CAPITOLO 23

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La sera stessa decidemmo di andare a cenare al ristorante vicino al nostro quartiere.
Lele aveva voglia di farsi bella per il suo Nash, perciò mi obbligò ad aiutarla. Le consigliai un abito nero con delle scarpe con i tacchi del medesimo colore. Mi diede un vestito blu notte preso dalla sua parte di armadio e mi truccai con un filo di eyeliner e pochissimo mascara. Lei fece lo stesso. Per le sette e mezza eravamo pronti ad uscire.
Raggiunsi i ragazzi insieme alla bionda e salimmo sulla macchina.
Dopo cinque minuti arrivammo al ristorante. Era grande ed elegante. L'arredamento e le pareti erano tinte di un bianco pulito con qualche tratto di nero.
Un cameriere ci raggiunse e ci sorrise cordialmente.
<<buonasera! Avete prenotato?>>,chiese.
<< salve. Abbiamo prenotato a nome Dallas>>, parlò il mio fidanzato.
<< certo, seguitemi pure>>, sorrise.
Ci accompagnò al tavolo davanti ad un'enorme vetrata e ci porse i menù.
Scelsi un piatto non troppo pesante e durante la serata, Cameron ci fece stare in silenzio perché doveva parlarci.
<< dato che una certa ragazza si è fatta espellere, io e Nash abbiamo pensato di andare in vacanza noi quattro in montagna, anche perché si avvicinano le vacanze di natale >>, sorrise.
<< che bello! Quando partiamo? >>, parlai stupita e gioiosa per la bellissima notizia.
<< Domani mattina >>, rispose giocando con il bicchiere.
<< Cosa?! >>, rischiai di strozzarmi con il cibo. Cam mi baciò sulla fronte ed annuì.
Finita la cena, tornammo a casa e preparammo le valigie e poi andai a dormire abbracciata al mio ragazzo.

Il giorno seguente ci alzammo alle otto per poi partire un'oretta dopo. Siccome Santa Monica si trova a trenta km circa da Los Angeles, ci mettemmo poco ad arrivare. In hotel, ci diedero le chiavi della camera mia e di Cam e di quella di Lele e Nash. Appena ci entrammo, rimanemmo a bocca aperta.
La stanza era molto luminosa ed accogliente. Mansardata, con mobili in legno, parquet, pareti bianche e con degli assi di legno del soffitto ben visibili. Il bagno ristrutturato da qualche anno, credo, non aveva una doccia ma una vasca idromassaggio. Dallas chiuse la stanza a chiave e si tuffò sul letto .
<< morbido al punto giusto!>>, rise. Ricevetti un sms da Lele: << ci vediamo al ristorante dell'hotel alle 12" >>.
Trovai anche un messaggio dallo sconosciuto:
<<Provi a scapparmi ed a fare una vacanza con i tuoi amici del cuore? Goditela, pivella, ma quando torni te la vedrai con me.>>
Sospirai, bloccai il telefono e lo lanciai sul letto. Cam mi raggiunse da dietro e mi mise le mani sulla vita.
<< ti andrebbe di divertirti nell' idromassaggio con me?>>, chiese. Accettai, mi prese una mano e mi portò nel bagno. Chiuse la porta e si tolse la maglietta. Poi seguirono le scarpe. Poi le calze ed infine i pantaloni. Fece per togliersi anche l'intimo ma lo bloccai.
<< completamente nudi? >>, deglutii rumorosamente e mi morsi il labbro. << se vuoi entriamo con l'intimo addosso>>, rispose tranquillo.
<< si, grazie>>, balbettai con ancora l'imbarazzo addosso. Mi tolsi la felpa e la T-shirt. Lui fece un sorriso divertito mentre io mi stavo spogliando davanti a lui. Senza nascondermi, zero timore.
Entrammo nella vasca una volta che la temperatura fu calda al punto giusto. Si sedette e mi fece posizionare tra le sue gambe, facendo entrare in contatto la mia schiena con la sua pancia ed il suo petto. Mi massaggiò la pancia e le spalle. Mi sfiorò ripetutamente il collo con le labbra causandomi brividi su tutto il corpo. Con la testa posata sulla sua spalla sinistra, ci baciammo più volte. Eravamo felici. Eravamo solo io e lui, tranquilli e con una meravigliosa vacanza davanti.
Ci presentammo al ristorante dell' hotel all'ora prestabilita. Non ebbi avuto il tempo di asciugarmi completamente i capelli e Lele lo notò. Sorrise maliziosamente e mimò un " dopo mi spieghi" con le labbra. Mangiammo qualcosa di non troppo pesante da digerire, visto che durante il pomeriggio saremmo andati alle terme.
Intorno alle 3 prendemmo la macchina e partimmo.
Poco dopo arrivammo a destinazione ed entrammo nella struttura.
Una donna che lavorava lì ci diede gentilmente dei braccialetti con una chiave attaccata ad ognuno per l'armadietto degli spogliatoi. Inoltre, ci portò delle ciabatte, degli accappatoi e degli asciugamani.
Io e Lele ci separammo dai ragazzi per andarci a cambiare. Ne approfittai per raccontarle del bagno. Messo il costume e presa la roba che ci sarebbe stata utile, ci avviammo verso la piscina. Cam e Nash ci raggiunsero e entrarono in acqua.
Dallas mi si avvicinò, mi prese per i fianchi bloccandomi contro il bordo della piscina e mi baciò ripetutamente il collo. Poi ci strofinò sopra la punta del naso.
<<sei bellissima, lo sai? Questo costume ti sta da dio>>, sussurrò.
Gli misi le braccia intorno al collo e lo baciai sulle labbra. Cam ricambiò e premette il suo corpo sul mio. Cercai di allontanarlo leggermente, dato che eravamo in pubblico e lui mi mise il broncio. Gli sorrisi e scappai da lui per gioco. Nuotammo inseguendoci e schizzandoci con l'acqua, poi andammo nelle saune e molto altro.
Alle diciannove, a malincuore, dovemmo andarcene via. Mi feci una doccia, mi asciugai i capelli, presi le nostre cose e tornammo a casa giusto in tempo per cenare.
La sera stessa, io e Cam andammo in camera per dormire. Indossai il pigiama e mi misi sotto le coperte. Dallas mi raggiunse, mi prese in braccio e mi coccolò dandomi baci sulle labbra e sul collo ed accarezzandomi le guance. Mi tolse la maglietta e fece per sbottonarmi i pantaloni.
Capii dove voleva arrivare e lo fermai.
<< ho sbagliato qualcosa?>>, domandò.
<< no no ...è che... non me la sento dopo così poco tempo>>, balbettai.
<< scusa, non volevo. Quindi sei ancora vergine?>>, azzardò.
<< no, storia lunga>>, mi limitai a dire.
Cameron insistette per sapere cosa mi prendesse.
<< ho paura, tutto qui>>, alzai le spalle.
<< e di cosa? Del male? Se non sei più vergine...>>, mormorò cercando di capire.
<< no, non del dolore>>, abbassai lo sguardo. << e allora di cosa?>>, aggrottò la fronte. << è un mio problema >>, iniziai ad infastidirmi per la sua insistenza.
<< Jade, non voglio farti del male>>, cercò di usare un tono dolce.
<< anche John me lo diceva>>, sbottai.
<< chi è John?>>, mi guardò preoccupato.
<< il migliore amico di mio padre>>, non staccai gli occhi dai suoi. Cam spalancò la bocca.
<< avevi una relazione con lui? >>, domandò.
<< no, ma un giorno doveva farmi da baby-sitter. Mi propose un "gioco" a parer suo "divertente e piacevole". Sì, per lui. Avevo 8 anni. Mi convinse a coprirmi gli occhi e di fidarmi a lasciargli fare ciò che serviva per iniziare a divertirsi. Nel frattempo mi abbassò i pantaloni e le mutandine e lui fece lo stesso. Essendo un uomo ed essendo più forte di me, riuscì a bloccarmi ed a raggiungere il suo scopo. Questa storia andò avanti per molto. Avevo paura di dirlo ai miei perché temevo che mi reputassero una troietta, perciò non dissi nulla. Dopo mese, papà vide dei segni viola sui miei polsi. Gli raccontai del gioco doloroso e spaventoso che mi aveva insegnato John, delle sue parole e della parte strana in cui mi leccava la guancia e l'intimità e lui capì . Ero piccola ed ingenua...così stupida da non esserci arrivata prima. Sporse denuncia contro il suo migliore amico ma scoprì che era scappato. Dopo mesi di ricerche, lo trovarono in Cile. Dopo di me aveva stuprato altre 10 bambine. Per questo i primi dieci secondi ho esitato un po' per il bagno di stamattina...però di te mi fido, infatti subito dopo non mi sono fatta problemi...ma per questo non ci riesco, chiudermi a riccio è più forte di me>>.
Mi strinse forte e mi baciò la fronte.
<< di me ti puoi fidare, non ti farei mai del male...sei la mia piccola. Se hai paura e non ti senti di farlo, aspetterò tutto il tempo che vorrai, ok?>>, mi accarezzò la guancia.
<< Cameron>>, lo chiamai.
<< si?>>, rispose.
<< ti amo>>, dissi tutto d'un fiato e lui sorrise.
<< Anch'io piccola >>, mi baciò dolcemente.

Downfall || Cameron Dallas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora