come avrei fatto questa sera senza di voi. Siete davvero fantastiche." dissi alle mie amiche, cercando di trattenere le lacrime.
"Tesoro noi saremo sempre qui, per quello che riusciremo a fare. Ti vogliamo bene, non dubitarne mai." disse Giorgia, abbracciandomi; dando così il via al mio pianto.
Detto ciò, ci salutammo e, le vidi uscire. Io rimasi a casa di Ambra per la notte; aprimmo altre due birre; ci piazzammo sul divano ed iniziammo a guardare la tv.
Non avevo sonno, non volevo andare a dormire ma, soprattutto non volevo svegliarmi senza trovare Mattia al mio fianco.

"Stefano tu sei un mito! Come hai fatto a trovarle! Ambra, Dalila, Giorgia ed Emma. Cavoli!! Ti devo tutto!"
"Dai, su! Invece di riempirmi di complimenti; hai pensato a cosa scriverli?"
Mattia annuì e, iniziò a dettare all'amico l'intero messaggio.

Ambra guardò Giuditta addormentarsi; finalmente aveva smesso di piangere e si era arresa alla stanchezza. Stava per spegnere il televisore quando le vibrò il telefono: un messaggio nella chat di Facebook.

"Ciao ragazze; sono Mattia.
Non so cosa Giuditta vi abbia raccontato ma, credo che, ognuna di voi mi ritenga una merda; con ragione. Sono stato un cretino ma, l'ho fatto ingenuamente; non volevo e non vorrò mai far soffrire quella splendida ragazza.
La amo e, per questa ragione, sono disposto a fare tutto ciò: a passare un intero pomeriggio a cercare i vostri profili; un intero pomeriggio a pensare a cosa scrivervi e, un intero pomeriggio, a fare telefonate o scrivere messaggi.
Arrivo subito al dunque: tra pochi giorni Giuditta farà 21 anni; un'età importante ed io voglio che, soprattutto quel giorno, lei sia felice.
Una parte di me vorrebbe darvi spiegazioni su quei messaggi ma, pensandoci e ripensandoci, sono arrivato alla conclusione che, lei è la prima che deve saperlo, la prima che merita un chiarimento su tutta questa storia fatta di incomprensioni. Sappiate solo che io ero, e sono sempre stato, in buona fede.
Voi siete libere di credermi o meno, siete libere di accettare o rifiutare ma, se decidete di farlo, fatelo per lei.
Lei deve avere il meglio, lei deve essere trattata come merita, deve sentirsi amata e, noi, concorriamo per lo stesso obiettivo: farla stare bene.
Mi auguro che voi vogliate darmi un mano; credo in voi e, credo nella storia mia e di Giuditta.
Vi prego, aiutatemi! Tutto sarebbe più difficile; solo con il vostro aiuto potrò renderla felice. Davvero!

Ciao e grazie a tutte;
Mattia".

Quasi si commosse. Quel ragazzo era davvero innamorato; non poteva negarlo; soprattutto dopo il messaggio che aveva letto. Guardò la sua amica assopita e pensò che Mattia aveva ragione: meritava di essere felice.
Non fece in tempo a pensare ad una risposta che, Emma, aveva già creato un gruppo Whatsapp chiamato "Aiutiamo Perin?"
Aprì la chat e trovò un messaggio di Giorgia, la prima a scrivere: "Raga che facciamo?"

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Elenza || PerinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora