CAPITOLO 9

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Una volta arrivati, Cameron mi fece scendere dalle sue spalle e mi lasciò entrare in casa sua. In tutto il primo piano della casa c'era sparso un profumo delizioso di pollo arrosto che mi fece brontolare la pancia dalla fame.

<<Ciao cara! Tu dovresti essere Jade. Io sono Gina, la madre di Cameron. Piacere!>>.

La signora che mi si presentò davanti sembrava avere una quarantina d'anni. Aveva i capelli castani, occhi color nocciola ed un bellissimo sorriso.

<<Piacere mio!>>, le sorrisi.

Guardò il figlio con uno sguardo d’intesa e parlò.

<<Tra circa dieci minuti si mangia. Vi chiamo quando è pronto, voi andate pure in camera>>.

Arrivati alla stanza, mi fece sedere sul letto e si mise a fianco a me.

<<Tuo padre è spesso occupato con cene di lavoro?>>, mi domandò.

<<Sì, e non solo. A volte deve viaggiare e sta via per molti giorni, infatti dopo domani dovrà partire per l’India>>, dissi per poi sospirare rumorosamente.

<<Per quanto tempo tuo padre non ci sarà?>>, chiese.

<<Un mese>>.

Notai che sulla scrivania c'era una foto in cui c'era lui con due ragazzi ed una ragazza giovane che avrà avuto neanche venticinque anni.

<<Chi sono loro?>>, domandai.

<<I miei migliori amici, Nash e Matthew, e mia sorella, Sierra>>.

<<Quanti anni ha tua sorella? Abita con voi?>>.

Mi guardò con uno sguardo sofferente e girò il volto.

<<Non ne voglio parlare, scusa>>, mormorò.

Calò un silenzio imbarazzante che, per fortuna, si interruppe con la voce di Gina, che ci chiamò.

La cena fu squisita e durante questa parlammo del più e del meno.

Quando si fecero le dieci ed era tardi perché il giorno dopo avrei avuto scuola, perciò dovevo svegliarmi presto.

<<Grazie ancora, era tutto buonissimo!>>, feci i complimenti alla madre di Cam.

<<Grazie a te. La tua presenza è a dir poco piacevole. Vieni pure quando vuoi!>>, rise.

Uscii di casa con Cameron, che mi accompagnò fino a casa e dopodiché se ne andò.

Controllai il telefono e vidi che avevo ricevuto un messaggio dallo sconosciuto:

“Ho visto la scena oggi al parco. Mi dispiace che tu ti sia ferita. Stai più attenta”.

Quella persona mi stava mettendo sempre più ansia. Volevo scoprire il più presto possibile chi fosse.

Dopo aver scritto un po' con quest'ultimo, andai a dormire.

Downfall || Cameron Dallas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora