CAPITOLO 4

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Tornai velocemente a casa e chiamai subito Angel. Le raccontai l'accaduto e lei mi rispose dicendo che mezz’ora dopo sarebbe venuta da me.

Mi feci una doccia veloce ed appena uscii, qualcuno suonò il campanello.

Misi l'accappatoio e corsi ad aprire.

<<Jade!>>, la mia amica mi abbracciò.

Quando si separò da me, mi mostrò una valigetta piena di trucchi, profumi e cose varie. La feci accomodare in casa e lei tirò fuori una maschera da fare dopo la doccia. Aveva un buon profumo, era simile a quello dei frutti di bosco. La spalmai sul viso e la tolsi dopo dieci minuti.

Come vestito, Angel frugò tra il mio armadio senza avere successo. Dopo aver sbuffato rumorosamente prese un a maglia a maniche lunghe nera abbinata ad una felpa con la zip e dei jeans aderenti,il tutto accompagnato dai miei bellissimi anfibi neri.

Mi mise un filo di eye-liner, del mascara ed una veloce passata di lucidalabbra.

<<Sei bellissima>>,affermò soddisfatta.

<<Angel?>>, la chiamai. La ragazza  alzò il viso e mi guardò negli occhi. <<Sicura che per te non ci siano problemi? Se vuoi non esco con lui, davvero. Preferirei non perdere un’amica speciale come te piuttosto che un ragazzo che dopo poco si cambia>>.

Sorrise teneramente. <<Tranquilla, non mi piace. Ora rilassati ed aspetta il tuo principe azzurro>>.

Poco dopo bussarono alla porta. Aprii e vidi Dylan con una camicia nera e dei jeans blu scuri. Era molto bello.

Mi sorrise e mi accompagnò alla macchina, facendomi accomodare sul sedile del passeggero.

Dieci minuti dopo arrivammo a destinazione. Mi aveva portata al bowling. Di esso avevo dei bei ricordi: sin da piccola,quasi tutti i sabati mio padre mi portava al bowling. Sorrisi a quel pensiero.

<<Sei bellissima quando sorridi>>, il ragazzo mi guardò intensamente.

<<Grazie>>, mormorai a disagio.

Sentii le guance andare a fuoco e allora, per non farmi notare, mi avvicinai al signore che forniva le scarpe. Dylan mi scoprì ugualmente e fece scappare una risatina, abbassando la testa e scuotendola.

Chiesi un 38 ed un 45, poi andammo alla pista che Dylan aveva prenotato e mi misi a ridere.

<<Cos’hai?>>,chiese incuriosito.

<<Sono sicura che ti batterò>>, risposi.

<<Certo, come no. Forza, prima le signorine>>, ridacchiò.

Presi una palla blu e tirai, facendo strike. Dylan mi guardò con uno aria da sfida.

<<Facciamo una gara? Chi vincerà dovrà obbligare il perdente a fare una cosa che vuole>>.

Annuii esitante ed iniziò il suo turno. Tirò ed anche lui fece dieci.

Continuammo a sorpassarci a vicenda. All'ultimo tiro, buttai giù sette birilli. Ero in vantaggio: io centocinquantasei punti e lui centoquarantanove. Al suo turno, ne fece cadere otto. Aveva vinto.

Mi guardò e sorrise maliziosamente. <<Dai, torniamo a casa>>, parlò.

Arrivati davanti al portone di casa mia, mi prese il visto tra le sue mani e mi guardò negli occhi.

<<Non ho ancora detto quello che devi fare>>, disse.

Rimasi per qualche secondo a guardarlo negli occhi, dopodiché deglutii.

<<Cos’hai in mente?>>, chiesi con voce tremante. Sorrise e poi il suo sguardo si fece serio.

I suoi occhi verdi erano incastrati nei miei. Le sue labbra carnose e soffici all’apparenza miravano le mie.

Quella suspense non mi piaceva. Io ero contro il portone e lui era davanti a me. Non potevo scappare.

<<Devi baciarmi>>, continuò a parlare inumidendosi la bocca.

Downfall || Cameron Dallas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora